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 2023  settembre 16 Sabato calendario

Biografia di Joseph “Joe” Bastianich

Joseph “Joe” Bastianich, nato a New York, il 17 settembre 1968 (55 anni). Imprenditore, personaggio televisivo e musicista statunitense di origine italiana. «Uno attento a fare tutto bene, perché niente è lasciato al caso» [Marco Lombardo, Il Giornale]Titoli di testa «Il racconto onesto è quello che mi appartiene».Vita Giuseppe per sua madre Lidia, Giuseppino per la nonna Erminia. Appena nato era grassottello, pesava già più di quattro chili. I Bastianich vengono dall’Istria: «Siamo gente di frontiera, è una cultura molto particolare. Io sono di New York, ma dentro di me c’è un po’ di questo». Ovvero? «Una terra di mezzo. Tra Italia, Croazia e i Paesi dell’Est. La cultura dei confini è complicata, siamo un popolo senza terra ma con tradizione forte. Siamo liberi» [Lombardo, cit.] • Quando Vittorio ed Erminia Matticchio, i nonni di Joe, arrivarono a New York era il 10 aprile 1958, un giovedì. «I miei nonni hanno conosciuto l’emarginazione e la fame; sono realtà che lasciano segni forti» [Lombardo, cit.] • Lidia impara a cucinare giovanissima. Sposa Felice, cameriere, anche lui istriano. Nel 1966 comprano un piccolo ristorante italo-americano a Forest Hills, Queens, che chiamano Buonavia. Apre nel 1971. Dieci anni dopo l’apertura, i genitori di Joe vendono il Buonavia, per spostarsi a Manhattan dove aprono il Felidia • «Ero un ragazzo diverso, cittadino di seconda categoria, afflitto da un tremendo complesso di inferiorità» [Lombardo, cit.] • Allevato da mamma Lidia: era severa? «Vuoi sapere se mi picchiava spesso?». Ride. No, per carità. Solo se dava delle regole. Riporto una vecchia intervista, hai detto: «Da giovane ero diverso da come mi vedete ora. Ero un ragazzo molto serio». «Ero serio perché non avevo altre opzioni. Ero un po’ sfigato e senza tanto da mangiare. Dovevo darmi da fare» [Lombardo, cit.] • Da bambino odiava l’Italia. E odiava pure l’accento marcato dei suoi genitori. E si vergognava di come si vestiva la nonna: uniforme da contadina istriana – vestaglia, grembiule e ciabatte – d’inverno. Solo un enorme reggiseno d’estate [Joe Bastianich #Giuseppino. Da New York all’Italia: storia del mio ritorno a casa Utet] • A scuola, nella schiscetta, al posto del pane col burro alle noccioline, lui aveva il panino con la trippa [ibid.] • «A dieci anni la nonna mi regalò una chitarra, a tredici avevo la mia prima band, suonavamo nel garage di casa dove i miei preparavano i salami e conservavano i vini […]. Con il gruppo suonavamo cover dei Sex Pistols e dei Ramones, che erano cresciuti nella stessa via del Queens in cui abitavamo noi. Frequentavo il CBGB’s e il Mudd Club. Per la nostra comunità quello era un mondo corrotto. Ne parlo nella canzone Joe played guitar: suonavamo God Save the Queen e nell’altra stanza la nonna preparava i rigatoni alla bolognese. Vivere in bilico tra famiglia, cibo e punk rock mi ha fatto crescere sano» [Giuseppe Videtti, Rep] • La musica è stata un modo per camuffare la mia italianità e approdare nell’America vera [Lombardo, cit.] • Nel 1985 va al college. Si laurea nel 1989 in Filosofia e Scienze politiche ed entrà a Wall Street diventando bond trader di una grande banca d’investimento, la Merrill Lynch. «Venivo da famiglia di ristoratori italo-americani, ma volevo percorrere un’altra strada». Nel 1991 decide di lasciare Wall Street e di dedicarsi come i suoi genitori al mondo della ristorazione. Ne parla con la madre, che gli consiglia di andare in Italia. Così parte per Trieste. Ad ospitarlo Bruno Vesnaver del ristorante Pick. Poi con una Croma comprata per 4 milioni di lire va nelle Langhe • A pranzo al ristorante di Cesare Giaccone ad Albaretto con Angelo Gaja, produttore di vino, mangia zuppa di cipolle al latte e capretto • Dopo le Langhe, Milano. Lavora al Peck della famiglia Stoppani. Il primo giorno di lavoro lo passa a pulire carciofi. Rimane con le mani nere per giorni • Da Milano si sposta a Montalcino, ospite della