20 settembre 2023
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Biografia di Pasquale Tridico
Pasquale Tridico, nato a Scala Coeli (Cosenza) il 21 settembre 1975 (48 anni). Ordinario di politica economica a Roma Tre. Già consulente di Luigi Di Maio. Ideatore del reddito di cittadinanza (poi superato con la legge di bilancio 2022) e del decreto dignità (poi modificato con il decreto lavoro del 1° maggio 2023). «Economista di sinistra, uomo fidato di Giggino, scrittore in stile Dibba» (Luciano Capone, Foglio, 21/2/2019) • Nel 2018 fu indicato dai 5 Stelle come candidato al ministero del Lavoro. Nato il Conte I, non se ne fece nulla. Nel 2019 gli trovarono un posto come presidente dell’Inps (è giunto a scadenza nel maggio 2023). Preso possesso del suo ufficio a palazzo Wedekind, confidò: «Io mi considero figlio del welfare» • «Senza lo stato sociale io non sarei qui, oggi, a parlarle». In che senso? «Lei non sarebbe venuto a cercarmi». Non mi sottovaluti. «No, ma in ogni caso non mi avrebbe trovato. Ci sarebbe stato sicuramente “un altro” Tridico. Ma forse non si sarebbe diplomato, sicuramente non si sarebbe laureato, di certo non sarebbe uno studioso del reddito di cittadinanza». E cosa avrebbe fatto l’altro Tridico, senza lo stato sociale? (Sospira) «L’emigrante. Il lavapiatti in Germania. Forse, con un po’ di fortuna, il cameriere caposala. Ero a buon punto» (Luca Telese, Panorama 28/5/2019).
Titoli di testa «Pasquale Tridico mi riceve nel suo ufficio di Palazzo Wedekind, un’ampia stanza di uno dei plessi più belli di Roma. Proprio di fronte a Palazzo Chigi. In Italia potere politico e la previdenza si guardano da vicino» (Telese).
Vita Origini umili. Un paesino a nord di Crotone, 800 abitanti, adagiato su una collina. Il padre, Francesco, fa il guardiano delle vacche. «I miei non sapevano né leggere né scrivere. Papà, per giunta, non sapeva nemmeno parlare. Era sordomuto dalla nascita, considerato un ritardato». Pasquale è l’ultimo di sette fratelli • «Nel 1979 lo stato sociale entra per la prima volta nella vita della mia famiglia. Mia sorella maggiore, vent’anni più grande di me, con grandi sacrifici arriva a Salerno per l’università e si laurea. Mentre studia, scopre che la sindrome di mio padre è curabile, e che la mutua poteva passargli - gratuitamente - un apparecchio acustico. Questo gli cambia la vita: recupera l’udito e persino la parola, anche se, per tutta la vita, parlerà come un bambino». «Un altro mio fratello, il secondo, va a studiare a Torino. Dove scopre che c’è possibilità del “collocamento obbligatorio” per le persone come lui - noi non lo sapevamo!» • Il fratello di Pasquale convince il padre a fare domanda per un posto di bidello in una scuola torinese. La presenta lui. Tridico ottiene il posto, nel 1981 la famiglia si trasferisce al Nord • La fortuna della sua vita. (Ride). «Mica tanto… In Calabria ero il primo della classe, a Ferriera, nella periferia di Torino, divento l’ultimo». Perché? «Per l’accento, per le inflessioni dialettali, non so: diventavo a tutti gli effetti «un terrone». Per integrarsi bisogna avere anche fortuna» (Telese) • Dopo due anni, Pasquale e la madre tornano in Calabria. Due case, due città, grandi spese, alla famiglia servono soldi. «A partire dai miei 15 anni, per quattro mesi all’anno, faccio vacanze-lavoro in Germania. Con un mio cugino, Ottavio, che aveva la mia età» • Il suo primo viaggio, verso Monaco, è un’odissea. «Non potevamo espatriare da soli, perché avevano meno di 16 anni. Ci accompagnava un altro cugino. Che però, a Metaponto, si accorge di aver dimenticato il documento: “Io torno indietro, vi spiego come fare”. Al Brennero il controllore prende le carte di identità e ci dice: “Dovete scendere!”