il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2023
Nel 2022 gli sfratti sono stati oltre 30 mila. In un anno +218%, il governo azzera i fondi
Mentre il governo litiga sulla cedolare secca per gli affitti brevi, sulla casa i dati diffusi dal ministero dell’Interno segnalano l’emergenza abitativa e il boom degli sfratti. Secondo il Viminale nel 2022 gli sfratti eseguiti sono triplicati rispetto all’anno precedente (+218%), mentre le richieste sono quasi triplicate (+199%). È l’aumento più alto dal 2004. Sono stati oltre 30 mila gli sfratti eseguiti nel 2022, numeri che non si vedevano dal 2017: dopo la crisi del 2009 si era registrata una lenta ma evidente discesa. La ripresa degli sfratti dopo la moratoria per il Covid non c’entra: dopo il calo dell’80% del 2020, nel 2021 la situazione è tornata ai valori 2019. Secondo sindacati, associazioni di inquilini e amministratori locali l’emergenza crescerà perché i fondi a sostegno degli affittuari, 330 milioni nel 2022, non sono stati rifinanziati.
Il boom varia da città a città, ma ha investito tutta la Penisola. A Venezia gli sfratti eseguiti sono aumentati del 587%, a Milano settuplicati (+612%), Napoli segna +288%, Roma +364%. Oltre 4 mila gli sfratti eseguiti in Piemonte l’anno passato, 5.400 in Lombardia, 3.400 nel Lazio, 2 mila in Campania e 2600 in Emilia-Romagna. Non ci sono differenze sostanziali tra capoluoghi e provincia che spesso è l’area più colpita. Le richieste non ancora eseguite l’anno scorso hanno segnato +648% a Milano, +275% a Firenze, +200% a Roma, +330% a Palermo e Messina. Sono aumentati del 10% anche i nuovi provvedimenti. In più dell’80% dei casi la causa degli sfratti è stata la morosità, solo il 6,72% la necessità del proprietario. “Secondo l’Istat, quasi 900 mila famiglie vivono in povertà assoluta. Di queste, il 40% è in affitto: sono le più colpite dagli sfratti”, denuncia Stefano Chiappelli del Sunia Cgil che segnala che per il fondo inquilini “occorrono almeno 900 milioni”. Silvia Paolozzi dell’Unione Inquilini calcola in 450 mila le persone che rischiano di finire in strada nei prossimi due anni dopo il taglio dei sussidi. A fronteggiare l’emergenza restano Comuni e Regioni, che spesso scelgono di destinare una quota di bilancio alle famiglie in difficoltà, oltre alle associazioni come Caritas: impossibile sostenere un’ondata simile con risorse così limitate. “Rinnoviamo la richiesta forte di un piano nazionale per la casa, con risorse significative in grado di accrescere il patrimonio pubblico di alloggi, calmierare gli affitti, garantire diritti”, ha ribadito per l’assessora alle politiche abitative della Toscana, Serena Spinelli.