29 settembre 2023
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Biografia di Monica Bellucci
Monica Bellucci, nata a Città di Castello (Perugia) il 30 settembre 1964 (59 anni). Attrice. Modella. Diva internazionale • «Ipnotica» • «Divina» • «La donna più bella del mondo» • «La donna più sexy del mondo» • «Un’icona dell’italianità nel mondo. Un simbolo. Come la Torre di Pisa» • «Di una bellezza al contempo erotica e materna, forte e femminile, irraggiungibile eppur terrena, ha ricoperto spesso il ruolo di oggetto del desiderio» (Treccani). È stata prostituta e baronessa, Cleopatra e Bond Girl, sex symbol e moglie infelice, Maria Maddalena e vittima di uno stupro, figlia devota e diva fascista, fatina e strega, perfino – di recente – la reincarnazione di Anita Ekberg. È stata diretta da registi come Dino Risi, Giuseppe Tornatore, Francis Ford Coppola, Emir Kusturica, Alice Rohrwacher, Mel Gibson, Claude Lelouch, Spike Lee, Sam Mendes, Marco Tullio Giordana • Daniel Auteil, suo partner sul set di N – Io e Napoleone (Paolo Virzì, 2006), ne rimase incantato: «Il miglior bacio che mi sia mai capitato al cinema» • Robert De Niro, quando lo chiamarono per Manuale d’amore 3 (Giovanni Veronesi, 2011), accettò la parte solo perché c’era lei: «È molto bella. Potremmo dire una bellezza universale. È la fantasia di tutti gli uomini» • Da anni ha lasciato l’Italia ed è andata ad abitare nel Quartier Latin, a Parigi, sulla rive gauche. «In Italia mi sentivo come una mucca piena di latte che non è spremuta e a cui scoppiano le mammelle».
Titoli di testa Un giorno, agli inviati dei giornali che volevano intervistarla, disse: «Per favore, non mi fate domande difficili».
Vita Allattata dalla mamma fino a 19 mesi. Il padre, autotrasportatore, la portava sul camion in giro per l’Europa • «Sono cresciuta nella bambagia. A Città di Castello, dove passavo la maggior parte del mio tempo, ero protetta e felice. Mio padre lavorava tantissimo, era sempre via, ma quando tornava sapeva bene come farsi amare. Mia madre aveva quattro fratelli, tutti con figli. Un famiglione». Per il resto? «Un mondo quasi arcaico, tutto al femminile» (Malcom Pagani, Rep 25/3/2023). Un mondo fatto di «zie, nonne molto forti, una madre onnipresente». Un’infanzia spensierata. «I cappelletti in brodo che mi preparava mia nonna, le merende delle zie, i dolci del Natale». Le tavole imbandite: «Cugini, parenti, allegria» • Da ragazzina comincia a farsi notare. Monica cresce in fretta, «a quattordici anni ero già così». Fuma. È ribelle. «Quella era un’Italia pia», «io sono il duplice prodotto di una madre cattolica e di un padre ateo, che non credeva in niente» • «Sono nata in provincia. Lì qualsiasi bella ragazza suscita una curiosità morbosa. Dà fastidio. Per il solo fatto di esistere. Basta che parli con uno e già ci sei andata a letto. Per i maschi sei un oggetto, per le donne una puttana». «Quando uscivo da scuola, passavo per le stradine laterali per evitare di affrontare le occhiate degli uomini» • È vero che un giorno al liceo un docente le disse di struccarsi? «Sì, il professore di latino e greco. Avevo 14 anni, quarta ginnasio. Che poi avevo un po’ di mascara, niente di più...» Ne rimase scioccata? «Per nulla. Ubbidii e basta» (Leonardo Martinelli, Sta 1/4/2020) • «La prima volta che ho fatto l’amore? Sono stata fortunata pure lì. Avevo quattordici anni e mezzo. Precoce. Lui aveva diciotto anni e mezzo, quattro più di me. La ricordo come una esperienza bellissima. Avrei potuto farlo molto prima, perché comunque ero molto libera, ma