. Lo facciamo. Ma appena vediamo la divisa che passa di vagone, spiando dai finestrini, attraversiamo la ferrovia strisciando sotto il treno, tra i vagoni. Poi giriamo intorno alla carrozza, risalendo in quella che aveva già controllato. Videro tutti, ma nessuno ci denunciò» • «Arrivati a Monaco l’unica cosa che sapevamo è che dovevamo andare al ristorante Bellaroma, in Teodolinde platz. Non sapevamo come fare. Appena scesi incontriamo un paesano. Baci, abbracci, e lui ci dice: “C’è un vostro cugino che fa le pizze qui, nel chiosco della Banhof!”». Coincidenza incredibile. «Mica tanto: poi scoprii che era più facile trovare un calabrese che un tedesco». Finisce a fare il lavapiatti e impara il tedesco? «Quale tedesco? Il napoletano, il siciliano, il pugliese stretto. Un master in dialettologia. E intanto faccio carriera. Primo anno lavapiatti. Secondo anno lavapadelle, posto privilegiato e ambito perché ce ne sono meno. Terzo anno, una pacchia: le insalatiere, non ti sporchi». E la sala? (Risata). «In sala c’erano quelli del Nord, che parlavano le lingue. Ma il quarto anno riesco con un salto sociale: divento cameriere». E finisce l’avventura tedesca? «Sì, dopo cinque anni vado all’università e trovo un lavoro da animatore, e poi coordinatore nelle colonie estive con l’associazione Aquilone». Come Alessandro Di Battista! (Ride). «Sì, ma lui al mio confronto era una rockstar. Per me uscire dal ristorante era una vacanza» (Telese) • Le superiori le fa in Calabria. Liceo scientifico. «In un paese in cui i diritti venivano concessi come una elemosina dai don, i notabili, i latifondisti. Sognavo di cambiare quel mondo, ho iniziato lì a fare politica. Prima come rappresentante di classe. Poi nella Fgci. Ma facevo anche musica, teatro, suonavo il flauto traverso» • Quindi a Roma. Università La Sapienza, facoltà di Scienze politiche. Tutto grazie a una borsa di studio. «Prendevo sei milioni di lire all’anno per merito e reddito. Due per l’alloggio, con quattro campavo senza chiedere una lira a casa». Un posto letto alla casa dello studente di via De Lollis, dietro la stazione Termini • Anche a via De Lollis molti terroni? «Uhhh! Aspettavamo insieme il primo lunedì del mese. Alla stazione Tiburtina i pullman della Simet portavano i pacchi che le famiglie ci mandavano da casa: soppressate, ’nduja, pasta, conserva di pomodoro buona. Erano le economie familiari. Gli autisti, che ci conoscevano, trasportavano i pacchi gratis per solidarietà. Li prendevano dalle nostre madri e li davano a noi» • Sono anni epici. Nella sua stanza alla casa dello studente, la 112 – tre metri per tre – ci porta a vivere, da abusiva, anche la fidanzata. «Oggi sarebbe considerato un danno erariale, all’epoca si riusciva a sgattaiolare» • «Gliene dico un’altra. Tra gli studenti fuorisede molti erano idonei ma senza posto. Ai tornelli della mensa, con un solo tesserino, passavamo in due: ogni giorno mi portavo uno di loro». Un pasto in due? «Primo, secondo, contorno e frutta. Ma gli inservienti facevano sempre porzioni abbondanti per gli “idonei”». Lei è il presidente di un’istituzione e mi racconta una biografia piena di illegalità. (Sorriso). «Io li definirei “peccati di socialità”: era un “welfare familiare” semi-clandestino» (Telese) • Tridico si laurea nel 2000, tesi sulla ex Jugoslavia. Poi ci sarebbe il servizio militare, lui fa l’obiettore di coscienza presso un Dipartimento di cooperazione della Regione Lazio. «Lì mi è capitata la cosa più folle della vita. Durante la campagna di aiuti internazionali devo portare dei medicinali a Cuba. Accetto con entusiasmo anche immaginandomi una sosta ai Caraibi. E invece per risparmiare l’associazione mi fa tornare con lo stesso aereo dopo una sosta di due ore. L’unica cosa che ho visto di Cuba è il check in dell’aeroporto. Mai più tornato». Il servizio civile viene sospeso perché riesce a vincere il dottorato in economia • Suoi interessi di ricerca: il mercato del lavoro, sistemi di welfare, disuguaglianze e distribuzione del reddito, varietà di capitalismo. Due o tre esperienze internazionali come ricercatore. «Un curriculum non stellare» (Iacometti) • «Durante i suoi periodi all’estero inviava a colleghi e amici lunghe mail, specie di diario-reportage delle sue giornate. E queste corrispondenze, poi raccolte in tre libri, ricordano proprio lo stile di Di Battista: “La velocità a cui vanno le macchine qui è incredibile”, scriveva da New York. “Questo paese è stato costruito non per le persone ma per le macchine. La Gm, la Ford e le altre case automobilistiche di Detroit