Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  ottobre 26 Giovedì calendario

Periscopio

A Tel Aviv la Difesa rende noti filmati del 7 ottobre (ma non le scene peggiori). Torture, decapitazioni, i bimbi: tutto pianificato. Titolo di Repubblica.
Hanno stuprato anche i cadaveri delle donne uccise. Gaia Cesare, il Giornale.
Anatole France, alla bella signora che s’era recata a fargli vista e che aveva notato la meschina opinione che egli aveva del genere umano, rispose: «Non capite che i più orribili massacri sono stati ispirati dall’idea che l’uomo sia un essere virtuoso?». Luciano Pellicani, La società dei giusti.
Nel mondo intero (…) s’è levata un’onda possente antisraeliana e sempre più spesso antisemita dalle proporzioni preoccupanti. Onda che ha trovato eco addirittura al vertice delle Nazioni Unite. Paolo Mieli 1, Corriere della Sera.
È importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.
Un segretario generale che mostra comprensione per la campagna di sterminio di massa di bambini, donne e anziani non è adatto a guidare l’Onu. Si dimetta. Gilad Erda, ambasciatore israeliano all’Onu.
I quotidiani (…) fanno iniziare il conflitto israelo-palestinese dall’ultimo attentato di Hamas. Questa è una distorsione neocoloniale per giustificare i bombardamenti contro i civili palestinesi e il colonialismo d’Israele. Alessandro Orsini, il Fattosky quotidiano.
L’aspetto comico del nostro comico era il fatto che non sapesse prendere comicamente se stesso. Questo lato comico era pertanto la sua tragedia. Robert Walser, Ritratti di scrittori, Adelphi 2023.
Quando Gaza mon Amour, il suo film sulla Striscia, venne presentato a Venezia, il primo a recensirlo con entusiasmo fu il Felestine News, il quotidiano di Hamas stampato e venduto a Gaza. In prima pagina, la foto del leader Ismail Haniyeh, poco sotto un titolo su Gaza mon amour e l’applauso a Maisa Abd Elhadi, star del cinema arabo israeliano. [Che oggi è stata] arrestata e portata davanti a un giudice [per avere postato, insieme] alla foto d’una donna israeliana presa in ostaggio con sotto l’emoji d’una faccina ridente, le «eroiche» sequenze dei terroristi di Hamas che scavalcano la barriera di Gaza e sotto l’incitamento «avanti così, stile Berlino!». Francesco Battistini, Corriere della Sera.
Amer Abu Sabila, 25 anni, un beduino arabo-israeliano sposato e padre di due figli, è stato ucciso da Hamas mentre cercava di salvare una madre ebrea e le sue due figlie dall’attacco a Sderot il 7 ottobre. i24news.tv
L’Europa (non tutta, per fortuna) isola ogni giorno di più Ursula von der Leyen che – come già accadde per l’Ucraina – sembra essere tra i pochi a rendersi conto di quel che sta realmente accadendo. Le manifestazioni ostili agli ebrei vengono ignorate come negli anni trenta. Fa una certa impressione assistere allo spettacolo di persone che non versarono una sola lacrima per l’uccisione di innocenti a Mariupol, e adesso si strappano le vesti per qualcosa che (…) non è neanche lontanamente paragonabile a quel che si è visto in Ucraina. Paolo Mieli 2, Corriere della Sera.
Il fronte pro-Hamas ha trovato gli stessi alleati e interlocutori che abbiamo incontrato nel dibattito pubblico in ogni fase dell’aggressione russa all’Ucraina. Una saldatura ideale che il 27 e 28 ottobre, a Roma, all’Hotel Universo, troverà il suo compimento all’International Peace Conference, un «raduno internazionale» dove spiccano le presenze di Caralo Rovelli, del leader di Hamas in Italia Mohammed Hannoun, di Diego Fusaro, del deputato libanese di Hezbollah Ali Fayyad, della deputata 5stelle Stefania Ascari, dell’ex ambasciatore italiano in Cina Alberto Bradanini, di Elena Basile, di Franco Cardini e d’un mix raggelante di sigle dalle organizzazioni terroriste palestinesi come l’FLP, protagonista di una stagione di attentati negli anni settanta e ottanta anche nel nostro Paese, del FDLP che ha rivendicato la presenza della sua ala armata nelle azioni nei kibbutz di Kfar Aza, Be’eri e Kissufim e del FPL che controlla militarmente Gaza Nord tramite le Brigate della Jihad. Insieme a loro putinisti, no Vax, sigle della sinistra insurrezionalista e dell’estremismo nero bosniaco. Massimiliano Coccia, Linkiesta.
Elon Musk ritiene che la resa dell’Ucraina al genocidio russo su larga scala ci porterà alla pace. Questo è un errore catastrofico. Il rifiuto di sostenere l’Ucraina non metterà fine alla guerra, ma porterà inevitabilmente a un forte aumento dei conflitti in tutto il mondo, alla fine dell’era del diritto internazionale, al collasso dell’economia internazionale e al trionfo delle forze del male. Mikhailo Podolyak, consigliere del Presidente ucraino.
Quanto, all’Italia è sempre bunga bunga. Se non peggio: campo largo e politique d’abord, o l’élite stracciona prima di tutto. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Galliani vince [alle suppletive di Monza] ma vota solo il 19%. Titolo di Repubblica.
La vittorietta a Foggia fa esultare il Pd. Titolo della Stampa.
Nordio avvisa le toghe: «Basta diritto creativo». Titolo del Giornale.
Il giudice Bochicchio / leggeva il Messaggero / disse: «Che cielo nero / cosa succederà?» / (…) / Coi figli va allo zoo / il giudice Bochicchio / e accarezza le sbarre, / dov’è la libertà? Il giudice Bochicchio / leggeva il Messaggero / disse: «Che cielo nero / tra poco pioverà». Tito Balestra, Quiproquo, La Nave di Teseo 2023.
Su tutti i giornali ieri si parlava di un paese costantemente sull’orlo della bancarotta, da decenni schiacciato dal peso di un gigantesco debito pubblico, in cui al ballottaggio delle presidenziali, il prossimo 19 novembre, si confronteranno un «peronista progressista» e un «populista ultra-liberista». La buona notizia è che quel paese non è l’Italia [ma l’Argentina]. La brutta è che potrebbe esserlo. Francesco Cundari, Linkiesta.
Sai che io e... abbiamo una tresca? Lo sa tutta Mediaset, adesso lo sai anche tu... Però stiamo cercando una terza partecipante, facciamo le threesome. Andrea Giambruno, mai abbastanza fuori onda.
Be’, nell’amore di gruppo c’è almeno il vantaggio che uno può dormire [mentre gli altri lavorano]. Ennio Flaiano.
Cosa volete che sia un debito pubblico stramiliardario per chi è primo nel talamo e nell’alcova? Roberto Gervaso.