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 2023  ottobre 18 Mercoledì calendario

I 90 anni di Miranda Martino

(usata per amori)
Roma «Mio padre Riccardo, un tipo austero, ci chiamava col campanello. Chiuso nel suo studio, una grande stanza con un arredo molto importante e cupo, suonava e diceva: venga la prima, cioè la primogenita Adriana; venga la seconda, cioè io; venga la terza, Marcella». Miranda Martino il 26 ottobre compirà i suoi primi 90 anni e racconta divertita quel papà autoritario. «Lo ricordo con affetto, ero la sua preferita. Ero remissiva e desiderava che sua moglie, nostra madre Tecla, fosse docile come me. Mamma era una pianista talentuosa e ribelle».
Remissiva, però poi ha intrapreso una carriera trasgressiva nel mondo dello spettacolo...
«Una volta mi sono ribellata a mio padre. Volevo andare a ballare e lui mi negava il consenso, allora corsi a una finestra della casa e mi buttai di sotto. Però rimasi a penzoloni e venni ritirata su».
La passione per la musica, ereditata dalla mamma?
«La sua vera erede fu Adriana, divenne una cantante lirica importante: io mi esibivo solo nel coro degli alpini, ma avevo una bella voce. Mia madre era ossessionata dalla mia magrezza ed esclamava: “Quanto è secca ‘sta piccerella”. Poi, quando cominciai a esibirmi come soubrette, disse che ero caduta in un gorgo di torbide passioni».
Da un estremo all’altro...
«Com’è stato il mio percorso artistico, iniziato a vent’anni con il concorso per voci nuove a Sanremo per approdare molto tempo dopo al teatro impegnato, al Piccolo di Milano. Così come la mia vita privata, segnata da due violenze».
Ce le racconti.
«La prima volta ero giovanissima e venni violentata da un ragazzo, appena conosciuto su un tram: era gentile e si offrì di accompagnarmi a casa. Quando arrivammo nel mio palazzo, mi trascinò all’ultimo piano e abusò di me. La seconda è stata ugualmente dolorosa: ero già un’artista affermata e avevo una relazione con un noto compositore. Era sposato e, in un nostro incontro clandestino, mi fece bere molto whisky: intontita dall’alcol, sdraiata sul letto nuda, tenevo gli occhi chiusi, ma sentivo degli strani clic. Quattro anni dopo, ho scoperto che aveva scattato delle foto e che le aveva fatte vedere ai colleghi, per vantarsi».
Perché, poi, decise di posare nuda per Playmen?
«Fu una provocazione. Volete vedermi nuda? Stavolta decido io. E non mi feci pagare. Mi sono tolta una soddisfazione».
Nuda in copertina
«Posai nuda per “Playmen”: fu una provocazione e non mi feci nemmeno pagare»
Tra le tante soddisfazioni, quando nel 1967 fu scelta per cantare all’incoronazione dello Scià di Persia...
«Cantai, ma fui l’unica a non inginocchiarmi di fronte allo Scià. Mentre percorrevo le strade di Teheran, per raggiungere il palazzo dell’imperatore, vedevo gente buttata per strada a chiedere l’elemosina, la povertà più terribile...».
Una vita movimentata sul versante sentimentale...
«Sposai Ivan Davoli, non essendone innamorata: dopo lo scandalo delle foto, volevo sentirmi chiamare “signora”. Un amore importante è stato con Gino Lavagetto, da cui ho avuto il nostro bellissimo figlio Fiodor».
È stata una buona madre?
«Lavoravo troppo, ero spesso assente, ma abbiamo recuperato il rapporto e ho un meraviglioso nipote di 19 anni».
Ha avuto una relazione con Claudio Rossini, molto più giovane di lei?
«Non mi sono fatta mancare niente! Un giovane attore, si innamorò di me follemente».
Qualche rimpianto?
«Non aver avuto una sfera privata, e il tempo passa...».