hanno fatto per decenni pressioni sui governanti affinché costruissero strade lunghe e larghe, da est a ovest, da sud a nord, per macchine sempre più grandi e veloci. In questo modo sono nate le famosissime strade americane”, raccontava in Lettere dall’America (per gli appassionati del genere: gli altri due libri sono New York tra racconti ed emozioni e Racconti latini tra passione e tango - l’Argentina al tempo di Papa Francesco)» (Capone) • È in quel periodo che diventa uno specialista in sussidi e reddito di cittadinanza. «Inizio a studiarlo, a comparare i modelli, a scrivere articoli. Nel 2013 tra tutti i Paesi europei, l’Italia spendeva un terzo di quello che gli altri spendevano per i sussidi! Mi sembrava una follia». Nel 2014 pubblica un articolo scientifico sulla rivista Argomenti in cui immagina un modello italiano di reddito di cittadinanza, un articolo che arriva fino a Luigi Di Maio • «A partire dai primi incontri con i parlamentari grillini nel 2013 è man mano diventato organico al M5s, condividendo tutte le scelte strategiche più importanti. E anche quelle di comunicazione. Quando è entrato nella squadra di Di Maio […] ha accettato le direttive casaleggiane che imponevano un accentramento e un reset della comunicazione, chiudendo il suo blog intimista in cui univa la riflessione economica alla vita quotidiana (ad esempio Tridico scriveva che la “modalità con cui si va al mare in Calabria” è diversa rispetto al “centronord”: “In Calabria andare al mare è qualcosa di spontaneo e genuino, è come bere l’acqua alla fontana, come andare a correre in un parco, come andare ai giardinetti. In altre parole il mare è pubblico e anche la spiaggia, e perciò non è mediato dal mercato, che discrimina, esclude, crea rivalità”)» (Capone) • A febbraio 2018, a una settimana dalle elezioni del 4 marzo, Luigi Di Maio manda via posta elettronica al Qurinale una lista di ministri per il futuro governo 5 Stelle. Presidente del Consiglio: Luigi Di Maio. Ministro dell’Ambiente: generale Sergio Costa. Ministro dell’Agricoltura: la ricercatrice Alessandra Pesce. Ministro della Pubblica amministrazione: professor Giuseppe Conte. Ministro del Lavoro: professor Pasquale Tridico. Una sorta di governo ombra. Dal Movimento dicono: «Cortesia istituzionale». Secondo il Corriere: «il Colle non avrebbe alcuna intenzione di aprire la mail, almeno fino a spoglio avvenuto» • Tridico già si cala nel ruolo. Rilascia dichiarazioni, spiega il programma, concede interviste: «È la prima volta che una forza politica presenta la squadra di governo agli elettori prima del voto. Penso sia fantastico» «È urgente invertire le politiche di estrema flessibilizzazione del mercato del lavoro». «Il reddito di inclusione di Gentiloni è una misura insufficiente. 187 euro a persona!». «Noi proponiamo un reddito minimo condizionato, rivolta a circa 10 milioni di persone a cui permetterà anche di formarsi e di trovare un nuovo lavoro, nel caso non ce l’abbiano». «Il reddito di cittadinanza farà aumentare anche il pil potenziale e quindi i margini di flessibilità in deficit concessi automaticamente in rispetto alle clausole europee». «Stiamo pensando a un superamento graduale della legge Fornero». Com’è andata la prima riunione del consiglio dei ministri ombra? «Mi sentivo come a un prestigioso convegno internazionale. Il livello delle personalità è elevatissimo» (Ilario Lombardo, Stampa 28/2/2018) • «Tridico era il ministro del Lavoro del fantagoverno del M5s e lavorava in tandem con Andrea Roventini, fantaministro dell’Economia: uno spiegava il reddito di cittadinanza a Di Maio, l’altro i moltiplicatori keynesiani via Skype alla Castelli. I due economisti turbo keynesiani, critici del Pd perché non abbastanza di sinistra, erano d’accordo su un punto: mai al governo con la Lega» (Capone) • Sicché, appena partono le trattative per la nascita del governo gialloverde Tridico rimette l’incarico di fantaministro nelle mani di Di Maio: «Con la Lega c’è una diversità fondamentale di valori su Europa, migranti, diritti civili e anche sulla politica economica» • Va a Bologna, a un convegno con Maurizio Landini e Stefano Fassina. «Io