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 2023  ottobre 29 Domenica calendario

La premier scegli Tolkien


ROMA – Tolkien, a ogni pié sospinto. Una citazione dietro l’altra, con la quale Giorgia Meloni, la sorella Arianna, i dirigenti di FdI hanno fatto dell’epica del Signore degli anelli il sostrato fantasy dell’ascesa della destra al governo. E ora lo scrittore inglese finisce dentro una mostra. Finanziata, of course, dal ministero della Cultura con un patrocinio da 250 mila euro e organizzata dentro un “tempio” dell’arte moderna quale la Galleria nazionale di Villa Borghese. Chi ci sarà a inaugurarla il prossimo 15 novembre? La premier in persona. Fra le polemiche dell’opposizione verso un governo che, secondo il Pd, è «ossessionato dalla voglia di rivincita culturale».In questi giorni, il ministro Gennaro Sangiuliano è in un clima di euforia appena turbato dal caso Sgarbi. Sta per realizzare un obiettivo che già il due luglio aveva annunciato ai giovani di FdI: «Vi farò un piccolo regalo». Proprio così aveva detto. Era già in cantiere la mostra. Come nasce? Sgarbi, prima che esplodesse il caso-rimborsi che oggi lo tiene sulla graticola, l’aveva confidato a voce bassa: «Un favore del ministro alla premier». Il curatore, Alessandro Nicosia, manager del settore che da anni organizza grandi eventi culturali, racconta una versione solo leggermente diversa: «A giugno, durante una cena, raccontai del cinquantenario della morte di Tolkien. La cosa impressionò un dirigente del ministero che ne parlò a Sangiuliano, molto contento dell’idea». Comunque sia, una storia di desiderata di Chigi più o meno espliciti e di un ministro che fa di tutto per assecondarli. D’altronde, come non raccogliere al volo la coincidenza fra il cinquantesimo dalla morte del padre degli Hobbit (che diedero il nome ai campi dei giovani missini) e il primo anniversario del governo di Destra? Detto, fatto. Con sincero entusiasmo e lesto ricorso a fondi pubblici.La cornice sono i riferimenti fantastici che hanno animato interventi pubblici e post della famiglia Meloni: «Verrà il giorno della sconfitta ma non sarà questo il giorno», disse la futura premier alla vigilia delle elezioni del 2022 sul palco di piazza del Popolo. E come dimenticare la citazione di Sam e Frodo, i due protagonisti del Signore degli anelli, nel messaggio sui social in cui Arianna Meloni salutò poco dopo il successo della sorella? Ora, non si può dimenticare certo che John Ronald Renuel Tolkien ha scritto uno dei libri più venduti nella storia della letteratura (150 milioni di copie) E ha ispirato film da Oscar e serie tv. «Ma questa è un’ossessione», tuona Sandro Ruotolo, responsabile Cultura del Pd. «La voglia di tranciare l’egemonia della sinistra, in questo campo, porta il governo ad evidenti eccessi. È una presa del palazzo senza ostaggi – dice Ruotolo – da parte di una destra che vuole imporre le proprie icone, caccia i sovrintendenti di valore come Lissner, fa la guerra contro leproduzioni cinematografiche e una rivoluzione in Rai che favorisce la concorrenza. Ma il progetto qual è? Se devono andare su Tolkien e ricicciare Pino Insegno, il respiro è davvero corto». Nicosia dice di essere innervosito dalla polemica: «Insomma, si sono organizzate mostre su Tolkien a New York, in Francia e in Inghilterra. Lì nessuno lo considera un autore di destra. Sa che lo scrittore inglese ispirò gli hippies di Woodstock e due brani dei Led Zeppelin? Sì, d’accordo, Meloni lo ama. E allora? Questo – chiede il curatore della mostra – fa di un grande autore un patrimonio della destra? Io dico di no. E Tolkien, peraltro, fu un convinto antifascista».