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 2023  ottobre 19 Giovedì calendario

Biografia di Atena

Secondo il mito, un giorno Zeus venne colto da una spaventosa emicrania e chiamò Efesto, dio del fuoco, delle fucine, dei metalli. «Deve esserci uno spirito maligno dentro la mia testa, aiutami a liberarmene». Efesto allora prese un’ascia e aprì una fessura nel cranio del suo signore. Da lì uscì fuori una splendida fanciulla dagli occhi azzurri. Indossava una corazza, aveva una lancia e un elmo. Era Atena (Minerva per i latini): nata, o meglio partorita, dalla testa di Zeus e “tutta del padre”. Una figlia che aveva vissuto la vita “uterina” non nel ventre della madre, ma nella mente paterna. E non a caso dea dell’intelligenza, della razionalità, della saggezza, delle arti, della giustizia, della pace, della guerra e della strategia.PRUDENZACome mai questa venuta al mondo così peculiare? Zeus – noto tombeur des femmes – aveva avuto per sposa (o per amante) Metis, dea della prudenza e dell’astuzia. Costei lo aveva aiutato nella lotta contro suo padre, Cronos (per i Latini, Saturno). E cioè il dio del tempo che tutto divora, compresi i rampolli. Un oracolo aveva predetto a Cronos che uno dei figli lo avrebbe detronizzato ed egli aveva ingoiato tutti i bambini avuti dalla moglie Rea. Quello della lotta fra padri e figli – e della caduta dei primi a favore dei secondi – è un leitmotiv del mito. Ma uno dei discendenti di Cronos si era salvato: Zeus, appunto. Rea aveva presentato al marito una pietra avvolta in fasce e questi l’aveva inghiottita. Il vero Zeus era stato nascosto dalle ninfe, allattato dalla capra Amaltea. E poi aveva ingaggiato una lotta contro il genitore, lo aveva sconfitto e costretto a rigurgitare gli altri figli. Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone. Quindi lo aveva ucciso con un fulmine, per poi consentigli di vivere nei Campi Elisi.L’AQUILADivenuto re degli dei, Zeus aveva corteggiato Metis, che non voleva saperne. Essendo in grado di assumere qualunque forma volesse (intelligenza e astuzia, nell’antichità, sono poliformi), la dea si era tramutata in un pesce. Anche lui aveva assunto la stessa forma. Poi Metis si era trasformata in aquila, ma il corteggiatore aveva assunto le medesime sembianze. Alla fine lei aveva ceduto. Quando era rimasta incinta, Zeus aveva chiesto a un oracolo se il nascituro sarebbe stato maschio o femmina. La risposta fu che si trattava di una bambina: saggia, forte e piena di talenti. Dopo di lei sarebbe arrivato un maschio che avrebbe detronizzato il padre, come lui aveva fatto con Crono. Per non correre rischi, l’Olimpico aveva convinto Metis a divenire una goccia d’acqua (o una cicala) e l’aveva inghiottita. La gravidanza era quindi proseguita dentro il corpo di Zeus.IL PARTENONEForse per il legame con il padre, forse per il carattere autonomo, Atena non si sposerà mai, né avrà amanti. Rimane vergine, parthenos, da cui il nome del tempio che le viene dedicato, il Partenone. Viene anche chiamata Pallade Atena. Probabilmente perché Pallade era una sua compagna di giochi, che lei aveva ucciso per sbaglio e della quale aveva assunto il nome per onorarne la memoria. Fra i suoi simboli ci sono l’elmo, la lancia, lo scudo e l’egida, un mantello che non si può distruggere, fatto con la pelle della capra Amaltea. Nonché la civetta, animale notturno dagli occhi grandi e brillanti. Atena è infatti detta “glaucopide”, “dagli occhi grandi”, ma anche “chiari, azzurri”. Fra gli altri epiteti quello di Ergane, “industriosa”, essendo patrona degli artisti e degli artigiani, della filatura e delle vele; Polias, “della città”; Promachos, “prima in battaglia”; Areia, perché è giudice nel processo contro Oreste (il suo voto sarà decisivo per l’assoluzione).Celebre è la controversia che contrappone Atena a Poseidone per decidere chi sarà il protettore di una città destinata a restare celebre nei secoli. Per ingraziarsi il popolo Poseidone dona un cavallo, simbolo di coraggio e forza, e promette il suo aiuto in guerra. Atena batte il terreno con la lancia e fa germogliare un ulivo, assicurando inoltre saggezza e pace. È lei a vincere: la città si chiamerà Atene. Benché sia la signora della pace, è una vergine guerriera capace scendere in battaglia e vincere, da condottiera figlia di suo padre. La sua forza principale, però, resta l’intelligenza.L’ARAZZOBenché di solito sia giusta, non perdona chi la offende o si lancia in competizioni sfacciate. Lo sa bene Aracne, che ha avuto l’ardire di tessere un arazzo stupendo in cui ha raffigurato gli dei. E che si è paragonata ad Atena per bravura. Furiosa, questa lacera l’arazzo. Aracne si impicca e la dea la trasforma in un ragno condannato a tessere per sempre le sue tele.Ad Atena è collegato il più versatile e astuto degli eroi, Odisseo. Lei è la sua protettrice, colei che lo assiste e gli consentirà di tornare – dopo grande patire – a Itaca. Toccante è la scena iniziale dell’Odissea, in cui Atena si rivolge al padre “sommo tra i potenti”, dicendogli: «Il mio cuore si spezza per il valente Odisseo». Sa quali corde toccare. Zeus – che a volte Atena abbraccia alle ginocchia – non può che acconsentire al ritorno in patria di questi, esaudendo la figlia prediletta. Colei che più gli somiglia.