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 2023  settembre 14 Giovedì calendario

Biografia di Helga Margarete Grimm

Helga Margarete Grimm (1935-2023). La sola discendente dei signori delle fiabe. La sua ultima notte l’ha trascorsa nell’ospedale di Rieti, rapita da un sonno dolce e con il suo principe azzurro accanto. «L’ultima principessa si era rifugiata in una casetta alle porte di Rieti in Umbria (dove anni fa aveva pure piazzato i sette nani in giardino, poi dismessi in garage) ma tutto era fuorché la sprovveduta protagonista delle favole di famiglia. Helga era una tosta, una che semmai avrebbe trovato un ruolo nelle prime versioni delle favole Grimm, quelle più realistiche (e cruente) diffuse prima che la Walt Disney arrivasse ad edulcorare e stereotipare le trame. Insomma, una di quelle donne che nemmeno riesci a identificare con la classica nonnina tremante e indifesa. “Da piccola mi raccontavano la versione di Cenerentola in cui le sorellastre si amputano le dita dei piedi pur di infilarsi la scarpetta di cristallo” ci ha raccontato nel 2017. Sarà stata una questione di dna, ma la sua vita è stata costellata da rocambolesche fughe dai cattivi, matrigne, baci rubati da un principe (siciliano), balli in abito lungo e colpi di scena a un passo dal lieto fine. Tra un’avventura e l’altra però, sono andati persi i bauli che contenevano i manoscritti delle fiabe, i documenti e perfino le bozze del vocabolario che elesse “zio Jacob” a padre fondatore della lingua tedesca. “Quando scappammo da Berlino lasciammo tutto là, nessuno ci pensò”[…]. Ma veniamo al principe che l’ha accompagnata fino a ieri: Guglielmo. Italiano. Aveva l’officina sotto la casa in cui Helga viveva a Tripoli con l’allora marito. E, quando la conobbe, se ne innamorò: la guardava, azzardava qualche timido complimento ma di più non si permetteva, le regalava Baci Perugina. Poi sono seguiti i baci veri. Quando Helga fu costretta a lasciare Tripoli e seguire il marito di allora in Irlanda, scriveva della sua infelicità a Guglielmo: lettere in tedesco che lui si faceva tradurre da un amico. Una volta l’amico disse: “Prima di tradurre ti dico solo una cosa: devi correre a salvare Helga”. Lui partì immediatamente e la portò con sé. Prima a Tripoli, poi a Roma e poi in Umbria. E forse vivere insieme tenendosi la mano fino all’ultimo giorno è uno dei “lieto fine” più belli che l’ultima principessa Grimm potesse avere [Sorbi, Giornale]