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 2023  ottobre 16 Lunedì calendario

Le uova di zanzara aumentate del 30%

Molti Comuni stanno correndo ai ripari. A Forlì, Barletta o Messina, solo per citare gli interventi degli ultimi giorni, hanno attuato piani di disinfestazione straordinari per sconfiggere le zanzare. Fa caldo (sembra ancora per poco) e l’estate interminabile ha sconvolto i ritmi degli insetti, che in genere a questo punto della stagione sono già spariti. Così possiamo ancora ascoltare in campagna il frinire delle cicale (e questo fa piacere) ma anche sentirsi pungere (e questo fa molto meno piacere). Alzi la mano (e provi a colpire) chi in queste notti non ha sentito quel fastidioso ronzio.
Chi monitora e va a caccia di questa famiglia di insetti, conferma l’anomalia del periodo. «Per quanto riguarda la zanzara tigre stiamo assistendo a una coda più lunga del solito – osserva Romeo Bellini, responsabile del settore Entomologia e Zoologia Sanitarie del Centro agricoltura ambiente in Emilia Romagna —. Utilizziamo un sistema di ovitrappole e abbiamo misurato un 30% in più di uova. La presenza delle zanzare è molto legata alla temperatura più che alla piovosità, perché vivendo in città riescono comunque a trovare dell’acqua».
Le zanzare, come tutti gli insetti, non guardano il calendario ma seguono il tempo. Se le temperature sono alte i cicli di riproduzione continuano con la stessa frequenza dell’estate e viene rimandato il periodo di «letargo». «La zanzara tigre depone le uova e muore, quindi durante l’inverno scompare – aggiunge Bellini —. Nella zanzara comune invece resistono le femmine fecondate, in ambienti protetti e riscaldati, come cantine o seminterrati. Per questo a volte qualcuno le trova anche a Natale».
In ogni caso, stiamo ancora a lottare con le zanzare, come certifica anche l’influencer Chiara Ferragni con un messaggio sui social: «In casa, non so perché, siamo pieni di zanzare. Vitto si è svegliata ricoperta di punture sul viso e sulle braccia, stiamo mettendo creme ma poverina sembra che abbia la varicella».
Le condizioni
L’entomologo: «La presenza è legata alle temperature, nei centri urbani trovano acqua»
Stravolgimenti dei cicli naturali che non comportano solo fastidi e notti insonni, ma preoccupano anche per il rischio di diffusione di malattie. L’European centre for disease prevention and control (Ecdc) già lo scorso giugno ha segnalato la crescente circolazione delle specie Aedes albopictus (la zanzara tigre) e Aedes aegypti (nota come la zanzara della febbre gialla), vettori per la trasmissione di virus come quelli della Chikungunya, della Dengue, della Febbre gialla, della Zika e del West Nile. Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità, diffuso lo scorso 10 ottobre, in Italia «dal 1 gennaio al 9 ottobre sono stati notificati 261 casi confermati di Dengue (49 casi autoctoni); 7 casi di Zika Virus; 4 casi di Chikungunya; 42 casi di infezione neuro-invasiva». Una situazione in evoluzione che tiene in guardia gli infettivologi, soprattutto per quei quasi 50 casi autoctoni (ovvero persone che si sono contagiate nel nostro Paese), segno che la Dengue oggi si sta riproducendo nelle zanzare che vivono in Italia.
La loro crescente presenza è sicuramente effetto del cambiamento climatico ma anche probabilmente della maggiore resistenza. Come, ad esempio, dimostra uno studio pubblicato su Science Advances dell’Istituto nazionale di malattie infettive del Giappone. I ricercatori, che hanno studiato le zanzare nelle aree endemiche della Dengue in Vietnam e Cambogia, hanno scoperto la presenza di mutazioni che le conferiscono una forte resistenza ai comuni insetticidi. Una delle mutazioni più preoccupanti è comparsa in circa il 78% degli esemplari raccolti di Aedes aegypti.
Per prevenire il diffondersi delle zanzare ed evitare le punture i consigli sono i soliti della bella stagione, riassunti dal decalogo stilato dall’Iss e dal ministero della Salute: usare repellenti e indossare abiti coprenti quando si è all’aperto; mettere zanzariere alle finestre; svuotare frequentemente i contenitori con acqua stagnante e coprire quelli fissi; cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali.