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 2023  ottobre 19 Giovedì calendario

La serie du Cutulo di Tornatore

NAPOLI – «Quando ho appreso la notizia non ho chiuso occhio per tutta la notte», racconta Claudio Salvia, funzionario della prefettura di Napoli, figlio di Giuseppe, il coraggioso vicedirettore del carcere di Poggioreale assassinato il 14 aprile del 1981 dalla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. «Sono indignato, sbigottito, annichilito. Si riaprono ferite mai chiuse e si acuisce quel dolore che cerco di lenire quotidianamente portando avanti una missione sociale di legalità», dice Salvia.A togliergli il sonno è l’imminente arrivo sugli schermi televisivi della fiction “Il Camorrista – La serie” di Giuseppe Tornatore, girata nel 1985 contestualmente all’omonimo film d’esordio del regista premio Oscar, eppure mai andata in onda. Il 26 ottobre è in programma l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Alla figura del boss Cutolo è ispirato il “Professore di Vesuviano”, interpretato da Ben Gazzara, il protagonista del film, liberamente tratto dal libro del giornalista Giuseppe Marrazzo. È stato lo stesso Tornatore a curare la rielaborazione in cinque puntate della serie, prodotta da Titanus Production e Rti – Mediaset. «Rimettere le mani in un progetto realizzato quando ero poco più che ragazzo è stata una vera emozione», ha commentato il regista. E ha aggiunto: «Purtroppo il film non ebbe vita facile a causa dei temi scottanti che trattava (come gli interrogativi suscitati dal sequestro dell’allora assessore regionale democristiano Ciro Cirillo, ndr) e sparì dalla circolazione poche settimane dopo l’uscita nelle sale. Scoraggiati, i distributori non mandarono mai in onda la serie televisiva. Oggi, grazie alla ripresa produttiva del glorioso marchio Titanus, quelle cinque ore sono riemerse dall’ombra e Guido Lombardo, insieme ai nuovi dirigenti, mi ha chiesto di restaurarle. Ho aderito volentieri».Ma Claudio Salvia, che aveva tre anni quando il padre fu ucciso, scuote il capo: «Stimo il regista Tornatore, ho apprezzato molti deisuoi capolavori. Forse però non ha ponderato fino in fondo questa scelta. Cutolo è stato il boss per eccellenza, ha distrutto intere famiglie e frantumato, letteralmente, la vita di centinaia di innocenti. Basta ascoltare tante interviste trasmesse in televisione all’indomani della sua morte per constatare che ancora oggi, a distanza di tantissimi anni, ci sono persone che osannano la figura di questo personaggio. Ora, mi chiedo, come mai riportare alla luce un tale carnefice e non raccontare il coraggio e l’integrità di tanti uomini dello Stato che hanno pagato con la vita i principi di rettitudine e legalità? Così si ottiene solo l’effetto di far retrocedere tutti gli sforzi che un esercito di persone, me compreso, ogni giorno si propone di fare, ovvero proporre ai giovani modelli di riferimento alternativi».Salvia sa di «parlare da vittima, una delle tante cresciuta senza un padre, fiero di portare avanti il suo messaggio, il suo ricordo». E rimarca: «Conservo ancora la speranza di lasciarci alle spalle, un domani, personaggi come Raffaele Cutolo. Posso solo augurarmi che tutto il ricavato possa essere devoluto in beneficenza per la riqualificazione di territori demoliti dalla camorra, luoghi dove vige la legge del più forte, posti dimenticati dalle Istituzioni. Per quanto mi riguarda – conclude – andrò avanti per la mia strada cercando di strappare alla camorra il consenso che ancora la circonda».