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 2023  ottobre 20 Venerdì calendario

Periscopio

La causa palestinese è morta il 7 ottobre 2023, assassinata da elementi fanatici. Hamas è il nemico del popolo palestinese, non solo del popolo israeliano. Un nemico crudele, manipolato da un Paese in cui i giovani oppositori vengono impiccati. (…) È una ferita per tutta l’umanità. Non c’è modo di giustificare quanto è successo nelle case, nei campi, ai giovani in festa. Tahar ben Jelloun, scrittore marocchino (da ItaliaOggi).
Quando mi capitò di vedere su Facebook una foto modificata digitalmente che mostrava un uomo barbuto, lo sguardo scuro, penetrante, che reggeva un cartello con la scritta «Decapitate chi definisce violento l’Islam», non riuscii a trattenere una risata. Ma dovetti ricacciarmi in gola le risate nei mesi seguenti quando, senza preavviso, notai su Facebook una mia foto accompagnata dalle parole: «Lo vogliamo morto». Hamed Abdel-Samad, Fascismo islamico, Garzanti 2017.
Il presidente Biden sta giganteggiando. Anche alcuni dei suoi critici più duri, come Brett Stephens del New York Times, sono rimasti impressionati dalla sua prova di leadership e dal modo – commovente e convincente – in cui ha assicurato a Israele e al mondo che l’America avrebbe fatto quello in cui Netanyahu ha clamorosamente fallito: «Garantire che Israele sia un rifugio sicuro per la vita degli ebrei». Il punto del Corriere della Sera.
Gli Stati Uniti hanno varato nuove sanzioni nei confronti di dieci entità legate al gruppo islamista palestinese Hamas. Le sanzioni colpiscono sostenitori e finanziatori del gruppo islamista palestinese Hamas con sede in Sudan, Qatar, Turchia e Algeria. agenzianova.com
Biden fa il doppio gioco: aiuti a Gaza, niente tregua. Titolo del Fattosky quotidiano.
Cos’è l’America per questa sinistra? Cos’ha di così mostruoso l’America da indurre persone dalle ottime intenzioni a schierarsi coi vari eredi di Hitler pur di combatterla? Intanto l’America è la superpotenza. Ma il sospetto è che non sia questo a dar fastidio. Quando la Cina maoista o l’Urss stalinista erano superpotenze non si registrarono [analoghe] reazioni. Un’ipotesi è che per questa sinistra l’America è il Paese del denaro, dello zio Sam, del dollaro, di Wall Street. In secondo luogo l’America è un Paese senza antichità, un Paese di gente sradicata che arriva dall’altro mondo. È gente priva di genealogia, che se è brava emerge, ma che può emergere anche grazie al denaro facile. In terzo luogo, poi, per l’ethos americano è fondamentale la Bibbia. Mettendo insieme questi connotati, l’America è l’ebreo. (…) In altre parole, tutto ciò che l’antisemita odia nell’ebreo – il commercio, il Libro, il cosmopolitismo – è odiato anche da questa sinistra. Si è verificato un fenomeno curioso: chi non si stanca di richiamare la Rivoluzione francese e i suoi valori di libertà, fratellanza, uguaglianza, in realtà li ha [sempre] odiati. Wodek Goldkorn, La scelta di Abramo, Bollati-Boringhieri 2020.
L’ospedale al Ahli Arab è situato nel quartiere «Zeitoun», nel sud di Gaza City, non lontano dal centro. Oggi sono state pubblicate le foto e i video registrati nel parcheggio (parzialmente) bruciato dell’ospedale. Molti osservatori esperti hanno evidenziato che i danni sono «difficilmente compatibili con un attacco aereo» e che non sono coerenti con l’affermazione secondo cui sarebbero state uccise più di 500 persone. Nel complesso i danni alle strutture appaiono limitati: si vedono auto bruciate e buchi provocati dalle schegge negli edifici circostanti il cratere (di circa un metro per uno e anche poco profondo), ma poche macerie. Enrico Cicchetti, Il Foglio.
A Gaza è difficile trovare qualcuno disposto a smentire o comunque criticare la versione di Hamas. Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera.
Chi s’ostina a parlare del diritto d’Israele di difendersi chiude gli occhi davanti [al] regime d’apartheid di Israele. Rachele Scarpa, capolista Pd a Treviso.
Chissà se adesso è più chiaro. Chissà se adesso qualcuno, almeno qualcuno, capisce quanto sia stata e continui a essere contraffattoria, assolutoria, mortifera la retorica sulla Resistenza e sulla Costituzione antifascista. Chissà se qualcuno, almeno qualcuno, considera l’inaderenza e il carattere oltraggioso di quella retorica rileggendo le supercazzole, i giri di parole, i ragionamenti complessi attorno al posizionamento a capolista del simpatizzante di Hamas. Chissà se qualcuno, almeno qualcuno, mette al posto che merita la divagazione grillina sull’«Europa governata dai mercanti di Venezia», la prefazione del magistrato antimafia [Nicola Gratteri] al libro degli autori allegramente neonazisti, la vignetta in prosa del fascistello [il poco on. Massimo Corsaro] che indugia sul folto sopracciliare del deputato giudeo. Iuri Maria Prado, Linkiesta.
Gli Usa hanno fornito a Kiev i tanto desiderati missili a lungo raggio Atacms, che sono stati subito impiegati dalle forze ucraine. (…) Il battesimo del fuoco è avvenuto due notti fa, quando Kiev ha colpito due aeroporti controllati dai russi lontano dalla linea del fronte. [Qualcosa è cambiato, se finora] il timore del presidente americano era che il loro impiego potesse portare a una escalation del conflitto se i vettori fossero stati usati per colpire il territorio russo. Potrebbe essere una svolta del conflitto. la stampa.it
Vasti intenti cosmici sono forse all’opera, completamente estranei ai nostri naturali desideri. Forse, scegliendoci, usandoci, abusando di noi con imperturbabile indifferenza, essi perseguono obiettivi tanto al di là dei nostri quanto i nostri sono al di là di quelli di mosche e moscerini. John Cowper Powys, La religione di uno scettico, Adelphi 2011.
E infine l’Italia, con i suoi conflitti bonsai. Dal web.
In una sontuosa intervista a Chi, Andrea Giambruno in Meloni ha rivendicato [e vantato] i suoi capelli folti e i denti bianchi. Praticamente il suo curriculum. Luca Bottura (da Dagospia).
È cambiato il vento per Elly Schlein. Persino i giornalisti d’area progressista, dopo l’infatuazione dei primi tempi, la bacchettano apertamente [come qualche sera fa] a Di Martedì. L’effetto novità è svanito da un pezzo. Paolo Bracalini, il Giornale.
A marzià, facce ride. Ennio Flaiano.
Temo più un sottosegretario che uno scippatore. Roberto Gervaso.