ho un’altra sensibilità, avrei preferito un’altra alleanza, un altro contratto» «Nel contratto di governo sul lavoro non c’è nulla e quel che c’è è qualcosa di assolutamente peggiorativo». Lei quindi esce dal Movimento 5 Stelle? «Io non esco dal Movimento perché non sono mai stato dentro, sono un tecnico. Nel Movimento ci sono diverse anime e anche Luigi ha una sensibilità molto forte per il lavoro. Mi auguro che la sua guida possa spostare verso un programma orientato agli ultimi». È un po’ deluso? «Certamente, c’è una questione personale di coerenza» (Rep 19/5/2018) • «Non se la sentiva neppure di sedersi allo stesso tavolo di Salvini e dei suoi per le contrattazioni sul programma di governo. Ora invece Pasquale Tridico diventerà, molto probabilmente, il nuovo presidente dell’Inps proprio grazie a un accordo tra Lega e M5s. Al posto di Tito Boeri sembrava destinato l’ex direttore generale dell’Inps Mauro Nori, in quota Lega, con Tridico come vice, in quota M5s. Ma all’ultimo minuto le cose si sono ribaltate e al vertice dell’istituto di previdenza sembra destinato, ma di questo nella Lega ne sono convinti meno che nel M5s, l’uomo di fiducia di Luigi Di Maio, il suo consigliere per tutto ciò che riguarda il “reddito di cittadinanza”. Sarà una coincidenza, ma l’accelerazione improvvisa sul nome di Tridico è arrivata dopo il salvataggio di Matteo Salvini sul caso Diciotti e, pertanto, sembrerebbe una sorta di tributo richiesto alla Lega per la prova di fedeltà mostrata dal M5S» (Capone) • Scrive Maria Scorpiniti sul Quotidiano del Sud il 23/4/2019: «Emozionatissimo, si è concesso ai tantissimi amici che, insieme alla mamma, ai fratelli e ai parenti, gli hanno dimostrato grande affetto e tutto l’orgoglio per averlo con loro. Ma è stata l’intera comunità di Scala Coeli, sabato scorso, ad accoglierlo con gli onori che si tributano a un figlio illustre, partito qualche anno fa dal piccolo paese, e che, con impegno, studio incessante e una buona dose di sacrifici, ha acquisito competenze tali da consentirgli di raggiungere traguardi considerevoli: già docente di Economia Politica all’Università Roma Tre, ora alla guida il più importante Istituto pubblico italiano di previdenza sociale. In lui il Governo centrale ripone la massima fiducia […] L’arrivo di Tridico presso la delegazione comunale, è stato salutato dall’Inno di Mameli suonato dalla locale banda musicale e da una pioggia di confetti versata sul suo capo da signore anziane che lo hanno visto bambino giocare per le strade del piccolo paese. Lui non si è sottratto agli abbracci, fermandosi a parlare con tutti. Nel momento ufficiale, i saluti del sindaco di Scala Coeli Giovanni Matalone e dei consiglieri, tra cui il cugino Salvatore Tridico, del presidente del circolo Legambiente Nicà, Nicola Abruzzese, nonché dei primi cittadini Nigro di Pietrapaola, Santoro di Terravecchia, Chiarello di Campana, Russo di Crosia, Baldino di Paludi, Cornicelli di Mandatoriccio e di Arcuri, assessore di Cariati;è intervenuto anche Francesco Madeo, funzionario e rappresentante sindacale, che ha chiesto al Presidente Inps il ritorno alla centralità territoriale per la sede della città del Codex, declassata nelle sue funzioni. La rassicurazione di Tridico è stata chiara: “La pratica è già sulla mia scrivania”, ha detto […]. E laddove non c’è, ha assicurato, saranno creati Punti Web presso i Comuni, collegati con l’Istituto. A margine dell’evento istituzionale, il Presidente Tridico ha risposto alle nostre domande. Prof. Tridico, qual è la sua emozione in questa giornata? “Questo affetto per me è molto importante. Torno volentieri a Scala Coeli, come tanti che stanno fuori, a Natale, in estate, a Pasqua… è normale abbracciare la mia gente. Oggi lo faccio in modo diverso, perché mi hanno tributato una grande stima”. Cosa porta nel suo cuore della sua infanzia? “Porto tutto, il legame con la mia terra è fortissimo. Spero che un giorno mio figlio abbia le stesse mie emozioni e possa ritornare a Roma a malincuore. È il mio augurio più bello. Se così fosse, vorrebbe dire che ha acquisito i valori che fanno di questa terra qualcosa di speciale”».
