la Repubblica, 23 ottobre 2023
La guerra scritta sui muri
KIEV— «Nutriremo i vostri figli con le ossa». «Non è un crimine di guerra se è stato divertente». «Brucerò villaggi stranieri con un sorriso allegro». Immaginate un ucraino che ha visto morire amici e familiari ed è stato costretto alla fuga dall’invasione russa. Un giorno torna nel suo villaggio bruciato, nella sua casa saccheggiata e violata, e trova sullo specchio o sull’armadio oltraggi e sberleffi come questi, lasciati dai soldati russi passati di lì.Ora un progetto ucraino open-source, Wall Evidence, ha raccolto circa 650 di quelle scritte e di quei graffiti. Insieme a disegni, note e pagine di diario li ha fatti tradurre e verificare da un team apposito, con la consulenza di avvocati delle Forze armate e partner internazionali. Infine li ha salvati online in un grande database.Perché nessuno dimentichi, specie adesso che comprensibilmente, con i sopravvissuti che sono tornati nelle loro abitazioni, quelle infamie vengono cancellate. Ma anche perché possano essere usate un giorno nei processi ai criminali di guerra russi. «È la nostra speranza. Stiamo consultando dei legali, vogliamo che sia fatta giustizia», dice aRepubblica la manager del progetto, Anastasia Oleksiy, 27 anni.In diversi casi, infatti, i reggimenti che hanno occupato villaggi e case si sono firmati: il 208 di Stakhanov della Repubblica popolare di Lugansk, quello di Kemerovo, o la Z Air Force Zvdv (che ha “filosofeggiato” con la scritta «Non siamo noi, è la vita»). Mentre qualcuno ha addirittura lasciato il nome del proprio profilo Instagram o Telegram. E potrebbe essere così più facile risalire a chi ha commesso omicidi e violenze in quei luoghi.D’altronde proprio venerdì un rapporto di una Commissione indipendente dell’Onu ha portato ulteriori prove di crimini di guerra russi, stavolta relativi alle regioni occupate di Zaporizhzhia e Kherson, dove tra torture e rapimenti di bambini sono stati documentati anche gli stupri di una 16enne incinta e di una 83enne, mentre diverse coppie sposate hanno trovato la morte al termine di abusi e sevizie.«Non è un crimine di guerra se èstato divertente», dunque. Così i soldati russi hanno lasciato scritto nel retro di un bar di Velyka Komyshuvakha, vicino Izyum, in quella regione di Kharkiv che è stata poi liberata dalla controffensiva del settembre del 2022 ma che solo sabato notte ha visto sei persone morire nel bombardamento russo di un ufficio postale, uno degli eventi più luttuosi delle scorse settimane. In quell’area, durante i sei mesi dell’occupazione, i russi crearono camere di tortura e terrorizzarono la popolazione. Davanti alla barocca Cattedrale della Trasfigurazione di Izyum invece è stato scritto «mine», e anche questo è un crimine diguerra.Ma c’è anche un altro aspetto che rende preziose queste iscrizioni. Sono infatti una chiave per entrare nella testa dei soldati russi. Che odiano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la Nato e gli americani, sì. Ma sono anzitutto imbottiti di propaganda del Cremlino. Eccoli allora giustificare le loro gesta con la necessità di denazificare l’Ucraina dagli adepti di Stepan Bandera, il nazionalista ucraino antipolacco antirusso e antisemita degli anni Trenta. Si sentono eredi dei sovietici che combatterono il nazismo.Da un punto di vista umano, regnano il cinismo, la crudeltà, il prevedibile volgare machismo («Frocio» è il più diffuso insulto a Zelensky). «La vostra casa è la nostra casa», «Grazie per l’ospitalità», «Scusate la confusione», scrivono sarcasticamente dopo aver devastato un’abitazione. A volte invece i messaggi sono difficili da decifrare, come «Beati voi».I graffiti sono un viaggio nella psiche del soldato. C’è chi ha lasciato un diario in cui dubita di questa guerra e ammette che sono loro, i russi, a essersi comportati come dei nazisti. E c’è chi scrive «Perdonateci», «Sorry», «Siamo stati costretti», o anche, in un villaggio di Kherson: «Grazie per questa casa. Non volevamo la guerra, siamo solo studenti». Quando le chiediamoquale iscrizione l’abbia colpita di più, Oleksiy risponde: «Quella che dice “Ci sono due risposte a ogni domanda sull’Ucraina. 1) Non è successo 2) Se lo sono meritato. Entrambe sono corrette”».In una scuola di Katyuzhanka, nella regione di Kiev, un soldato russo ha lasciato invece questa scritta: «Buona fortuna per i vostri studi. La guerra finirà e voi ricostruirete la vostra patria. Siate giusti e onesti, aiutate chi ha bisogno. Diventate dottori, ingegneri, insegnanti, persone che portano la pace. Scusateci se abbiamo occupato la vostra scuola». Per ricordare che tanti soldati russi hanno commesso reati disumani, ma tanti altri no, erano solo uomini mandati a uccidere e a morire. Da grandi criminali di guerra che non conoscono gli orrori del fronte.