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 2023  ottobre 29 Domenica calendario

Europa divisa


PARIGI L’Unione europea all’Onu si frantuma in tre blocchi, illustrando sulla scena mondiale l’inconsistenza di quel potere geopolitico inseguito da anni dal più intraprendente, coraggioso e talvolta velleitario dei suoi capi di Stato, Emmanuel Macron.
I 27 avevano trovato un difficile accordo al Consiglio europeo di Bruxelles, giovedì, ma neanche 24 ore dopo si sono divisi a New York, al Palazzo di Vetro, al momento di votare la risoluzione per una «tregua umanitaria immediata».
Nonostante la risoluzione non menzionasse Hamas e le sue atrocità né gli ostaggi, la Francia l’ha votata ugualmente (assieme ad altri 6 Paesi europei tra cui la Spagna), a differenza di Italia e Germania che si sono astenute (con altri 14 Paesi) e dell’Ungheria che ha votato contro (assieme ad altri 3). Approvata con 120 voti, la risoluzione è stata definita «una vergogna» e «un’infamia» da Israele, che appena due giorni prima aveva accolto Macron a Tel Aviv.
Senza consultarsi con gli alleati europei, Macron martedì scorso era andato in Israele per manifestare la solidarietà della Francia e proporre davanti al premier Netanyahu una «coalizione internazionale contro Hamas» al mattino, per poi spostarsi nel pomeriggio a Ramallah, in Cisgiordania, e abbracciare Mahmoud Abbas, stanco leader dell’Autorità palestinese. Ma l’idea della coalizione anti- Hamas è stata ignorata dagli interlocutori successivi, il presidente egiziano Al Sisi e il re giordano Abdallah II.
Macron ha voluto porre con forza la distinzione tra terroristi di Hamas e civili palestinesi – distruggere i primi per difendere i secondi – ma per il momento la sua iniziativa ha avuto scarso successo. «Nessuna reazione internazionale», sottolinea l’ex ministro degli Affari esteri Dominique de Villepin, che ancora cavalca la sua opposizione alla guerra in Iraq di vent’anni fa, mentre in piazza a Parigi i manifestanti filo-palestinesi gridavano «Israele assassino, Macron complice». Anche a Londra migliaia di persone hanno sfilato ieri nel centro della città in favore della Palestina e chiedendo la fine dell’attacco israeliano a Gaza.
Lo stile «allo stesso tempo» di Macron – cercare la sintesi e non scontentare nessuno – finisce per attirargli ostilità da tutte le parti. Macron e l’Onu hanno chiesto una «tregua immediata» ma ieri sera Netanyahu ha annunciato che quella a Gaza sarà la «nostra seconda guerra di indipendenza».
Poco prima il segretario delle Nazioni unite, Antonio Guterres (di cui Israele invoca da giorni le dimissioni) aveva dichiarato la propria «sorpresa per un’escalation militare che mina gli sforzi umanitari» dicendosi anche preoccupato per il blackout delle comunicazioni a Gaza. Mentre il presidente turco Erdogan invita Israele a «rinunciare a questa follia» e Gerusalemme annuncia che rivedrà le relazioni diplomatiche con Ankara, le acrobazie di Macron sembrano destinate al fallimento.