l’ho fatto con un ragazzo di cui ero innamorata, che mi piaceva fisicamente e tutto è avvenuto nel più bello dei modi. Dove? In macchina, era una Lancia». Il padre, quando lo viene a sapere, commenta: «D’amor carnale non è mai morto nessuno» • «Non ero una studentessa modello. Uscivo molto e a volte arrivavo a scuola in coma e non sapevo neanche che materia ci fosse». «A sedici anni compravo i libri dei grandi fotografi e vedevo, a scapito degli studi, anche tre film al giorno» • «A scuola non era molto amata, e neanche troppo brava», racconta una compagna di studi. In prima liceo, fu bocciata. «Bisognava dare l’esame delle suore. Se la videro davanti con gli occhi truccatissimi, la tuta nera, i tacchi alti. E la bocciarono» • Monica ha altre cose per la testa. «Ho sempre saputo di volere fare l’attrice, fin da bambina. Non ho mai preso in considerazione nessun’altra professione». È sempre al cinema, trascorre i pomeriggi guardando i classici in tv. Ama le grandi protagoniste del cinema italiano: Sophia Loren, Virna Lisi... «Non credo esista un prototipo unico di femminilità italiana. Si tratta di una pluralità di femminilità, molto diverse tra loro». «Ma tutte avevano una cosa in comune», dice, «parlavano francese e inglese, e hanno avuto carriere internazionali» (Pierre Groppo, Vanity Fair 9/5/2023). Inizia come modella: «Ero un po’ troppo rotondetta: mi avevano consigliato di perdere qualche chilo, allora andavano le modelle bionde e magrissime. Ma io non ci ho mai creduto: ero convinta che le forme mediterranee, gli occhi scuri, i capelli lunghi, sarebbero stati la mia fortuna». «Poteva capitare che in mezzo all’anno scolastico partissi per due settimane per lavorare a Parigi, a Londra o a Milano ritrovandomi catapultata in un mondo, quello della moda, che non somigliava al posto in cui ero nata e cresciuta. Poi tornavo a casa e per ritrovare l’equilibrio Città di Castello era l’ideale». «A Città di Castello, nella mia classe, non c’era un solo figlio di divorziati. A Parigi, quando arrivai per la prima volta, le mie coetanee non solo avevano i genitori separati, ma si erano detti addio a tempo debito anche i loro nonni». «Ero incredula. Era come entrare in un frullatore. Per strada vedevo manifesti enormi, cartelloni giganteschi in cui due uomini o due donne invitavano all’uso del preservativo. Mi dicevo ma che è? Ma dove sono capitata?» (Pagani) • Al cinema la fece esordire Dino Risi. «Sul divano di casa avevo visto con mio padre e mia madre La stanza del vescovo. Ero molto giovane e non avevo capito tutto. Però penso che trovarmi sul set con Dino non sia stato un caso». E cosa allora? «Un incontro. Qualcuno ha detto che nella vita non ci sono coincidenze, ma solo rendez-vous. Sono assolutamente convinta che sia così» (Pagani) • Monica ormai è lanciatissima, molla la facoltà di giurisprudenza e si dedica a tempo pieno alla sua carriera • Nel ‘98, già modella affermata, incassò 40 mila dollari per quattro uscite alla sfilata romana di Fendi. Nella prima indossava top e gonna di pelliccia di talpa, sul braccio un cappotto di zibellino. Lo stesso anno il mensile Max, che fa sempre un sondaggio per esser certo della popolarità del personaggio prescelto, le fa fare il calendario: «Scoprirmi non mi crea imbarazzo… Un corpo è bellezza, come una poesia, un quadro, una statua» • Nel 1999 Giuseppe Tornatore girò con lei lo spot in bianco e nero di Dolce & Gabbana. Poi le assegna la parte della vedova che negli anni Quaranta fa impazzire di desiderio un ragazzino in Malèna • Paolo Virzì: «Monica