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 2023  ottobre 22 Domenica calendario

QUI SI RISCHIA UN MASSACRO – L’INVASIONE DI TERRA DELLA STRISCIA DI GAZA PUO’ ESSERE UN BAGNO DI SANGUE ANCHE PER GLI ISRAELIANI – NELLE SCUOLE DI STRATEGIA MILITARE SI INSEGNA CHE IL RAPPORTO TRA INVASORI E INVASI DEVE ESSERE 7 A 1 PER SPERARE IN QUALCHE SUCCESSO NELLE ZONE EDIFICATE E COMUNQUE IL COSTO IN TERMINE DI MORTI E FERITI SARÀ SEMPRE MOLTO ALTO - OGGI SI STIMA CHE I COMBATTENTI DI HAMAS SIANO TRA 30.000 E 40.000, OLTRE A 15.000 DELLA JIHAD ISLAMICA. TUTTI GIOVANI CHE CONOSCONO QUEI VICOLI COME LE LORO TASCHE - CUNICOLI, CECCHINI E MILIZIANI PRONTI A DIVENTARE MARTIRI... -

[…] a un certo punto […] l’ordine arriverà. E sarà tutta una nuova guerra. Non le bombe delle artiglierie, non i colpi chirurgici dei droni o i raid aerei, ma l’avanzata della fanteria, il procedere delle pattuglie armate di fucili e bombe a mano che dovranno scovare i nidi di resistenza, individuare l’entrata dei tunnel, eliminare i cecchini, cercare se possibile gli ostaggi (o i loro cadaveri), penetrare i centri comando di Hamas. L’incubo di ogni esercito, l’orrore degli ufficiali, la paura dei soldati.

Perché a questo punto Hamas utilizzerà tutte le tecniche della guerriglia che ha studiato con cura negli ultimi anni, pescando tra l’altro a piene mani dall’esperienza dell’Hezbollah libanese, per infliggere il massimo delle perdite. Suo punto di forza non è solo il controllo del territorio, il sistema di fortificazioni e gallerie che ha scavato dal 2006 nei dedali angusti di viuzze tra le zone urbane sovrappopolate della «Striscia della disperazione» in cui ha accumulato riserve di munizioni, cibo e acqua, ma si rivela soprattutto la volontà di morire dei suoi miliziani.

[…] le armi di cui Hamas dispone sono inferiori a quelle degli israeliani. Due giorni fa i portavoce militari ci hanno invitato a visitare una base alle porte di Gaza dove avevano accumulato i materiali ritrovati addosso ai commando che il 7 ottobre hanno invaso le aree a ridosso della Striscia e compiuto lo scempio dei civili. C’erano mine artigianali, esplosivi da gettare nelle case, rpg di fabbricazione sovietica degli anni Settanta, vecchi Kalashnikov e mitra israeliani comprati sul mercato nero. In poche parole: niente di strabiliante.

Di conseguenza, l’elemento umano resta fondamentale, specie nella guerriglia urbana. […] Nelle scuole di strategia militare s’insegna che il rapporto tra invasori e invasi deve essere 7 a 1 per sperare in qualche successo nelle zone edificate e comunque il costo in termine di morti e feriti sarà sempre molto alto. Oggi si stima che i combattenti di Hamas siano tra 30.000 e 40.000, oltre a 15.000 della Jihad islamica. Tutti giovani che conoscono quei vicoli come le loro tasche: ci sono nati e cresciuti […]

«I jihadisti vogliono diventare martiri. Per loro è una vergogna non morire in battaglia. Combattere contro nemici di questa fatta diventa un incubo. Quando sono feriti si mettono una bomba a mano sotto la divisa e attendono che noi ci si avvicini per farsi saltare in aria», ci hanno sempre detto i soldati in quei campi di battaglia. Lo stesso vale a Gaza.

[…] La novità più inquietante sono i tunnel. Alcuni pare siano lunghi anche chilometri e la maggioranza è stata scavata negli ultimi anni. Secondo gli abitanti israeliani di Kfar Aza, uno dei kibbutz massacrati, due tunnel lunghi oltre 3 chilometri finivano addirittura nei loro giardini. Gli israeliani li irroreranno con i gas, ma i palestinesi dispongono di maschere con i filtri.

Se poi i comandanti di Hamas decidessero che è meglio smettere di combattere per evitare di essere tutti uccisi, i loro uomini hanno predisposto vie di fuga: sono civili, possono mischiarsi tra le loro famiglie, nascondersi nei campi profughi. Il famoso detto di Mao sui guerriglieri elusivi come «pesci nell’acqua» vale più che mai a Gaza.