La Stampa, 15 ottobre 2023
Intervista a Mago Forrest
Michele Foresta è il quarto uomo della Gialappa’s: ne subisce le angherie dal lontano 2001, ai tempi di Mai dire Maik!. E da domani torna a presentare Gialappashow su TV8 e in simulcast su Sky Uno. La prima stagione è stata un successo, «il reato reiterato» (già prevista una terza) e il format riconfermato con aggiustamenti: più schetch e più brevi, nuovi comici (Gigi & Ross, Fabrizio Casalino, e Alessandro «Lesc» Bianchi ) e nuovi personaggi (Pantani/Insinna a Sky con “4 funerali"). Tutti presenti gli altri: Stefano Rapone vice portavoce aggiunto del Governo, l’automa Ester Ascione di Brenda Lodigiani, i ragazzi Cin Cin Enrique Balbontin e Andrea Ceccon, i Neri per caso e il maestro Vittorio Cosma. Tra i nuovi programmi nel mirino «Tentescion Ailand» e pure lo sport. Ospiti a sorpresa molti vecchi amici, mentre la prima fanciulla che affianca il Mago è Ellen Hidding. «E pensare che era riuscita a rifarsi una vita», commenta Forest, ricordando che fu lei la sua prima partner a Mai dire Maik.E il suo cos’è, mago Michele, masochismo?«Ma no. Amicizia vera. Sono stato il testimone di nozze di Marco e ho celebrato quello di Giorgio, con tanto di fascia tricolore. O forse un trucco per essere sicuri di potere impugnare le nozze?»Confessi: anche lei ha sperato di rifarsi una vita?«Con loro non si sa mail se è l’ultima volta o continueranno con te fino alla fine dei tuoi giorni. In realtà lavorare con loro è la cosa migliore che possa capitare a un comico».Narra la leggenda, però, che tutto stesse per saltare. Vero?«Incomprensioni, fraintendimenti. Colpa della produzione... Insomma, mi convocarono per la generale e io dissi che non ci sarei stato: avevo una serata, un impegno preso da tempo. Era una questione di serietà professionale»Vero che minacciarono di riprendere Claudio Lippi?«Con Lippi avevano già dato dopo la litigata furiosa con Teocoli. In realtà è con Gianluca Guidi che hanno sempre minacciato di sostituirmi».Lavorare con loro com’è? Democratici o assolutisti?«Hanno uno speciale processo creativo che non ha mai fine: si parla a ruota libera, in riunione, a cena, in studio. La regola è: se fa ridere, si dice, anche se irriterà qualche permaloso o non sarà politicamente corretto. Un principio che mi vede assolutamente allineato».Mai censurato, quindi?«Forse qualche battuta più estremista. Qualcuna che sarebbe andata bene a teatro per gli stand up, ma non in tv... Ne ricordo una, su tre ladri annegati: perché avevano rapinato una banca del seme. Ma forse poi l’ho detta...»Battute serie?«Qualcuna. Ai tempi della guerra del Golfo e delle carte da gioco con i volti dei capi del governo iracheno. Ci abbiamo chiuso una puntata, dicendo che c’erano anche quelle dei bambini, ma valevano poco».Su cosa non ne farebbe, oggi?«Forse i migranti: non c’è tanto da scherzare. Le malattie e le sofferenze in genere. Sono tutti temi che non mi sento di approcciare con la lente distorta della comicità, anche perché facciamo pur sempre intrattenimento leggero. La satira estrema non ci appartiene. Nel grande territorio della satira di costume, il nostro campo è la parodia della tv. Noi giochiamo alla tv».Lei arrivava alla corte della Gialappa, da Zelig: a chi il merito di averla scoperta?«Iniziai ragazzo con Arbore, prima Quelli della notte, poi Indietro tutta: per un ragazzo di Nicosia un traguardo indescrivibile. Dopo quell’avventura, seguì una “pausa di riflessione”. A Zelig arrivai a 37 anni e alla Gialappa a 40: ero già il Mago Forest».Come nasce il Mago?«Della tv degli Anni 60 (che non avevamo e vedevamo dai vicini e seguivo con dedizione) ricordavo Mac Rooney, l’antimago pasticcione. Lavorai su quell’idea, fino a diventare un discreto prestigiatore (faccio ancora parte del Club dei Maghi). Mi portò fortuna, ma la Gialappa mi permise di passare da mago inadeguato a presentatore inadeguato».E come attore?«Il cinema non è il mio lavoro. Ogni tanto mi chiamano, come per per Improvvisamente Natale con Diego Abatantuono e sarò anche nel sequel che esce a novembre. Lo sa che gli americani l’hanno rifatto con Danny DeVito? Mi hanno richiamato anche per LOL»Da Fazio la vedremo ancora?«Alla prima puntata stasera certamente. Poi dipende. Gialappashow è molto impegnativo. Tra scrittura e prove si lavora tutti i giorni. E io mi diverto anche a non far niente, ad andare al cinema, a un concerto, a vedere la mostra di Tim Burton al Museo del Cinema... La felicità non è mica solo lavoro. Esiste anche la vita». —