ItaliaOggi, 28 ottobre 2023
Pil, i nuraghi valgono 1 mld
Il nuraghe Losa ad Abbasanta, in provincia di Oristano
Un miliardo di euro di Pil all’anno. È la cifra che la Sardegna potrebbe ottenere in caso di riconoscimento dell’Unesco per i nuraghi, le antiche costruzioni in pietra simbolo dell’isola. Una somma destinata a salire nel momento in cui si riuscirà a valorizzare in maniera compiuta il patrimonio archeologico sardo. Storia. Ma anche economia.
Il 47% dei turisti che visitano la Sardegna non ha mai sentito parlare dei nuraghi. E solo il 10%, in maggioranza stranieri, visita i siti nuragici. La civiltà nuragica ha un grande potenziale inespresso e può rappresentare un fattore decisivo per costruire una sorta di marchio Sardegna, cambiando radicalmente il modello di sviluppo economico dell’isola.
Il possibile incremento del flusso di visitatori (da 1,5 a 2 milioni all’anno) andrebbe poi a beneficiare maggiormente le zone interne della Sardegna, che oggi pagano il prezzo più alto della crisi.
Sinora in tutta l’isola sono stati scoperti 7 mila nuraghi, ma si stima che siano oltre 10 mila, propri della civiltà protosarda e non conformi alle altre civiltà antiche del Mediterraneo.
La Sardegna, con i suoi 377 comuni, è unita nella richiesta di inserire i nuraghi nella lista dei beni dell’Unesco considerati patrimonio dell’umanità. Lo scorso aprile l’associazione La Sardegna verso l’Unesco, al termine di un lavoro durato più di due anni, ha ufficialmente presentato il dossier progettuale per la candidatura alla World heritage list.
L’analisi condotta da Oc&c ed Eumetra, presentata la scorsa settimana a Cagliari, ha messo in correlazione proprio nuraghi e Pil, calcolando che questo percorso di valorizzazione può portare circa 2.500 euro in più all’anno nelle tasche di ogni famiglia sarda. Oltre al fattore Unesco. L’ingresso nell’agenzia delle Nazioni Unite può rafforzare in maniera notevole la propensione alla visita delle aeree archeologiche, ma da solo non basta. Il gap rispetto ai grandi siti, al momento, è troppo ampio. Se a Pompei arrivano 3,6 milioni di visitatori l’anno, ai Trulli di Alberobello 2 milioni e ai Sassi di Matera 1,9 milioni, i Nuraghi si fermano a 400 mila visitatori. Cogliere il potenziale inespresso è possibile. Ma serve un piano di investimenti all’altezza e un programma di lungo periodo con una regia chiara.
«Lo studio Oc&c-Eumetra aiuta a capire come l’investimento di immagine sull’identità e sul paesaggio nuragico possa portare a un nuovo posizionamento di brand dell’isola», ha spiegato il presidente dell’associazione La Sardegna verso l’Unesco, Pierpaolo Vargiu. «Le ricadute andrebbero ben oltre il settore turistico, diventando un moltiplicatore per il Pil e generando benessere diffuso». «La sfida», ha aggiunto Vargiu, «è cambiare il percepito collettivo della Sardegna nel mondo, aprire uno scrigno tenuto nascosto per troppo tempo e far conoscere un patrimonio che, senza aggiungere un mattone, può portare un nuovo vento economico di sviluppo sostenibile nell’isola».