famiglia Cinelli Colombini, produttori del Brunello Fattoria dei Barbi. Qui però pensa solo a bere e a cercare di portarsi a letto le ragazze [Bastianich] • La Sicilia, l’ultima tappa del viaggio di Joe. Per tutta l’estate, ogni giorno, andò in spiaggia a Marsala con Marco De Bartoli, il vignaiolo che ha restituito fama al Marsala [Bastianich] • «Grazie agli 80mila dollari prestati da mia nonna ho aperto il primo locale. Lei è ancora mia socia». Il primo ristorante. «Era un grosso rischio, anche perché il fallimento non era un’opzione. Direi che è andata bene» [Lombardo, cit.] • Qualche tempo dopo conobbe Mario Batali, cuoco. Da allora ha aperto più di 40 ristoranti tra stellati e trattorie: «Ho avuto la fortuna di avere ristoranti molto famosi a New York, frequentati da artisti. Prima Becco, che ho aperto nel 1991 nella zona dei teatri, il preferito da Stephen Sondheim e Andrew Lloyd Webber, poi Babbo, nel West Village, dove sono nate delle amicizie vere con David Bowie e Iman, che erano clienti fissi, Lou Reed, che si lamentava sempre, pretendeva di sapere tutto della cucina italiana e in realtà non ci capiva niente, Michael Stipe, Dave Grohl, che mi ha portato in tour con i Foo Fighters, Chris Robinson dei Black Crowes - una sera portò Jimmy Page, che però era diventato astemio» [a Videtti, cit.] • Seguono i ristoranti Lupa, Esca, Casa Mono, Bar Jamòn, Otto, Del Posto e Eataly dove ha il cinquanta per cento delle quote insieme ad Oscar Farinetti. E poi a Los Angeles Osteria Mozza e Pizzeria Mozza, a Las Vegas con B&B Ristorante e Enoteca San Marco e Carnevino e Tarry Lodge a Port Chester, Westport e New Haven . E ancora Orsone a Cividale del Friuli e Joe’s American BBQ a Milano e a Firenze • Nel 1997 fonda la cantina Bastianich: 35 ettari (90 acri) di vigneti. Seguono: Azienda Agricola Bastianich a Buttrio, La Mozza s.r.l. di Magliano in Toscana e la TriTono a Mendoza, Argentina. Ha inoltre acquisito il marchio Brandini a La Morra, in Piemonte • Nel 2009 perde circa trenta chili: soffre di apnee notturne. Dopo otto ore di sonno si sente come se qualcuno lo avesse preso a calci, quindi si decide a seguire il consiglio del medico e comincia una dieta • Alla fine del 2009, riceve una telefonata sul numero fisso di Babbo. È Gordon Ramsey. Gli dice che gli hanno affidato l’edizione Usa di MasterChef e che il ruolo di giudice potrebbe fare al caso suo • Nel gennaio del 2011, è in studio a Los Angeles per girare la seconda edizione di MasterChef Usa e il responsabile di produzione gli annuncia che sono in arrivo “gli italiani” e gli chiede se può portarli a pranzo. Eugenio Bonacci, format manager della casa di produzione Magnolia, e Paola Costa, capo del team degli autori. Bastianich li porta fuori a cena da Osteria Mozza, il ristorante italiano a Hollywood che lui e Batali avevano aperto nel 2007 insieme alla chef Nancy Silverton. Poi vanno a bere un bicchiere a Soho House, un club privato i cui membri sono l’élite dei media. Alla fine della serata, Joe chiede di poter essere uno dei giudici dell’edizione italiana di MasterChef [Bastianich] • La prima volta che Bastianich incontra Cracco è a cena nel suo ristorante. Nonostante sia la prima circostanza in cui si incontrano tutti Cracco si fa a malapena vedere per l’intera serata: rimane in divisa da chef e non si siede mai al tavolo • «Il modo in cui mi rapporto con i concorrenti è sempre in evoluzione. Una delle ragioni è che, non essendo uno chef, mi ritaglio uno spazio in base a quello che Cracco e Barbieri scelgono di non fare. Di certo sono il meno interessato dei tre a criticare il cibo: quello che mi appassiona è raccontare la traiettoria di ciascuno, sia nel suo ruolo di concorrente di MasterChef, sia come essere umano. Last but not least, cerco di essere divertente» [Joe Bastianich] • L’8 ottobre 2011 Bastianich ha partecipato al Campionato del Mondo dell’Iron Man di Kailua-Kona, Hawaii, la più impegnativa competizione sportiva al mondo a svolgersi in un giorno solo. Funziona così: si comincia nuotando nell’oceano per 3,8 