sul set ha l’entusiasmo e la modestia di un’allieva del Centro Sperimentale di Cinematografia. Quando ha fatto il bagno nella vasca ignuda, dovevate vedere con quale noncuranza ha accettato i teli dei macchinisti che avevano il batticuore» • In Manuale d’amore 2 di Giovanni Veronesi è una matura e sexy fisioterapista che seduce un ragazzo paraplegico (Riccardo Scamarcio). Memorabile la scena di sesso sulla carrozzella, definita dalla Bellucci «la più erotica che abbia mai interpretato»: «Una donna che sceglie di far sesso solo per il gusto del sesso. Era ora che qualcuno scrivesse una storia del genere dove passa il messaggio che anche le donne possono dissociare l’amore dalla carne e provare piacere solo per una notte!». Riccardo Scamarcio, 27 anni: «Fare sesso con Monica Bellucci sul set è stato faticoso: l’abbiamo fatto per cinque ore di fila, perché il regista ci teneva molto. Voleva filmare la scena da diverse angolazioni e c’era solo una macchina da presa». Momenti di imbarazzo, nessuno: «Lei è stata molto simpatica e professionale. Non l’ho nemmeno vista nuda perché nella scena siamo vestiti, lei seduta sopra di me che sono in sedia a rotelle» • È la baronessa «godereccia e un po’ mignotta» del film N – Io e Napoleone di Paolo Virzì, in cui le è stato chiesto di esprimersi in umbro. «Mi sono molto divertita. Alla parlata di Città di Castello ho aggiunto una punta di perugino». Con questo cocktail di dialetti, Gabriella Germani l’ha imitata da Fiorello a Viva Radio2 • Nel 2009 viene scelta come testimonial dei mondiali di nuoto di Roma dal suo amico Giovanni Malagò. Alla radio Fiorello si scatena: «La Bellucci testimonial dei Mondiali di nuoto: “Credevo che dorso, farfalla e rana fossero posizioni del Kamasutra”» • Le prese in giro, a volte, diventano vere e proprie stroncature. La critica, al solito, è divisa • «La Bellucci? Una bella ragazza ma niente di più» (Gianni Boncompagni) • «Monica Bellucci è un panetto di burro» (Oliviero Toscani) • «Una bella donna ma non è certo una brava attrice» (Luca Barbareschi) • «Non direi che non sa recitare, a volte le sue scelte non sono eccezionali...» (Fulvio Lucisano) • «È talmente bella che chi se ne frega. E a differenza del 90% delle attrici italiane non puzza di sfiga» (Marco Giusti) • «È una star e le star non sono mai le migliori attrici della loro generazione. Sono donne bellissime circondate da un alone di glamour mistero e fascino. E tanto basta» (Enrico Vanzina) • «È la sua femminilità totalmente consapevole che la fa amare. È una donna fiera di essere donna, non si vergogna dei suoi seni, non si vergogna di sentirsi desiderata, non si vergogna di eccitare i sensi degli uomini. Questo è il suo segreto, lo stesso di Ava Gardner, delle star di una volta» (Bernard Blier) • Le critiche all’inizio erano violente. Lei si chiedeva: «Perché scrivono così tanto di me se non valgo niente?». (Ride). «Scusami eh, ma io venivo dalla moda! Oggi che moda e cinema sono quasi una cosa sola sarebbe diverso, ma allora la diffidenza verso un mondo considerato alieno era normale. La mia immagine poi arrivava prima di me e andare al di là di quell’immagine era complicato». Era un’immagine potente. «Starnutivo e arrivava una copertina. La mia fisicità mi era d’aiuto, ma anche un danno» (Pausa, sorriso, risata piena) «… e io ho cercato di usarla più come aiuto che come danno» (Pagani).
Amori/1 Primo matrimonio il 3 gennaio 1990 a Montecarlo con il fotografo italiano di origini argentine Claudio Carlos Basso. Si separarono dopo un anno (Chi 20/12/2006).
