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 2023  ottobre 20 Venerdì calendario

Quel coatto di Giambruno

Non fa più ridere, Andrea Giambruno, che si tocca e ritocca il pacco con la mano a coppa e ogni due parole dice almeno un “cazzo” e poi spiega a una collega di cui non si vede il viso che la filosofia aziendale è «scopare», in due, in tre, «sì, noi facciamo anche la foursome». E a poco a poco il tonto broccolone si fa lupo e porcello e vuole le prove della competenza sul lavoro. «Un test attitudinale?» «Si, sco-pa-re».
Neppure lo sberleffo è ormai adatto a raccontarlo, adesso che “Striscia la notizia” ha denudato il reuccio che posa il palmo sulla testa della collega Viviana Guglielmi in un moto di confidenza e di tutela, figurazione plastica di un potere personale, di una supremazia, di una padronanza da maschio caprone: «Perché non ti ho incontrato prima?».
Il giornalismo televisivo, ammorbato come mai era stato dai “fenomeni” da baraccone politico, dalla faziosità e dalla prosopopea, si è dunque preso la rivincita con i vecchi fuori onda del solito Antonio Ricci che sono oramai una saga a puntate che ha finalmente mostrato la verità di Giambruno, ha misurato l’uomo, ha spiegato meglio di un libro del professor Crepet la sua antropologia “Pop Trash”, che è il titolo- bandiera della decadenza dei Duran Duran.
Ben oltre le gaffe sulle donne stuprate “che se si ubriacano e perdono i sensi il lupo lo trovano”, sul drammatico caldo che “non è una notizia”, sui tedeschi che “farebbero bene a restar a casa loro” e sulla “transumanza dei migranti” questo Giambruno che vuole “ciulare” e intanto ronza attorno alla collega importunandola è un diario intimo che rivela il mondo che abbiamo mandato al governo, è una seduta di psicanalisi: «Sei di un livello superiore, tu. Va meglio oggi? Mi è dispiaciuto ieri vederti un po’… Sembri una donna intelligentissima».
Evoluzione (si fa per dire) dei “tamarri”, il modello di Giambruno sono i “maranza” che su Tik Tok incarnano la versione estiva del coatto settentrionale, da Riccione a Milano, che è la città di Giambruno. E invece con le gaffe, sia pure forzando un po’ la diagnosi del mal di parola di Giambruno, restavamo ancoranella leggerezza che, in fondo, già ai bei tempi di Mike Bongiorno («Lei mi cade sull’uccello, signora Longari»), era umorismo involontario. I maranza no. I maranza irritano e non divertono quando si divertono a importunare le turiste. E appunto si toccano, camminano con la “scivolata” e tutti portano il ciuffo, che diventa un ricordo di Little Tony anche se nasce come un’ allucinazione di Elvis Presley ( “I was hallucinating Elvis” è la canzone dei Duran Duran): «Ma non mi rompessero il “cazzo “col ciuffo, ho 42 anni e ce li ho i capelli, io. Qua dentro sono tutti pelati, ma non mi rompessero i “coglioni”».
Va dunque segnalato all’Ordine, ai distributori di premi dell’informazione italiana, ai venerandi custodi dei segreti e della morale della professione che, nonostante i social, il Twitter X, Instagram e Tik Tok, la nostra finestra sul cortile- Italia è ancorail retroscena che, scritto o per immagini, ma sempre sapido e scanzonato, è il meglio del giornalismo politico italiano. Il fuori onda infatti spiega il campo con il dettaglio acchiappato fuori campo, e pochi ricorderanno che la buonanima dell’allenatore del Genoa, Franco Scoglio, detto “il filosofo”, chiamava i retroscena e i fuorionda“i retrobottega”. E infatti sarebbe vacuo cercare un senso di bottega politica anti Meloni, una Mediaset contro il governo, in questi fuori onda di Giambruno che «ogni volta che esprime il suo parere… ne pesta una». Si sa che Antonio Ricci, dentro Mediaset, è da sempre uno speciale caso di libertà e “Striscia la notizia” è una trasmissione, appunto, a statuto speciale.
E ora ditemi se non è un magico “retrobottega” quell’elogio del “blu Estoril” della camicetta di Viviana Guglielmi. “Blu Cina” lo corregge lei, ma con un sussurro perché sono una strana coppia di orizzonti lontani e inavvicinabili, turpiloquio Andrea e ingenuità Viviana, che sogna un programma di sport e come idealtipo ha scelto Candido Cannavò, “rigore e mai sopra le righe” dice. «Una vita in rosa” è il titolo dell’autobiografia di Candido, e non era solo il rosa della carta. E invece Giambruno, che le balla attorno, sembra Zucco di Grease, ciuffo, bicipiti, macchinoni e masculinità. E dunque niente”blu Cina”, è “blu Estoril”, la rimbrotta con una tirata d’orecchie tollerante e complice: «Ma come, un’acculturata come te?». Blu Cina, secondo lui, è roba da ignoranti. La definizione «non ti si addice». E quiil dettaglio di Giambrunasca, come lo chiamano i conduttori di Striscia, Roberto Lipari e Sergio Friscia, rimanda al brum brum della Porsche e della Bmw, le due case automobilistiche che chiamano il “blu Cina” “blu Estoril”, in onore della città portoghese dove si corre la Formula uno. Questa si che è Kultur und Zivilisation.
Così, a furia di dettagli fuorionda, si arriva al grottesco dei “maranza” appunto, e forse anche ai romanzi di Tommaso Labranca, e al suo “nevroromanticismo”, che raccontavano con l’irrisione e un linguaggio deformato alla Frassica del Nord (“I giovani salmoni del trash” e “Chaltron Hescon, fenomenologia dei cialtroni”, Einaudi) i coatti milanesi. E la parola “coatti” ci riporta a Roma, aggiungendo per onestà che è parola spinosa perché Giorgia Meloni ci querelò quando nel 2019 la chiamavamo “reginetta di Coattonia” (e ancora il processo non è cominciato). “Coattonia”, non perché si muovesse come ora si muove il suo compagno nello studio Mediaset di “Diario del giorno”, ma per esaltarne l’identità di passionaria di periferia che lei stessa esibiva e rivendicava in contrapposizione alla spregevole natura nostra di radical chic. Ed era anche un gioco d’ironia con l’album di famiglia politica di Giorgia perché “Coatto antico” era il titolo della canzone che nel 1998 le era stata affettuosamente “dedicata dalla band di estrema destra, Aurora”. Eccone due versi: “Coatto antico in un corpo da bambina/ ci tieni ‘n core grosso e ‘na testa fina / Coatto antico dici troppe parolacce / ma quanta grazia col trucco e le trecce… / guardi e sorridi con i tuoi occhioni / ma quando serve quadrati hai i coglioni. / Coatto antico vieni dalla Garbatella / borgatara ignorante di presenza bella”.
Alla fine, il fuorionda a puntate di Giambruno da Milano tende la mano a Califano, a un gusto e a un’estetica della destra romana. E i maranza a Coattonia hanno una stessa idea del comico. Insieme, Giorgia e Andrea erano in prima fila al teatro Brancaccio ad applaudire Pio e Amedeo, che sono di Foggia, è vero, ma ecco un paio di battute del loro repertorio: «No alla tessera, si alla Passera», «Irina, ti spacco in due, come l’ovetto Kinder». E a Giorgia hanno detto: «Ahó, ora portaci alla Rai».
La rivincita sui social del fuorionda di Ricci racconta il mondo che governa l’Italia