chilometri, segue una corsa in bici di 180 chilometri, infine un’intera maratona, cioè 42 chilometri. Tra una tappa e l’altra non si perde un attimo: il tempo di arrivo totale comprende anche i secondi necessari per togliere il costume da bagno e indossare la tuta da bici [Bastianich, cit.] • In ospedale a Udine, Bastianich fu costretto a posare con il personale per una foto ricordo. Una delle infermiere gli suggerì persino di fare un selfie-radiografia insieme [ibid.] • Bastianich, che ha passato la vita a fumare, anche tre pacchetti al giorno, alla nascita della prima figlia smette • L’hamburger secondo Bastianich: «Il punto cruciale di un hamburger non sono le singoli componenti. Certo: la giusta consistenza e grassezza della polpetta sono importantissime, il pane deve essere morbido per assorbire i succhi della carne, e il formaggio è un condimento, non un ingrediente. Ma la cosa davvero fondamentale di un hamburger è la proporzione tra le parti: prendendo in mano l’hamburger, il panino si schiaccia così da stare comodamente nella mano, e a quel punto la carne ammonta a circa i due terzi del totale» [Bastianich, cit.] • Sulla collaborazione con McDonald’s. Mc Donald’s è l’America. L’ America di Joe? «Certo. Quella vera. Non mi piacciono le cose finte, sono persona onesta. E crescendo in America, l’America ha fatto parte della mia vita fin da bambino. Fa parte della vita di ogni persona nel mio Paese. Non c’è la stessa concezione del fast food che c’è qui in Italia». Che c’entra dunque Bastianich con il fast food? «Voi ne avete un’idea cheap, da noi invece non è un ristorante di seconda o terza classe. Ci vanno dal presidente degli Stati Uniti alle star dello sport, fino appunto ai ragazzini. Io stesso almeno una volta al mese ho voglia di sentire quei sapori. E ci vado a mangiare» [Lombardo, cit.] • D’estate, mentre registrate MasterChef, vivete da reclusi negli studi di via Mecenate. Ci racconta come funziona? «Si lavora, si lavora, si lavora e poi basta. La tensione cresce e tu devi rimanere concentrato». Ed è allora che l’ego dei giudici esplode. Si favoleggia di gran scenate dietro le quinte. «Dodici ore a brasare lì dentro, ad aria condizionata spenta perché il rumore disturberebbe le riprese. Non siamo santi» [a Egle Santolini, Sta]. Dopo Masterchef visto in tv anche in Top Gear Italia (2016), Italia’s Got Talent (2020-2021) e Family Food Fight (2020-2021). Nel 2023, con Andrea Belfiore, vince Pechino express battendo Federica Pellegrini e suo marito: «Sono tornato con tre nuovi progetti. Ho investito in un birrificio in India; con Nick, il ragazzo cambogiano che ci ha accompagnato nell’ultima puntata, aprirò un punto vendita dell’Antico Vinaio in Singapore. Mentre Amrat suonerà nel mio prossimo disco. Questo per dire come abbiamo vissuto questa esperienza. Abbiamo coinvolto queste persone in una maniera così reale che anche le conseguenze saranno reali» [Nicoletta Moncalero, Rep] • «Ancora oggi, a 50 anni passati, ho paura delle sberle di Lidia. Devo stare molto attento in pubblico, non si farebbe problemi a mollarmene una» [a Chiara Maffioletti, CdS] • Due album in studio: Aka Joe (2019), Good Morning Italia feat. La Terza Classe (2022). Da ultimo l’Ep Silverado: «Mi definisco uno storyteller, ogni canzone che scrivo è la scusa per raccontare un frammento dei miei 55 anni» • A 40 anni è arrivata la tv, a 50 si sta concentrando sulla grande passione, la musica. Come si immagina a 60? «Speriamo non morto» [a Chiara Maffioletti, CdS] • Tra un tour con la sua band, un podcast alla scoperta del vino e un corso di american barbecue, quel poliedrico imprenditore che è Joe Bastianich, ex giudice di Masterchef e star tv, ha deciso di scommettere ancora una volta sul futuro e sull’Italia. Investendo, questa volta, nella cannabis. Così è entrato in FlowerFarm, uno dei più importanti coltivatori in Italia. E ora promette: «Vedremo presto la cannabis anche come protagonista in cucina» [a Viola Giannoli, Rep] • Lei è stato inviato delle Iene in Ucraina. Che esperienza è stata? «Siamo stati mandati