il Giornale, 21 ottobre 2023
Tutti per la Callas
Nel centenario della nascita di Maria Callas, la Festa del cinema di Roma presenta ben due omaggi alla più grande soprano di tutti i tempi. Oggi, in Callas-Parigi, 1958 di Tom Volf, si vedrà e ascolterà il leggendario concerto della «Divina» del 19 dicembre 1958 all’Opéra di Parigi mentre ieri è stata la volta di Maria Callas: lettere e memorie sempre di Tom Volf (che alla soprano ha dedicato anni di studi e di libri) insieme a Yannis Dimolitsas. Qui la protagonista assoluta è Monica Bellucci attraverso la quale scopriamo una Maria Callas diversa, più intima e travagliata, «non solo l’artista ma anche la donna», riassume bene l’attrice che ha sfilato sul lungo Red Carpet della Festa accanto al nuovo compagno Tim Burton e sussurra «di essere stata felice per aver incontrato prima l’uomo, che ha un’anima meravigliosa, e dopo anche il regista che stimo tantissimo». Maria Callas: lettere e memorie racconta il tour internazionale dal novembre 2019 al gennaio 2023 dell’omonimo spettacolo teatrale che Monica Bellucci ha portato in giro per il mondo. «Quando Tom Volf mi ha proposto questa tournée teatrale – racconta Monica Bellucci – ero terrorizzata perché sarebbe stata la mia prima volta sul palcoscenico. Al cinema puoi ripetere la scena, lì no. Ma quando ho letto le lettere di Maria Callas è stato difficile dire di no perché sentivo di toccare le sue corde e la sua dualità, da una parte così fragile e vulnerabile, dall’altra grande diva e grande soprano. È la parte più nascosta quella che abbiamo voluto raccontare». In Maria Callas: lettere e memorie, sia attraverso la recitazione di Monica Bellucci delle lettere della «Divina», sia con un ricco materiale d’archivio, si traccia la grande storia che conosciamo, la formazione con il soprano Elvira de Hidalgo, gli anni Cinquanta d’oro, l’incontro con Onassis e l’inizio del declino che, purtroppo, avviene proprio in Italia, a Roma il 2 dicembre 1958. Un incidente, «la più triste serata della mia vita» annota Maria Callas che, solidarizza con lei Monica Bellucci, «per un momento di raucedine viene attaccata dalla stampa». Dopo, nulla sarà più come prima. «Lei diceva di essere come un uccellino che, quando è felice, canta e, quando è triste, si ritira nel suo nido e muore» aggiunge l’attrice che, con il compagno Tim Burton, ha già girato il sequel del mitico Beetlejuice, il prossimo anno al cinema. Sembra esserci una grande sintonia tra Monica Bellucci e Maria Callas (nello spettacolo teatrale e nel doc indossa il vestito che apparteneva a lei), un po’ come era successo con Anita Ekberg nel documentario The girl in the fountain di due anni fa: «Forse è l’aria mediterranea che ci accomuna, lei è nata in America poi è andata in Grecia ed è diventata una star in Italia ma si sentiva straniera sempre, dovunque andasse. Certo, mi sono trovata molto bene a interpretare una cantante e un’attrice appartenenti alla stessa epoca e che sono, in modo diverso, due pioniere. Callas ha passato tutta la sua infanzia e l’adolescenza lavorando, è un simbolo perché ha avuto il coraggio di seguire la sua passione, il suo cuore e ha lottato per la sua libertà, per esempio per il divorzio quando da noi non era permesso, mentre Ekberg è arrivata in Italia come un uragano, altissima e biondissima, indipendente, si comprava le case da sola...».