ItaliaOggi, 21 ottobre 2023
Periscopio
Sono qui in Israele con un unico messaggio: non siete soli. Sono qui per dirvi che i terroristi non vinceranno. Vincerà la libertà. Saremo al vostro fianco. Cammineremo al vostro fianco in questi giorni bui, e cammineremo al vostro fianco nei giorni belli che verranno. E verranno. Il popolo d’Israele vive. Israele sarà uno Stato sicuro, protetto, ebraico e democratico oggi, domani e per sempre. Joe Biden 1 (Tel Aviv, mercoledì 18 ottobre 2023).
La USS Carney, una nave da guerra della Marina americana in servizio nel Mar Rosso, ha abbattuto tre missili da crociera e diversi droni lanciati dallo Yemen dai miliziani sciiti Houthi. V.Notizie.
Hamas e Putin rappresentano minacce diverse, ma hanno una cosa in comune: entrambi vogliono annientare completamente una democrazia vicina, annientarla completamente. (…) Garantire il successo di Israele e Ucraina è vitale per la sicurezza dell’America. (…) La storia ci ha insegnato che quando i terroristi non pagano un prezzo per le loro azioni, o i dittatori non pagano un prezzo per la loro aggressione, causano ancora più caos, morte e più distruzione. Joe Biden 2 (Washington, venerdì 20 ottobre 2023).
Il paradigma più appropriato è quello della Germania nazista. Non è guerra, è genocidio, e i suoi fautori vanno eliminati in modo definitivo. Sergio della Pergola (Federico Ferraù, da ItaliaOggi).
Sul massacro dei russi a Bucha ancora s’invocano verifiche d’autorità esterne e indipendenti. Sull’ospedale di Gaza City è bastato un comunicato di Hamas. Lucia Attini, il Foglio.
I morti a Gaza sarebbero arrivati a 3500. Ma lo dice il ministero della sanità, cioè Hamas. Ci fidiamo? Dagospia.
«Non ci sono 200 o addirittura 500 morti, ma piuttosto alcune decine, probabilmente tra 10 e 50», afferma il funzionario d’un servizio d’intelligence europeo. i24news.com
Tel Aviv. I morti «nel bombardamento contro l’ospedale battista di Gaza City distrutto dalle bombe israeliane» non erano cinquecento. L’ospedale non è stato distrutto. E le bombe non erano israeliane. Cecilia Sala, il Foglio.
Poco dopo la strage nell’ospedale, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parlava d’un attacco «contrario al diritto internazionale» [e il premier canadese e icona progressista] Justin Trudeau d’un episodio «inaccettabile». Entrambi alludevano alle responsabilità di Tel Aviv, senza aspettare le prove. Una magra figura. Titolo della Verità.
«Fratoianni», dice Furio Colombo, «si è prestato a rilanciare in rete il volantino della propaganda di Hamas, che dà subito la colpa a Israele, facendosi portavoce della loro versione dei fatti». Patria Indipendente, organo ufficiale dell’Anpi, condanna l’attentato e subito aggiunge: «Impossibile ignorare l’occupazione militare illegittima israeliana di parte del territorio palestinese, causa dell’azione armata di Hamas». Dice ancora Colombo: «Non ci posso credere. Ora sarebbe stato Israele ad armare la mano di Hamas? È desolante vedere ciò che rimane della Resistenza italiana prestarsi alla diffusione di propaganda islamista». Nicola Mirenzi, il Foglio.
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C’è di peggio: l’islamista chic. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Smantellare lo Stato Islamico, dove i guerriglieri Isis erano raggruppati in un territorio limitato, controllato e controllabile, uno Stato che aveva una sua socialità diretta anche, il lettore non ci crederà, a favorire le donne durante la gravidanza, il parto, il post-parto, non è stata una buona idea. [In effetti il lettore non ci crede]. Massimo Fini, il Fattoide quotidiano.
Lo scrittore che si schiera con una grande causa pubblica come il comunismo o l’Islam, con i loro pronunciati tabù, prima o poi dovrà falsificare il suo pensiero. Lo fanno solo gli scribacchini di bassa lega. V.S. Naipaul, Fedeli a oltranza, Adelphi 2001.
Alla lunga, quasi tutti i movimenti religiosi finiscono per scomparire. L’antropologo Richard Sosis ha studiato i tassi di sopravvivenza d’un insieme rappresentativo di 200 comunità utopistiche, laiche e religiose, nate nel XIX secolo, rilevando un modello sorprendente ma prevalente. In media le comunità religiose sopravvivevano appena venticinque anni. In ottant’anni 9 comunità religiose su 10 si scioglievano. Le comunità laiche (per lo più socialiste) andavano ancora peggio: duravano mediamente 6,4 anni e 9 su 10 scomparivano in meno di vent’anni. Ara Norenzayan, Grandi Dei, Raffaello Cortina 2014.
L’attrice israeliana Gal Gadot, celebre per Wonder Woman, ha scritto sui social che «il mondo non può restare fermo quando questi atti orribili di terrorismo vengono commessi. Io sostengo Israele e dovreste farlo anche voi». Stefano Montefiori, Corriere della Sera.
Venti di guerra anche in Italia (una guerra, per fortuna, dei bottoni, anzi della patta). Dal web.
Come ridicolizza la premier il fidanzato Giambruno non ci riesce nessuno. Dopo i fuori onda trasmessi da Striscia la notizia del signor Meloni che fa il provolone con una collega e si tocca il pacco, la rete è impazzita: «La cosa peggiore è che prima si ravana e poi tocca i capelli alla giornalista. Forse abbiamo finalmente trovato l’erede di Bombolo...». Dagospia.
«Posso toccarmi il pacco mentre mi parli?» chiede a una collega. Federico Capurso, La Stampa.
Giambruno domanda ancora: «Tu entrerai a far parte del nostro gruppo di lavoro?» Alla risposta affermativa della donna lui continua: «Ma devi darci qualcosa in cambio». «C’è un test attitudinale?». La risposta di Giambruno: «Sì, si scopa». Antonio Fraschilla, Repubblica.
Giambruno si trovava sul posto di lavoro, in un momento di pausa. Vogliamo fare le educande e urlare allo scandalo? Vittorio Feltri, il Giornale.
Potrei scrivere di tante cose e invece ogni santo giorno c’è da occuparsi di Bellicapelli. Guia Soncini, Linkiesta.
[Be’, almeno] rassicura sapere che Elly Schlein non è una sostenitrice dei tagliagole. E che esprimendo vicinanza ai civili non vuole la distruzione del popolo israeliano. Tutt’altra cosa è invece Salvini. Che protesta contro Hamas indicendo una manifestazione di piazza e citando Oriana Fallaci solo per mettersi contro Meloni. Ecco: un esempio di pura imbecillità. Antonio Padellaro (Luca Roberto, il Foglio).
La politica è un’arte cui le virtù nuocciono più dei vizi. Roberto Gervaso.