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 2023  ottobre 27 Venerdì calendario

Miti da sfatare sui ristoranti «stellati»


Esiste qualcosa di così incompreso e infangato dell’alta cucina? Forse sî, ma non ci viene in mente. Certa gente passa la vita a seguire trasmissioni che celebrano i grandi chef e giudica accigliata l’impiattamento studiato da un concorrente di Masterchef, ma poi in un ristorante fine dining non va mai. Anche a causa di una serie di luoghi comuni duri a morire. Vediamo quali sono (e perché sono per lo più sciocchezze).
In uno stellato si mangia poco.
No. Le porzioni certo sono piccole ma i piatti numerosi, e poi ci sono per tutti benvenuto dello chef, predessert, piccola pasticceria, assortimento di pani di ogni genere. Insomma, nessuno sarà costretto ad andare da McDonald’s, dopo.
Negli stellati si paga troppo.
Certo, il conto di una cena fine dining è sempre a tre cifre. Ma sono prezzi pienamente giustificati dai costi e dalla qualità dell’offerta.
Certi prezzi sono immorali.
No, non lo sono. Nessuno è obbligato a mangiare in un fine dining, è libero arbitrio. Ogni ristorante ha un sito nel quale menu e prezzo sono ben chiari, quindi nessuna trappola. Esistono i Rolex e i Casio, le Maserati e le Hyundai, Gucci e H&M e nessuno ha da ridire. E, credetemi, il margine di guadagno di un ristorante fine dining è più basso di quello di una pizzeria o di un’osteria a causa degli elevati costi vivi.
Nei ristoranti fine dining si pagano cose che non si mangiano.
Certo, nel conto di uno stellato finiscono il piatto raffinato, la sedia comoda, il cameriere preparato e sorridente, il tavolo che non balla. Ma anche queste cose contribuiscono al piacere dell’esperienza.
I piatti sono tutta fuffa, estetica e niente altro.
In qualche caso può essere vero, ma viviamo nell’era dell’estetizzazione a tutti i costi, dell’instagrammabilità e l’alta cucina non fa che adeguarsi allo Zeitgeist. Il bello è un valore, non è facile da perseguire, peraltro.
Nel ristorante stellato non ci si sente a proprio agio.
I ristoranti fine dining sono molto più democratici di quanto si pensi. Non esistono liturgie predefinite, nessuno vi giudicherà per un errore di galateo, potrete fare la scarpetta o mangiare con le mani, e anzi sarete spesso incoraggiati a farlo.
E poi cercano sempre di rifilarti il menu degustazione e io voglio scegliere ciò che preferisco.
Nessuno ti obbligherà a nulla, potrai ordinare quello che vuoi. E comunque, se si è di mente aperta e curiosa, il menu degustazione è la scelta migliore per avere un’idea completa del pensiero e della tecnica dello chef.
I ristoranti stellati servono solo a giustificare l’ego degli chef.
L’ego è parte integrante di ogni artista, e lo chef lo è. Chi non ha amor proprio non inventerà mai nulla di bello o di buono ed è grazie alla propria voglia di emergere e farsi apprezzare che il cuoco vi proporrà il meglio di quello che può e sa fare.
Non sopporto le cene che durano tre ore.
Problema tuo. Un pasto in un fine dining deve essere un’esperienza unica, un viaggio che vorresti non finisse mai. Si paga anche per quello. Poi ci sono anche ristoranti dove ci si annoia, le mele marce sistono ovunque. il segreto sta nell’evitarli.
Alla fine meglio la parmigiana di mammà.
Certo, ma chi la pensa così fa meglio a stare a casa e a non leggere un articolo come questo.