Corriere della Sera, 15 ottobre 2023
Perché siamo così confusi?
Il masochismo delle democrazie è sbalorditivo. Ad ogni crisi ci si trova a discutere con persone che ignorano le colpe altrui ed enfatizzano le proprie. Perché?
La distrazione occidentale sulle condizioni di vita a Gaza – non di tutti: la chiesa cattolica le aveva ben presenti – è stata grave. Ci sono stato: già trent’anni fa sembrava una prigione a cielo aperto. Ora quella prigione ha moltiplicato i reclusi, e nessuno – neppure davanti al rischio di una guerra – ha intenzione di aprirla: non Israele, non l’Egitto, non Hamas, per cui la popolazione civile è uno strumento bellico e politico. Ostaggi, anche quelli.
Il richiamo della foresta, che ha spinto molti ex comunisti a difendere l’invasore russo in Ucraina, sta alzandosi di nuovo. Chi ha sofferto per i palestinesi in passato difficilmente riesce a gridare – chiaro, forte, senza ambiguità – che la prima responsabilità di quanto accade è di Hamas, un’organizzazione terrorista che ha scelto di massacrare ragazzi e bambini ebrei, e di vantarsene. Quelle cose le faceva Erode e le ha rifatte Hitler: su di loro è calata l’infamia della storia.
Perché, oggi, questa mancanza di coraggio? Ribattere «E allora gli israeliani che bombardano Gaza e forse la occuperanno?» è un modo per rimuovere il problema. Gli errori di Israele – quelli di ieri e quelli di oggi – vengono evidenziati, per primi, dagli israeliani. E chi sostiene l’unica democrazia in Medio Oriente, se ha un minimo di buon senso, non ha difficoltà ad ammettere che gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania siano una provocazione, che lasciare Gaza in quelle condizioni fosse un tragico errore, che i bombardamenti di queste ore sanno di frustrazione e di vendetta.
Queste cose si possono e si devono dire. Ma bisogna partire dall’enormità di quanto è accaduto. La strage degli innocenti è l’11 Settembre di Israele. Rimuovere e minimizzare quanto è accaduto il 7 ottobre è sbagliato. Eppure lo stanno facendo in molti, in Europa. Dentro la sinistra, dove scattano antichi riflessi condizionati; e negli ambienti islamici, per un senso di appartenenza e lealtà che – in questo caso – non ha ragione d’essere. Chi si avvantaggia? La destra, ovviamente. Con questi avversari, nonostante il poco che riesce a fare, vincerà le elezioni per altri vent’anni.