Corriere della Sera, 29 ottobre 2023
La profezia di Svevo
Caro Aldo,
in tempi di guerra mondiale a pezzi (citando papa Francesco), mi pare che torni attuale il film Allarme rosso. Mi ha colpito il dialogo tra il comandante e il suo secondo, il loro differente punto di vista. Tra le altre cose il comandante Ramsey (Gene Hackman) cita von Clausewitz: «La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi». A cui risponde la visione del vice interpretato da Denzel Washington: «Lo scopo della guerra è di servire un fine politico ma la vera natura della guerra è di servire se stessa. A mio modesto parere, nell’era nucleare il vero nemico è la guerra stessa». Un film da rivalutare oggi alla luce di quello che sta succedendo.
Daniele PiccininiCaro Daniele,
lei ha ragione, la guerra alimenta se stessa. Lasciando la Casa Bianca dopo otto anni, il presidente Dwight «Ike» Eisenhower, uno dei vincitori della Seconda guerra mondiale, ammonì gli americani sul potere del complesso militar-industriale. L’odio e i nazionalismi generano una domanda di armi che arricchisce a dismisura produttori e mercanti. E chi produce e vende un’arma non sa e non può sapere se servirà alla deterrenza o all’aggressione.
Non soltanto noi europei non sappiamo più fare la guerra; non sappiamo più neppure pensarla. Ci eravamo illusi di averla cancellata, all’ombra del gendarme americano. E ora ci scopriamo a immaginare: se l’Iran attacca Israele, l’America attacca l’Iran, la Russia e la Cina intervengono in suo sostegno, l’Europa quali truppe potrebbe schierare? È uno scenario da incubo, che nell’era nucleare solo un pazzo potrebbe contemplare: in una guerra totale non ci sarebbero vincitori, soltanto vinti. Eppure l’altra sera il pubblico del teatro Quirino a Roma, dove il regista Paolo Valerio e l’attore Alessandro Haber portano in scena «La coscienza di Zeno», è rabbrividito nell’ascoltare l’ultima frase del capolavoro di Italo Svevo: «Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli». E questo è già accaduto. Prosegue Svevo: «Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie». Siamo ancora in tempo per evitare tutto questo. Mai come ora servirebbe un governo del mondo. E invece assistiamo al grande ritorno dei nazionalismi. E, forse, anche dei pazzi.