Amori/2 Nel 1999 sposò il collega francese Vincent Cassel. Il loro primo incontro durante i provini per il film L’appartamento di Gilles Mimouni. Lei: «Vincent aveva la testa rasata, stava girando L’odio. È arrivato con un’aria molto sicura di sé e io ho avuto subito una sensazione di rifiuto. Mi sono chiesta: “Ma questo chi si crede di essere?”». Lui: «Io avevo chiesto al regista: “Ma con tutte le attrici che ci sono in Francia, perché prendi una modella italiana?”». Cassel, quando lei rimase incinta (2004), era così contento da mettere l’ecografia della pancia come sfondo del cellulare • Lui le fece la proposta di matrimonio in autostrada, porgendole il pacchetto con l’anello (Elvira Serra, CdS 27/8/2013) • Lei volle partorire a Roma, ospedale Fatebenefratelli: «Volevo partorire in italiano. Nei momenti importanti si ha bisogno di tornare a casa» • Valutazione giornalistica di una sua foto incinta: 500 mila euro. Nel 2003 chiese 300 mila euro di risarcimento al settimanale Vip per una sua foto sul set in cui il vento le spostava l’accappatoio • La prima figlia si chiama Deva, che in sanscrito significa «divina»: «Suona un po’ italiano e poi lei è la mia creatura celeste» • La seconda figlia nel 2010, Léonie. «I figli crescono come vogliono loro, ed è giusto così. Alle bambine do tantissimo amore, viaggiamo insieme, le porto sempre con me. Le accompagnerò verso la vita adulta e, se da grandi mi rispetteranno, sarà per amore. So che a un certo punto prenderanno il volo, e allora io non controllerò più nulla» (a Fulvia Caprara, Sta 7/11/2010) • Nell’agosto 2013 ha annunciato, attraverso un comunicato, la fine del matrimonio con Cassel: «Ci sono amori che non finiscono, ma si trasformano in amicizie ancora più solide. Io e Vincent ci impegneremo per non far mancare tutto l’amore possibile alle nostre due splendide figlie. Dopo 15 anni d’amore io e Monica abbiamo deciso di prendere strade diverse, ma ci lega comunque un rapporto d’affetto profondo e di stima reciproca». Da alcuni mesi lui si era trasferito a Rio de Jainero, da solo (all’inizio doveva venire anche lei, ma lo andava a trovare solo ogni tanto) ufficialmente per poter praticare meglio il surf, sua grande passione, ma si disse anche che lo avesse fatto per sfuggire alla super-aliquota del 75% per i più ricchi introdotta da Hollande. Sembra che a Parigi i due abitassero in due appartamenti separati nello stesso palazzo. Ma che il rapporto tra i due fosse incrinato si era capito ormai da tempo, come aveva ammesso mesi prima la stessa Bellucci a Vanity Fair («Io e Vincent viviamo una vita completamente indipendente. Siamo in due mondi diversi e spesso non condividiamo niente, non stiamo insieme tutto il tempo e i suoi amici sono i suoi, i miei sono un’altra cosa») e a Repubblica: «Io non credo nella fedeltà carnale, io non voglio sapere, non è che chiamo per sapere. A me interessa l’amore, il resto meglio non chiedere» (Silvia Fumarola, Rep 27/8/2013).
Amori/3 Nel 2023 ha ufficializzato la relazione con il regista Tim Burton. 58 anni lei, 64 anni lui. Si incrociarono per la prima volta a Cannes nel 2006, si sono ritrovati nell’ottobre del 2022 al Lumière Film Festival di Lione. «Sono pazzo di Monica Bellucci. Sogno di restare bloccato in ascensore con lei. È così bella…» aveva detto Burton dieci anni prima al settimanale francese Gala.
Politica Non si è mai saputo per chi vota, ma si è battuta a favore del diritto di abortire.
