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 2023  ottobre 24 Martedì calendario

La versione di Britney Spears

La verità di Britney Spears raccontata nella sua biografia. Dagli scontri con il padre all’aborto al tempo della relazione con Justin Timberlake. Il ruolo di bimba-robot fino al processo e alla libertà negata.
La parte del memoir di Britney Spears che ha fatto subito notizia è quella rivelata in anticipo dal sito di gossip Tmz: Justin Timberlake, che incontrò per la prima volta a 11 anni sul set di Mickey Mouse Club, la spinse ad abortire a 19 anni. Lei avrebbe tenuto il bambino, ma «per Justin diventare padre era assolutamente fuori discussione». Decisero che nessuno deve saperlo, neanche i genitori di lei. Prese delle pillole nella casa in cui convivevano in Florida. Lei credeva di morire, prostrata per ore «a urlare e singhiozzare» sul pavimento del bagno aggrappata al wc. Lui «pensando che forse un po’ di musica mi avrebbe aiutata, andò a prendere la chitarra, tornò vicino a me e si mise a strimpellare». Poi la lascerà con un sms e un mese dopo uscirà il video di «Cry Me a River», nel quale una donna che le somiglia lo tradisce. E i media diranno che ha spezzato il cuore «al ragazzo d’oro d’America».
Ora, vent’anni dopo, Timberlake è accusato di avere usato dei «bot» per difendersi sui social da queste rivelazioni; producono messaggi che ripetono «Due adulti hanno preso una decisione insieme, non vedo il problema». Ma anche Britney lamenta che i media si sono focalizzati troppo su quest’episodio. «Non mi piacciono i titoli che sto leggendo... per questo ho lasciato questo lavoro 4 anni fa!!!», scrive in un lungo post pieno di punti esclamativi. Con The Woman in Me (La donna in me), che esce oggi, in Italia per Longanesi, vorrebbe fare tabula rasa del passato e costruire un nuovo inizio. Più che un manifesto femminista, ha la natura confessionale di un post, ne ha l’ingenuità e la vulnerabilità. «Se mi seguite su Instagram probabilmente pensavate che sarebbe stato scritto solo in emoji, vero?».
È la storia di una donna a cui non è mai stato permesso di crescere e lo sa, che parla della «bellezza di essere una donna adulta» ma non è mai riuscita a esercitare quel potere e quel controllo sulla propria immagine che ha visto nelle star che ammira: Dolly Parton, Jennifer Lopez, soprattutto Madonna, che una volta le praticò «il rituale del filo rosso» per iniziarla alla Cabala e le inviò un baule di volumi dello «Zohar» con cui pregare. Il tema della vita di Britney: recitare il ruolo dell’adulta, senza mai poter crescere veramente. La scaletta massacrante e le responsabilità di una performer bambina. Le gite al mare con la mamma, che la porta a bere daiquiri e white russian e la lascia guidare a 13 anni, ma quando sospetta che fumi le strappa una mano dal volante per annusarla e l’auto esce fuori strada (con la sorella Jamie Lynn di 3 anni dietro, senza seggiolino). A 10 anni, il conduttore di «Star Search» Ed McMahon ammira i suoi «occhioni splendidi», le chiede: «Hai il fidanzatino?». «No, sono cattivi». E lui: «Io non sono cattivo, che ne dici di me?». Dicono che è troppo sensuale. «Non capivo: cosa avrei dovuto fare... un’imitazione di Bob Dylan? Ero una teenager del Sud. Scrivevo il mio nome con un cuoricino sulla I». A 20 anni le fa piacere che Timberlake parli della loro intesa sessuale («Avevo avuto il mio primo rapporto sessuale a 14 anni»), ma è un problema: deve sembrare «vergine a vita».
Si rifugia nelle letture religiose e nel Prozac. Si sente regredire all’infanzia quando soffre di depressione post-partum. Quando Kevin Federline le impedisce di vedere per settimane i due figli di pochi mesi, va a supplicarlo, lui la lascia fuori, in pasto ai paparazzi. «Umiliata, violata, indifesa, braccata», darà «agli zombi» ciò che vogliono: la famosa foto in cui si rasa la testa. «Nessuno – scrive – sembrava capire che ero andata fuori di testa dal dolore».
La «conservatorship» istituzionalizza la sua infantilizzazione: suo padre Jamie, «un alcolizzato... un fallito negli affari, uno che da bambina mi aveva terrorizzata» per 13 anni prende il controllo di tutti gli aspetti della sua vita, annunciandole: «Adesso Britney Spears sono io». Non può mangiare ciò che vuole, guidare, bere alcolici o caffè, né rimuovere la spirale per avere un altro figlio, ma deve continuare a esibirsi con guadagni milionari. Suo padre usa Jayden James e Sean Preston, i figli, che hanno oggi 18 e 17 anni: «La mia libertà in cambio di poter dormire con i miei figli: uno scambio che ero disposta al fare».
È una storia di trauma ciclico. Il 12 novembre 2021 otterrà la libertà, accusando il padre in tribunale di abuso e sfruttamento, dopo mesi in una casa di cura per malattie mentali dove le somministrano il litio. Proprio come fecero alla nonna paterna Jean, che negli anni 60 fu ricoverata dal marito violento in un istituto psichiatrico dove la sottoposero a una terapia a base di litio: a 31 anni si sparò sulla tomba del figlio neonato. Eppure c’è un testardo ottimismo nella vita di Britney Spears. Cose che le danno fiducia nel futuro: i suoi fan, le pazzie con Paris Hilton, una visita a Milano da Donatella Versace nel settembre 2002, poco dopo l’epilogo con Timberlake «Mi fece indossare uno scintillante abito arcobaleno». Non se la sentiva di sfilare, ma Donatella lo capì: «Bevemmo ottimo vino e mangiamo divinamente», «andammo a divertirci» a una delle sue megafeste.
Il memoir dovrebbe chiudersi nella gioia di nuove nozze, ma Britney ha perso un bambino nel primo trimestre e ha divorziato dal terzo marito Sam Asghari dopo che il libro è andato in stampa. Soffre di emicranie paralizzanti. Nonostante le ribellioni (di recente una danza coi coltelli sui social) non riesce a fregarsene del mondo. Nel libro si scusa per cose come «vestirsi male». Si chiede se leggendolo, la sua famiglia, inclusa la madre e la sorella che si sono arricchite con libri sul suo conto, penseranno «anche di sfuggita: Forse ha ragione».