Denari Il 7 agosto 2020, in piena estate, un decreto interministeriale firmato dai ministri del Lavoro Nunzia Catalfo e dell’Economia Roberto Gualtieri dette via libera a un aumento di stipendio per il presidente dell’Inps: da 62 mila a 150 mila euro lordi l’anno. L’aumento doveva essere riconosciuto «dalla data di nomina», cioè secondo il decreto a Tridico spettavano anche 100 mila euro di arretrati • Scoppia lo scandalo. Il collegio dei sindaci dell’Inps fa notare che gli arretrati per legge devono scattare alla data dell’insediamento (15 aprile 2020), non della nomina (22 maggio 2019) • All’Inps spiegano inoltre che i 150 mila euro per Tridico erano un aumento dovuto, perché un presidente non può interloquire sempre con chi prende molto più di lui: 240 mila euro l’anno i dirigenti di prima fascia, compresi i direttori regionali, 160 mila per quelli di seconda fascia, compresi i vice regionali. I giornalisti più accorti ricordano che gli stipendi dei vertici di Inps e Inail sono frutto di un patto Lega- M5S siglato ai tempi del Conte I, la legge istitutiva di Reddito di cittadinanza e Quota 100 (la 26 del 2019) prevedeva che le retribuzioni fossero fissate con decreto del ministro del Lavoro. Ma sono considerazioni subito travolte dalla bufera politica • Il premier Conte in forte imbarazzo. Persino Luigi Di Maio lo scarica e fa mettere per iscritto «una richiesta di chiarimento». Gli anti-grillini gongolono: «Stanno imparando a loro spese quale è il prezzo della retorica anticasta». Dall’opposizione, Giorgia Meloni chiede le dimissioni: «Ora la casta sono loro».
Religione Disse di aver apprezzato il gesto del cardinale Krajewski che nel maggio 2019, a Roma, armato di pinze e cacciavite, riprestinò la corrente elettrica a uno stabile occupato cui le autorità l’avevano sospesa. «Come cristiano posso dire che sono lieto che un pastore di anime si preoccupi delle vite, che risponda alla legge del Vangelo, oltre che a quella degli uomini».
Curiosità Cantante preferito: Francesco De Gregori • Non tollera che si parli dell’Inps come di un «carrozzone» • Non tollera nemmeno che si dica che i percettori del reddito di cittadinanza siano rimasti a girarsi i pollici sul divano • Sua sorella, la primogenita che andò a studiare a Salerno, fu ammazzata dal marito. «Fu un femminicidio, anche se all’epoca non esisteva ancora il termine» • Divenne ordinario a Roma Tre con un concorso in cui era l’unico concorrente • Visto alla prima dell’ultimo spettacolo di Beppe Grillo. «Non potevo mancare: è un amico» • Nel maggio 2019 il quotidiano francese Libération, per indicare il nuovo sconosciuto presidente del Consiglio italiano, pubblicò in prima pagina la sua foto al posto di quella di Giuseppe Conte • Nella camera 112 della casa dello studente di via De Lollis abitò anche Paolo Liguori • Oggi dice che l’abolizione del reddito di cittadinanza per lui è stato un colpo al cuore, che la Meloni fa la guerra ai poveri, che il governo di destra ha creato un clima di terrore sociale, che i nuovi sussidi sono una presa in giro.
Titoli di coda Lei è spesso vicino a Giuseppe Conte e molti la danno come sicuro candidato del M5s alle europee del 2024. «Il mio impegno prossimo è quello di settembre: tornare a insegnare a Roma Tre. Sul resto, vedremo» (Massimo Franchi, il manifesto 30/7/2023).