a prendere una famiglia italiana, e siamo capitati proprio nel primo giorno della guerra. Abbiamo visto i primi profughi tentare di scappare, d’inverno, senza una tenda, senza un caffè, senza un albergo. Mi ha sconvolto perché mi ricorda la storia della mia famiglia: mia nonna che è fuggita dall’Istria con mia mamma e mio zio in braccio. Fuggivano dal comunismo, dalla de-italianizzazione dell’Istria» [Giovanni Bogani, Qn] • Diversi libri. Da ultimo Le regole del successo Mondadori (2020) • Nel futuro che cosa c’è? «Sto scrivendo un film sull’emigrazione istriana, sull’esodo degli istriani nel mondo. Sto scrivendo sia un documentario che un racconto di fiction» [Bogani, cit.] • «Avere la possibilità di fare più cose nella vita è un privilegio di cui sono consapevole, è importante trovare un equilibrio tra le cose che ognuno di noi ritiene importanti. Per me, ad esempio, lo sono la famiglia, la musica e i viaggi. Non rinuncerei a niente, cerco un equilibrio. In tv io faccio intrattenimento, cosa che pago in pregiudizi quando arrivo come musicista. Ma non importa, io faccio musica soprattutto perché piace a me, perché mi fa stare bene» [al Giffoni Film Festival] • Tu sei stato più bravo o più fortunato? «Io dico sempre: la fortuna è quando la preparazione incontra l’opportunità. In tutto quel che faccio c’è una preparazione non indifferente. Ma l’opportunità non succede se te ne stai a letto, devi andare a cercartela. Poi c’è la fortuna, che è la magia creata dal timing che è importante nella vita» [a Gianmarco Aimi, Mow]Amori Il rapporto con la moglie, Deanna Damiano, sposata nel 1995, ha risentito molto dalla fama di Bastinich: «Dopo aver passato 15 anni a casa sono sparito, ho cominciato a dividermi tra Los Angeles, New York e l’Italia. Abitando fuori almeno cinque-sei mesi l’anno la situazione si è complicata, abbiamo avuto profondi momenti di crisi, non è mai facile vivere lontani. E di certo le foto uscite sulla stampa non hanno aiutato (gli scatti dei paparazzi hanno alimentato voci su un paio di presunte scappatelle, ndr)». Lui taglia corto: «Le persone con cui sono stato fotografato erano solo amiche, le immagini sono state fraintese, ma non posso prendermela perché so che perdere la privacy è il prezzo della popolarità. Però mia moglie ci è rimasta molto male. E anche per i ragazzi (i suoi figli Ethan, Miles e Olivia di 16, 18 e 20 anni, ndr) quelli sono stati momenti infelici. Ma cosa dovevo fare? Chiudermi in casa? Mi dico che forse non solo per me, ma anche per la mia famiglia, sia stato importante conoscermi per la persona che veramente sono. Magari sapere che ho rischiato, che mi sono buttato, che non ho avuto paura darà ai miei figli la capacità di fare più cose, da grandi. E anche la sofferenza che hanno provato nell’avermi lontano li renderà più grintosi». In un primo momento decidono di non lasciarsi: «Abbiamo messo davanti quello che abbiamo costruito. La mia regola, ora, è che torno a casa a New York ogni volta che posso. E le vacanze tutti insieme sono sacre. Questa è la mia anima italiana: mia mamma Lidia e mia nonna Erminia mi hanno sempre detto quanto gli affetti siano importanti, e ora che sto passando più tempo con loro due mi pento di aver scelto, in molte occasioni, le priorità sbagliate. Sai quante volte i miei figli mi hanno fatto pesare di non esserci stato? Soprattutto i due maschi, molto legati a Deanna... Mia figlia invece capisce di più le esigenze dei genitori come individui. Comunque, per quanto sparpagliata, la nostra è rimasta una famiglia molto unita» [Alessandra Dal Monte, CdS] • Nel 2017 però arriva il divorzio. Da allora molte storie gli sono state attribuite tra cui quella con una ex concorrente di Uomini e donne Roberta Ruiu, durata poco.Titoli di coda «Quando anche l’ultimo cliente se n’è andato è il momento di sedersi al bar con un bicchiere di vino in mano, sapendo di aver nutrito trecento persone che hanno amato il tuo cibo e, per conseguenza diretta, hanno amato te. Per me, questa è una delle esperienze più soddisfacenti che esista al mondo».