il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2023
Suore editrici
Vivono in clausura, ma sui social vanno forte: le monache agostiniane del monastero Santa Rita da Cascia, in Umbria, vantano 28 mila follower su Instagram, contro appena 51 eletti seguiti. Più ampia è la forbice, più “si influenza” e il sacro non si sottrae alla regola aurea carismatica del web. E poi le dirette streaming delle messe, le preci e le richieste di intercessione online dalle anime perse e sofferenti. Tanto il mittente è sempre quello, la Provvidenza. E non mancano gli standard di consacrazione al Signore: il silenzio e la preghiera, la cura dell’orto, le opere di carità.
Contro il logorio della vita moderna, le suore si sono inventate anche “Rita quotidiana”, una nuova collana editoriale, cento anni dopo la nascita della loro rivista Dalle Api alle Rose. Nel monastero umbro Santa Rita (1381-1457), detta la “santa dei casi impossibili” per via delle migliaia di miracoli a lei accreditati, trascorse i suoi ultimi quarant’anni di vita, fino alla morte a metà del Quattrocento. Depositarie di siffatto lascito spirituale, le religiose – nei loro libri – offriranno consigli esistenziali cogenti e dal taglio giornaliero, idealmente ispirati alla figura della taumaturga del dialogo, dell’ascolto e della riconciliazione. E Dio solo sa quanto ce ne è bisogno, oggi come oggi, di virtù simili. Santa Rita a mo’ di posta casta del cuore, guida portatile e mai giudicante, 24 ore su 24. La vera misericordia non conosce orologio.
La collana tascabile (curata da Tau editrice) ha preso il via qualche giorno fa con l’uscita inaugurale, un libriccino dedicato alla maternità: Aiutami ad essere madre – I consigli di Santa Rita per te. Seguiranno altri titoli, due all’anno, tutti incentrati su temi come il lutto, la malattia, la famiglia e la solitudine. Un percorso iniziatico attraverso le gioie e i dolori della quotidianità, prendendo le mosse da storie autentiche e cercando di attualizzare il messaggio della donna canonizzata il 24 maggio del 1900 da Leone XIII. Ma il suo culto sopravvive ancora potente nel pianeta.
“Abbiamo voluto questa collana per fare in modo che, all’insegna del messaggio della nostra amata Rita, nessuno si senta solo, specialmente nell’affrontare le sofferenze e le difficoltà di ogni giorno” spiega suor Maria Rosa Bernardinis, la madre priora. Che aggiunge: “Vogliamo essere presenti nella vita dei nostri devoti (e non solo) come amiche, come lo è la santa, che è stata una seminatrice di amicizia. Cominciamo parlando di maternità ancora ispirate da lei, prima madre di due figli e oggi madre di un’immensa famiglia di devoti. E come sono ‘madri dentro’, nello spirito, tutte le donne: anche noi monache, con la nostra innata attitudine all’accoglienza dell’altro”.
La natalità è al minimo storico dalle nostre parti e poi ci sono i problemi economici, e quelli di coppia. “Le mamme non sono eroine di una storia, sono fragili, insicure, umane e va bene così. Il mestiere della mamma non è cosa facile, ma neppure cosa impossibile” sta scritto nel testo. Seguono domande e risposte non dogmatiche su questa falsariga: come si diventa una “brava mamma”? Come conciliare maternità e lavoro? Come affrontare una gravidanza a rischio?
Il primo volume della serie è acquistabile, al prezzo di 10 euro, su Amazon e Ibs, ma pure sul portale “di casa” per lo shopping digitale: shop.santaritadacascia.org. Lì si trova anche merchandising para-liturgico, only prodotti “creati dall’amore delle monache e delle apette” (i ragazzi bisognosi ospiti del cosiddetto “Alveare” connesso al monastero, ndr). Saponette di ogni tipo, campane pasquali, portachiavi e sonagli, angeli appendi-porta, alberelli e sfere con presepe, braccialetti, rosari, bigliettini per le feste…
A Cascia – il luogo fisico, non virtuale – si conservano le reliquie di Santa Rita, al secolo Margherita Lotti, e c’è chi assicura di avvertirne tuttora il profumo. La tradizione vuole che, nella notte della sua dipartita terrena, le campane suonarono da sole e il pueblo unido (dai poveri ai più facoltosi) accorse alla chiesa per omaggiare il suo corpo mistico. Affluì così tanta gente, per giorni incessantemente, che non riuscirono a seppellirla.
Le sue eredi, le suore agostiniane odierne, ambiscono a esserne un po’ la versione contemporanea. Nel mondo, ma fuori dalla mondanità. Viviamo nel terzo millennio, il pensiero e le vocazioni si sono rattrappiti dentro uno smartphone? Rita resta una di noi. “Gloriosa Santa Rita/ ottienici di vivere con amore le pene di questa vita/ e soccorrici in tutte le nostre necessità” recita una delle decine di preghiere a lei destinate. “Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi” disse Sant’Agostino.