Donne Un femminismo «giudizioso, nemico dei conformismi e delle esasperazioni politicamente corrette» (Gloria Satta, Mess 7/5/2021). Pensa che uomo e donna debbano essere complementari: «Sono una donna per cui l’uomo è indispensabile. Come se la donna fosse il carburante e l’uomo il motore». Ha detto «Gli uomini non sono i nostri avversari, io cerco la comunicazione con l’altro sesso».
Uomini «Trovo affascinanti i difetti di un uomo adulto, al limite del trasandato. Un po’ genere “l’omo è omo e ha da puzza’”. Ho sempre avuto bisogno di uomini che mi facciano sentire in pericolo».
Religione Si dice aperta nella ricerca spirituale. «Ho percepito le energie superiori e interiori. Senza sapere se avessi fede, ho sentito di assomigliare a Maria Maddalena, che interpreto nella Passione di Cristo di Mel Gibson».
Vizi Non ha mai preso droghe. Non si è mai ubriacata in vita sua. Una volta ha provato l’ayahuasca (un infuso allucinogeno), «bevuta due volte in presenza di uno sciamano. Una bella esperienza, ma molto potente» (Eleonora Barbieri, Giornale 11/5/2017).
Curiosità Parla italiano, inglese e francese • Ha comprato casa a Lisbona • Crede nel paranormale. «Il paranormale esiste. Ricorderò sempre una telefonata con una mia amica, in quel momento lontana. Parlavamo del più e del meno quando, di botto, lei mi annunciò con voce sicura: tu sei incinta. “Cosa ti viene in mente?”, sbottai incredula. Vai a fare le analisi e poi dimmi. Incuriosita le diedi retta. Era proprio così» • I francesi l’hanno insignita di un’onorificenza, il cavalierato delle Arti e delle Lettere. Quando l’allora ministro Nicolas Sarkozy le appuntò la medaglia si vide che era venti centimetri più basso di lei • È la prima non francese ad avere avuto il privilegio di spingere il pulsante con cui ogni anno un vip accende le luci degli Champs-Elysées in occasione del Natale • Ride spesso • Momento più felice della sua vita? La nascita delle sue figlie. Momento più infelice? «Mi piace condividere il piacere, sono troppo pudica per parlare di dolore» • Maléna di Tornatore è famoso anche in Mongolia • «Fin da bambina adoro i fumetti brutali; eppure non sono una persona violenta. Ho solo bisogno di capire» • «Sono stati i fumetti la mia vera scuola. E i personaggi dei fumetti, soprattutto quelli femminili. Amavo le donne stilizzate, disegnate, che sembravano appartenere a un’altra realtà. La mia preferita è Eva Kant, la compagna di Diabolik» • Dice che «ancora oggi continua a tremare a ogni tappeto rosso» • «Soffro di un sentimentalismo eccessivo. Perdono molto. Troppo... Alcune persone ne hanno approfittato» • Ama cucinare: pasta al sugo, frittate • Nella cucina di casa Bellucci, a Parigi, dietro agli sportelli si scorgono pacchi di pasta e un barattolo di Nutella • Tende a ingrassare e dice di non preoccuparsene: «Mangio male, dormo peggio». Per Ricordati di me, Gabriele Muccino le chiese di tenersi un po’ rotonda • «Sono una grande golosa, una buongustaia senza confini: amo il dolce, il salato, l’agrodolce» • «La vera passione culinaria di Monica Bellucci è la trifula (tartufo d’autunno)» (Pierluigi Manfroni, chef umbro) • Quando torna a Città di Castello non è raro vederla all’Osteria del musicista, vicino a casa dei suoi, con la sua famiglia, davanti a un piatto di cappelletti • «Anche se il mio percorso mi ha portato all’incontro di culture ed esperienze artistiche diverse, nel mio cuore mi sento sempre e solo italiana».
Titoli di coda «Ho un’età per cui posso permettermi di non parlare della mia vita privata. Mi piace conservare il mio giardino segreto. Come dicono i francesi, vivons cachés, vivons heureux. Viviamo nascosti, viviamo felici» (Stefano Montefiori, CdS 29/9/2022).