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 2023  ottobre 30 Lunedì calendario

Le parole di Hamas

Se le parole sono importanti, come diceva il poeta, lo sono ancora di più in tempi di orrore e scarsa poesia come quelli che stiamo vivendo. Le parole di Hamas, in particolare, dovrebbero aiutare chiunque a comprendere oltre ogni ragionevole dubbio la natura e gli obiettivi dell’organizzazione responsabile delle stragi antisemite del 7 ottobre. Perché comunque la si pensi sull’esistenza di Israele, su Netanyahu o su decenni di conflitto mediorientale, sono le stesse parole usate da Hamas per definire sé stessa a presentarla come un movimento rivolto insieme allo sterminio degli ebrei in quanto ebrei e alla cancellazione di Israele da qualunque carta geografica.
E dunque, cos’è Hamas secondo Hamas? Due sono i testi costituenti dell’organizzazione. Il primo diffuso nel 1988, all’indomani della fondazione. Il secondo nel 2017, quando Hamas era ormai una realtà politica e militare consolidata e in pieno controllo della striscia di Gaza. Due testi che si completano a vicenda, essendo uno incentrato sulle aspirazioni di fondo dell’organizzazione e l’altro sui suoi obiettivi politici. È nella carta del 1988, in particolare, che Hamas mette nero su bianco quali siano i suoi intendimenti relativi agli ebrei. A partire da una lunga citazione del Profeta Maometto, utilizzata per legittimare l’eliminazione fisica di qualunque persona di cultura o religione ebraica: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo”, come si legge all’articolo 7. E se mai si obiettasse, come pure è capitato di ascoltare in questi giorni, che in fondo non mancano nelle antiche Scritture di altre fedi le esortazioni anche truculente ad eliminare chi non abbracci la Verità, la carta del 1988 chiarisce già nell’introduzione che “la battaglia con gli ebrei è molto lunga e pericolosa, e chiede la dedizione di tutti noi. È una fase cui altre successive ne seguiranno, un battaglione che dovrà essere sostenuto da molti altri battaglioni del mondo arabo e islamico, oggi diviso, finché il nemico sia vinto e la vittoria di Allah sia sicura”. Perché al fondo, secondo Hamas, “questi ebrei rovinano la vita delle persone, rubano il loro denaro e minacciano il loro onore” (articolo 20).