la Repubblica, 17 ottobre 2023
Periscopio
Cercate di pensare, disse il maestro, / a un’immagine della vostra infanzia. / Cucchiaio, disse un ragazzo. /Ah, disse il maestro, non è un’immagine. / Lo è invece, disse il ragazzo. / Vedi, lo tengo in mano e sul lato convesso / appare una stanza, ma distorta, / ci vuole più tempo per vedere il centro / che i due lati. Sì, annuì il maestro, è così. Louise Glück, Premio Nobel per la letteratura nel 2020, scomparsa a 80 anni il 13 ottobre.
Rispettato ministro della cultura, adesso basta, non ce la faccio più. Uccidimi, distruggimi... ma fai uscire il mio film. Dariush Mehrjui, nei giorni scorsi, poi assassinato a 83 anni il 14 ottobre.
Sabato 14 ottobre il regista iraniano Dariush Mehrjui e sua moglie, la sceneggiatrice Vahideh Mohammadifar, sono stati accoltellati nella loro casa di Teheran. Mehrjui è considerato uno dei protagonisti del cinema iraniano. Prima e dopo la rivoluzione islamica del 1979 è stato in guerra con la censura. Le autorità indagano sulle minacce alle due vittime apparse sui social media nelle ultime settimane. lefigaro.fr
A scoppio ritardato arriva la condanna di Vladimir Putin per la «crudeltà» dell’attacco di Hamas, con l’aggiunta che anche gli israeliani rispondono «con metodi crudeli». Putin lancia un altolà a Israele perché non trasformi Gaza in un’altra Leningrado. «Un assedio simile è inaccettabile, così come le vittime civili d’un intervento via terra». [Quando si dice avere la faccia di carta vetrata]. Marco Ventura, il Messaggero.
Carneficina a Gaza: già uccisi 700 bambini. Titolo del Fattoide quotidiano.
Gaza, tutto il nord raso al suolo. Altro titolo del Fattoide quotidiano.
Sono dati di Hamas, che il Fattosky controfirma: voce di populisti/terroristi, voce di Dio. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Sì, ma… Nel circo mediatico avanza tracotante una nuova figura: quella del postillatore. Affronta tutte le discussioni, anche le più drammatiche, con un artificio retorico fra i più subdoli: «La Russia ha invaso l’Ucraina ma la Nato...», «Siamo inorriditi di fronte alla barbarie di Hamas, però...» (…) È la tecnica usata, tra gli altri, da Michele Santoro, Alessandro Orsini, Elena Basile, Moni Ovadia. È una fallacia logica conosciuta col nome d’«accumulo di postille». (…) Chi ha negato le stragi ucraine, Bucha e le altre, è pronto a negare anche Kfar Aza a colpi di postille. Aldo Grasso, Corriere della Sera.
Osama Hamdan, funzionario di Hamas in Libano: «Non ci sono prove di morti al rave». [Stupisce che il Fattosky non abbia ancora sottoscritto]. Titolo di HuffPost.
J.K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, ha citato la lettera ai giornali in cui una madre inglese raccontava che, dopo i massacri di sabato scorso, la scuola aveva «raccomandato» ai compagni di classe ebrei della figlia di camuffare la loro identità, nascondendo la kippah sotto un cappellino da baseball. Massimo Gramellini, CorSera.
Finalmente lo squinternato presunto geopolitico innamorato di Putin Alessandro Orsini è stato sventrato, è bastata una mezza criticuzza dalla sua mater certa Bianca Berlinguer (ciò non alleggerisce la responsabilità di BB per aver creato il mostro). E siccome lo squinternato non ha la stazza gladiatoria dei suoi idoli della Wagner si è messo a piagnucolare che la sua carriera è distrutta (magari) e la sua vita finita (prendersi un Prozac e non rompere gli zebedei?) Maurizio Crippa 1, il Foglio.
Stanco delle continue critiche, il professor Orsini ha minacciato di lasciare il suo paese. Speriamo abbia fortuna anche lontano dalla Russia. Luca Bottura, La Stampa.
... i soldi degli aiuti usati per comprare armi invece che per migliorare le condizioni di vita degli abitanti di Gaza, e i civili – in mezzo ai quali i miliziani si nascondono – trasformati in bersagli umani. (…) Per Hamas la vita dei palestinesi vale meno di zero. Una cosa che non possono capire i suoi ottusi ammiratori che manifestano in Occidente «in difesa del popolo palestinese». Angelo Panebianco, CorSera.
Vauro, quello del naso di Zelensky disegnato come sarebbe piaciuto a Goebbels, ha disegnato (…) uno stronzo di spalle che butta a terra le bandiere dell’Ucraina e d’Israele. Buttare a terra le bandiere delle vittime è una cosa così vergognosa che persino uno come Vauro dovrebbe capirlo. I suoi (ex) amici di Charlie Hebdo, che sanno cosa sia il nazismo islamico e che oggi lo manderebbero affanculo, hanno disegnato invece un mullah di Gaza che non ha più acqua: non può lavarsi le mani insanguinate. C’è vignettista e vignettista. E soprattutto c’è la moralità, chi ce l’ha. Maurizio Crippa 2, il Foglio.
Alzati e vai alla città del massacro. / (…) / Lì tocca con la tua mano e guarda con i tuoi occhi / il sangue schizzato e i cervelli essiccati dei morti.... Hayim Nahman Bialik.
L’angoscia, il terrore per le prime immagini dell’invasione russa in Ucraina durarono sì e no tre giorni. Passato il weekend, ecco i distinguo, i «ma», i «se», le prime avvisaglie di stanchezza. (…) Tre-quattro giorni è il tempo di reazione, nella nostra epoca, per metabolizzare il trauma e addomesticare immagini raccapriccianti come quelle di questa settimana così incredibilmente orribile nella sua escalation (anche se trattandosi di Israele i distinguo qui sono iniziati subito). Andrea Minuz, il Foglio.
... la mostruosa e barbarica violenza di Hamas è figlia delle atrocità e dei crimini contro l’umanità dello Stato di Israele a Gaza... Elena Basile, ancora il Fattoide quotidiano.
Nel dicembre del 2021 [denunciai] su Repubblica la rete d’associazioni non governative che in molti Paesi europei e in Italia utilizzavano le attività caritatevoli per inviare denaro ad Hamas nella striscia di Gaza. (…) Nessun ministro dell’Interno ha mai dato risposta alla mia richiesta di chiarimenti. [Continuarono i viaggi di solidarietà] nei campi profughi gestiti da Hamas e dalla Jihad con la partecipazione, tra gli altri, d’Alessandro Di Battista e della capogruppo in commissione antimafia, la Cinquestelle Stefania Ascari. [Ci sono stati] incontri e rapporti con vari personaggi politici, da Laura Boldrini a Stefano Fassina e Nicola Fratoianni. Massimiliano Coccia, Linkiesta.
Non c’è fanatismo peggiore di quello simulato dai cinici. Roberto Gervaso.