Corriere della Sera, 29 ottobre 2023
L’ntesa sulla cedolare secca
ROMA La «guerra delle bandierine» pare finita. La lunga schermaglia tra i partiti della maggioranza, iniziata un minuto dopo l’approvazione della manovra in Consiglio dei ministri, è stata chiusa ieri con le parole della premier Meloni: «Lunedì invieremo la manovra al Parlamento», dato che il lavoro è «sostanzialmente chiuso, con i saldi di bilancio invariati rispetto a quanto approvato in Consiglio dei ministri». E in effetti, che non ci sarebbero state modifiche rispetto ai saldi pareva abbastanza chiaro.
Il punto è stato lavorare di cesello su alcuni provvedimenti in maniera tale da consentire ai partiti di piantare la propria bandiera sulla manovra. Nulla di strano, secondo la premier: «C’è un lavoro di drafting che si fa ed è normale che si faccia. Ma, appunto, i saldi non cambiano». Per la cronaca, il drafting è il passaggio di un progetto alla fase di disegno tecnico. In questa fase la manovra (pare arrivata ai ministri ieri mattina) sembrerebbe assestarsi su 109 articoli, dagli 89 che erano (inclusi quelli sulla previsione di spesa dei singoli ministeri, anche se mancano le tabelle sugli effetti della spending review).
L’obiettivo è ancora quello di non avere emendamenti di maggioranza: «Siamo pronti a procedere – ha detto Meloni – e confido che faremo anche del nostro meglio per poter approvare la manovra in tempi rapidi, anche per dare un segnale di serietà e di idee chiare da parte dell’Italia».
E così, dopo il ritorno chiesto dalla Lega a Quota 103 per le pensioni (sia pure con alcuni robusti giri di vite), ieri si è arrivati a un equilibrio che pare soddisfi anche Forza Italia sul tema della cedolare secca sugli affitti brevi. Da Fratelli d’Italia Marco Silvestroni la dice così: «FdI ha sempre tutelato la prima casa sia come proprietà che come investimento». Dunque, «la volontà è mantenere la cedolare secca al 21% per il primo immobile destinato ad affitti brevi ed applicare l’aliquota al 26% per gli ulteriori immobili al medesimo scopo». L’aliquota più alta si applica solo dal secondo immobile affittato.
Il sigillo ufficiale della manovra, prima del suo approdo in Parlamento, sarà il vertice di maggioranza di domani pomeriggio a Palazzo Chigi. Inizialmente convocato per discutere di riforme (premierato e autonomie), servirà probabilmente anche per stringere gli ultimi bulloni alla manovra. Il partito più bellicoso negli ultimi giorni è stato Forza Italia. Anche per questo, è stato fissato un incontro tra Antonio Tajani e la premier prima del summit. Dal partito si sceglie la cautela: «Non commentiamo indiscrezioni giornalistiche» – ha detto il portavoce azzurro Raffaele Nevi.
Tra le novità possibili emerse ieri, anche una modifica sulla tassazione dei prodotti per la prima infanzia. Pannolini e seggiolini per l’auto usciranno dalle categorie con l’Iva agevolata, che era al 5%, e torneranno dunque con l’imposta al 22%, con l’eccezione del latte in polvere che passerà dal 5% al 10%, la stessa percentuale a cui saranno assoggettati assorbenti e tamponi femminili.
Le diverse bozze della manovra hanno alimentato la polemica. Secondo Giorgio Mulè (FI) «Forza Italia ha il dovere di intervenire per arginare la tendenza “bozzofila”, altrimenti non vota, almeno io non voto». Ma il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, sbuffa: «In questi giorni sono girate notizie fuori dalla realtà, che hanno fatto aprire dibattiti surreali».
Per la segretaria pd Elly Schlein, «abbiamo un potenziale da liberare, invece vediamo una manovra senza visione, minimalista, incapace di ridare slancio all’economia, una manovra fragile». Mentre il M5S parteciperà con sue delegazioni alle manifestazioni contro la manovra di Cgil e Uil del 17 novembre.