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 2023  ottobre 23 Lunedì calendario

La Garisenda rischia di crollare


BOLOGNA – Sono ore di ansia e di silenzio, quelle passate al capezzaledella torre Garisenda, il monumento simbolo della città di Bologna, insieme alla più alta Asinelli. Nel fine settimana è stata transennata e isolata dal traffico per sentirne meglio i “lamenti”. La vecchia signora, che da 900 anni sta seduta sul suo basamento in malta e selenite, più alta torre pendente in muratura al mondo secondo gli studiosi (la torre di Pisa non è in mattoni) dà segni di squilibrio. Letteralmente. I sensori che ne monitorano le oscillazioni dal 2018, nelle ultime settimane hanno cominciato a fornire dati incongrui, che non sembrano in linea con la serie storica dei movimenti millimetrici tipici della costruzione medievale. Tutti si sono mobilitati: il ministero dei Beni Culturali, con la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, la soprintendente alle Belle Arti, il prefetto e naturalmente il sindaco Matteo Lepore. Che ha chiuso al traffico quel tratto di centro, dove passano di solito bus e auto, per lasciare tranquilla la torre. Oggi il primo cittadino riferirà in consiglio comunale.
La Garisenda è sempre stata un po’ “sbilenca”, viene citata da Dante nell’Inferno per questa sua caratteristica e nel 1300 è stata anche “capitozzata”, cioè accorciata di più di 10 metri perché se ne temeva il crollo. Ma adesso è arrivato il momento di ascoltarla bene. In inglese si chiamano “creep”, gli scivolamenti che producono scricchiolii registrati dai sensori acustici che sono stati installati per misurare le micro-fissurazioni. Il traffico è stato chiuso proprio perché l’operazione va fatta in assenza di di «mezzi meccanici e persone nelle immediate vicinanze».
I sensori sono stati inseriti anche nel basamento, uno dei punti che negli anni è stato oggetto di ristrutturazioni. Perché il problema finora era stato individuato nel “sacco”, cioè nella parte centrale della base, composta da malta, spezzoni di blocchi in cotto e ciottoli di fiume. Tutto attorno c’è la selenite, materiale impermeabile e resistente, ma la parte centrale dava un po’ da pensare, perché la malta piano piano si è sciolta e risultavano dei vuoti. Per fare delle “iniezioni” che li riempissero, il Comune stanziò 1,4 milioni già nel 2022, mentre qualche anno prima, nel 2019, erano state messe delle cinture di acciaio attorno al monumento, come una specie di “busto”.
Da anni la torre è sotto osservazione, come la sua “sorella maggiore”, la più celebre torre degli Asinelli, che di solito è visitabile, ma in questi giorni è stata chiusa per installare un pendolo che aiuti a capire bene anche i suoi spostamenti. Adesso si tratta di confrontare i dati che verranno raccolti questa settimana con la serie storica. L’Università di Bologna infatti raccoglie vibrazioni e ondeggiamenti fin dal 2009. Se alla fine delle rilevazioni emergeranno “discontinuità oggettive”, bisognerà capire come intervenire per curare questo bene storico così prezioso. In queste ore c’è chi chiede di pedonalizzare tutta l’area e chi torna agli allarmi lanciati nel passato, mentre la maggiorparte delle persone guarda c on il naso all’insù con la stessa apprensione che di solito si riserva a un’anziana parente acciaccata dagli anni.