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 2023  ottobre 19 Giovedì calendario

Galliani tra polli e lunapark

Se solo un seggio al Senato si potesse infilare dentro a un testamento, Adriano Galliani avrebbe potuto risparmiarsi qualche fatica. E invece neanche la megalomania del defunto ha potuto tanto, perciò ecco Galliani assaporare polli, sventolare la bandiera del Monza, concedere selfie alle giostre del luna park. Cosa non si fa, per legittimare per via democratica quel che il cerchio magico del caro estinto ha già stabilito da un pezzo: il posto da senatore reso vacante dalla morte di Silvio Berlusconi deve andare all’amico di sempre, al manager di mille avventure dalle antenne al calcio. Tutto liscio, se non fosse che nel collegio di Monza, dove si vota domenica e lunedì, ci sono un paio di guastafeste a cui la linea ereditaria applicata al seggio non va affatto bene: Marco Cappato – sostenuto dalla “sua” +Europa ma pure da Pd, M5S, sinistra e Azione – e l’imprevedibile Cateno De Luca, sindaco di Taormina con comprovati consensi in Sicilia ma finora mai spintosi così a Nord.
“Mi piace molto stare qui, capti proprio i bisogni della gente”, confessa Galliani con entusiasmo da pre-safari all’ingresso del mercato di Libiate, dove per l’occasione è accompagnato dallo stato maggiore di Forza Italia. Il martedì ci sono Antonio Tajani, il coordinatore lombardo Alessandro Sorte, il commissario provinciale Fabrizio Sala; il giorno prima c’erano Matteo Salvini e Massimiliano Romeo. Fratelli d’Italia finora s’è vista poco, ma la preoccupazione maggiore dei forzisti è un’altra: “Siamo nelle vostre mani – allarga le braccia Sorte rivolte a Claudio Ceschini, assessore a Limbiate – dipende tutto da quanta gente riuscite a far votare”. L’affluenza, appunto. Le Suppletive hanno quasi sempre percentuali horror e l’anno scorso a Roma si è toccato il record negativo dell’11 per cento. Quello di Monza sarebbe un collegio blindato a destra, ma con un’astensione prevista oltre il 70 per cento si fa presto a sballare i calcoli: “Adriano sta facendo dieci appuntamenti al giorno, ce la mette tutta”, garantisce Sorte. Ma chissà se basterà.
Il vantaggio di Galliani, neanche a dirlo, è il suo Monza calcio, di cui è amministratore delegato. Gli danno bandiere da firmare, da esibire, da mettersi indosso. Chi non gli grida “Forza Monza” gli grida “Forza Milan”, che va bene uguale. E lui ogni giorno tranquillizza: “Sono andato sotto la curva a parlare coi tifosi e lo ripeto, se sarò eletto non lascerò il Monza, non preoccupatevi”.
Si tratta di portare gente alle urne. Cappato è in campagna elettorale da fine luglio, da quando ha annunciato la propria candidatura ancor prima di avere il sostegno dei furono giallorosa: “Pochissimi sono informati – ci dice – noi abbiamo distribuito circa 400 mila volantini e brochure, abbiamo fatto una campagna elettorale all’americana, palmo a palmo”. Ma senza simboli di partito e soprattutto senza leader.
Ieri per Cappato si sono esposti il sindaco di Milano, Beppe Sala, e quello di Monza, Paolo Pilotto, l’altra sera Pierfrancesco Majorino ha partecipato a un dibattito sulla sanità. Niente Elly Schlein e niente Giuseppe Conte, però: “Ho fatto eventi con tutti quelli che me lo hanno chiesto”, dice Cappato, la cui strategia è stata chiara, seppur criticata molto anche nel centrosinistra. Quando Schlein ha annunciato il sostegno Pd all’attivista, il partito locale e mezza giunta si sono infuriati, non avendo apprezzato la fuga in avanti di Cappato. Ma lui la spiega così: “Qui si vota la persona, dovevo mettere davanti le mie battaglie, non i perimetri della coalizione. Questo comprensibilmente ha provocato resistenze iniziali che poi però si sono tradotte nel sostegno più trasversale. Avere già me in campo ha aiutato i partiti a non inseguire la purezza ideologica per un 3 o 4 per cento”.
E poi c’è De Luca. Da settimane prende in giro Galliani per il suo sottrarsi ai confronti pubblici con gli altri candidati. A un certo punto, Cateno ha improvvisato un dibattito in piazza con un cartonato del forzista: “Berlusconi non si sarebbe mai sottratto”, punge De Luca. Il quale non nega di vivere la candidatura a Nord come un test con vista Europee: “Se io ho un progetto nazionale da qui a qualche mese, mi devo misurare anche fuori. E Monza è il mio ‘collegio limite’, devo mettermi in gioco”. L’obiettivo è essere “un outsider”: “Finora mi è sempre riuscito”. Galliani e i suoi fantasmi sono avvisati.