Il Messaggero, 15 ottobre 2023
Ritratto di Anna Magnani (che non era poi così fiera delle sue rughe)
«Robe’, t’o’o sogni che casco». Sul set di Roma città aperta la Magnani faceva le bizze. «Poi Rossellini diede il ciak e alla mitragliata lei si buttò in quel modo. In due minuti fece la storia del cinema». A ricordarla a 50 anni dalla morte, e mentre sta per aprirsi (il 18 ottobre) una Festa del Cinema dedicata a lei, è l’amica Silvia D’Amico (82), produttrice dei suoi ultimi film Tv. Sua madre, Suso Cecchi D’Amico, era stata la sceneggiatrice di fiducia dell’attrice. «Anna frequentava casa da quando avevo 5 anni, le sono rimasta vicino fino alla fine». E sul suo letto di morte Silvia conobbe Roberto Rossellini, che diventò il suo compagno. Lui fu l’unica persona che la Magnani volle accanto a sé negli ultimi giorni.
Come mai Anna chiamò il suo ex dopo 30 anni?
«Per lei Roberto risolveva ogni problema, gli disse: "Nun me devi fa’ mori’". Si fidava di lui più che dei medici».
Rossellini fu generoso, non è da tutti
«Fece i salti mortali per tenere segreta la notizia della malattia, non voleva che lei - ignara del tumore - intuisse qualcosa leggendo i giornali. È morta senza accorgersene».
La loro fu una storia d’amore tormentata?
«Sì e finì dopo il telegramma di Ingrid Bergman che invitava Rossellini a lavorare insieme. Lui all’inizio non sapeva chi fosse questa svedese, non andava mai al cinema».
Sua madre Suso disse che "Rossellini con la Bergman mirava biecamente all’America".
«Sì, poteva essere un’opportunità per la carriera, ma poi hanno avuto 3 figli Roberto era un incantatore di serpenti: tutte si innamoravano e lui, pigro, cedeva. Alla Bergman raccontò che Ladispoli era il posto più bello del mondo, lei ci credette».
Marcello Gatti, che ebbe con Anna una storia, rivelò che incontrarono Rossellini e la Bergman e lei indicò al regista le sue parti intime: "Questo sì che è maschio." Gelosia feroce?
«Roberto si sarà fatto una risata, le scenate plateali erano il loro pane quotidiano».
Che donna era, la Magnani?
«Si pensa a una pantomima della romanità, "Aho’, li mortacci tua" e invece era una borghese sofisticata che aveva studiato piano e recitazione».
Quando lavorò con lei per la tv, il cinema l’aveva dimenticata?
«Dopo l’Oscar per il film americano - inguardabile - le proponevano cose orrende: gli spaghetti western o anche di fare l’antagonista di Bond in 007 col pugnale nella scarpa».
I suoi film non incassavano più?
«Purtroppo sì. I produttori non avrebbero mai fatto Nella città l’inferno senza la Masina, reduce dai successi di Fellini. Si parlò di scintille fra le due e il motivo era solo uno: Anna non le perdonava di doverle qualcosa».
La rivalità con la Loren?
«Ma no, Anna la puoi paragonare solo a Bette Davis! Lei diceva che l’Oscar della Loren era stato più facile perché recitava in italiano, mentre il suo film era in inglese».
In scena era tutto istinto?
«Io direi gran professionista. Una notte sul set di Bellissima faceva freddo e si vedeva il vapore del suo respiro: si mise del ghiaccio in bocca e andò avanti recitando così».
Il direttore della fotografia Delli Colli non voleva che usasse i tiranti per levigare il viso. Era davvero fiera delle rughe?
«No, Anna certe rughe non le voleva. Il suo operatore preferito, Barboni, era attentissimo a luci e ombre. Quando morì, disse: "Sto fijo de na mignotta, che dispetto m’ha fatto." Ma non le dava mai un’immagine troppo patinata».
Secondo l’amico di Anna, Tennesse Williams, ogni sera aveva un giovane amante diverso. Si è più innamorata dopo Rossellini?
«Gli ultimi partner, Gabriele Tinti e Osvaldo Ruggeri, erano molto giovani ma sono state vere relazioni d’amore».
Un episodio che la fa ancora ridere?
«Il suo commento, appena uscita dalla toilette del Jackie ’O: "Il mondo è finito, vai ar cesso e ce trovi la regina d’Egitto." In quel periodo re Farouk era in esilio a Roma, lo si incontrava sempre con la moglie a via Veneto».
Si ricorda le sue famose feste a casa?
«Amava fare scherzi telefonici insieme a Sordi. Cercavano sull’elenco stradale un condominio e chiamavano a turno gli inquilini, fingendo di essere il vicino di casa: "Aiuto, me sento male." Il condominio impazziva. Poi Sordi chiamava i portieri delle dimore nobili: "Salve sono Raniero del Cazzo" e questi, "Li mortacci tua."»
Lo scherzo più crudele?
«Telefonavano a una nota attrice per comunicarle un premio da ritirare, ma rifiutavano ogni sua richiesta, fino a rivelarle che aveva vinto solo due caciotte e un salame. Lei nonostante tutto accettava e loro, giù a ridere».
Con Visconti fu amore-odio?
«Lo aveva nascosto in casa durante la guerra, terrorizzata di essere scoperta, lei che quando faceva la rivista aveva spesso sbertucciato il regime. Litigarono perché in giuria al Festival di Venezia lui le negò un premio per un film mediocre. Anna nelle amicizie era mafiosa: o sei con me o contro di me».
Com’era come madre?
«Non è stata una brava madre e non perché fosse assente. Al contrario, poteva essere soffocante, sempre depressa per la poliomelite di Luca. Dopo la sua morte, lui sposò una donna che si truccava e vestiva volutamente come Anna».
Cosa pensa del progetto annunciato dalla Guerritore?
«Mi ha detto che vuole mostrare l’anima di Anna, mi suona pretenzioso. È brava ma forse nella Magnani lei cerca una proiezione di sé stessa».