la Repubblica, 14 ottobre 2023
Il pian Mattei non c’è
Più volte evocato e annunciato, già esibito con orgoglio a scatola chiusa. Ma il piano Mattei non c’è. La premier Giorgia Meloni, nel corso della visita-lampo in Mozambico, ha fatto sapere che se ne parlerà nel 2024: «Dobbiamo capire meglio il quadro della situazione internazionale che si sta evolvendo», le parole della presidente del Consiglio a Maputo. Ricalcano una nota della Farnesina, che era stata chiamata materialmente a organizzare la conferenza Italia-Africa nel corso della quale una delle iniziative-chiave del programma di Palazzo Chigi avrebbe dovuto essere presentata: a consigliare il rinvio all’inizio dell’anno prossimo, c’è scritto, «il peggioramento del contesto generale di sicurezza». Ma l’opposizione non crede alle spiegazioni formali, vuole sapere qualcosa in più dell’intervento che dovrebbe servire a frenare il boom degli sbarchi. E invece poco o nulla si conosce. Il piano Mattei, ora, è davvero un giallo.
Nel giorno in cui viene annullato, si viene a conoscere solo la data in cui il vertice avrebbe dovuto svolgersi: il 6 novembre, probabilmente alla Farnesina e con la presenza di numerosi capi di Stato e di governo africani. I contenuti? Investimenti in Africa per fare fronte alle tante emergenze umanitarie, per garantire un processo di sviluppo e di stabilità, con l’obiettivo ultimo ma non secondario di contenere i flussi di migranti illegali. Con quali fondi? Meloni dice che «sarà sostenuto dal nostro Fondo clima, che così impatta sulle nazioni africane. Il 70 per cento del nostro Fondo clima sarà dedicato all’Africa, circa 3 miliardi di euro, un investimento importante con cui vorremmo spingere a un nuovo approccio tutta l’Unione europea». Ma questa decisione solleva sospetti a sinistra: «Siamo alla beffa irriverente. Meloni – dice Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde – parla di un Piano Mattei che non è stato mai presentato pubblicamente, tanto meno in Parlamento. Insieme a De Scalzi, sta lavorando per acquisire nuovi contratti di gas in Africa. Questo non ha nulla a che fare con la lotta ai cambiamenti climatici. Se Meloni pensa di finanziare Paesi che forniscono gas e petrolio all’Italia, direttamente o indirettamente, usando il Fondo per il clima e con l’alibi di un piano fantasma come il Piano Mattei, reagiremo duramente», dice Bonelli che ha presentato un’interrogazione.
Argomentazioni che poggiano anche su una recente nomina: quella di Marco Rosario Ferrante, storia decennale in Eni e oggi dirigente di una joint venture fra la stessa Eni e Bp, come responsabile e delegato di Fratelli d’Italia per Angola e Mozambico. D’altronde i rapporti fra il governo e il Cane a sei zampe sono imprescindibili, quando si va a sud del Mediterraneo: l’azienda energetica di Stato è attiva in 14 Paesi africani e costituisce una vera e propria diplomazia parallela in capitali nelle quali, a volte, gli uffici delle ambasciate sono sguarniti.
Dentro «il modello di cooperazione non predatoria», dentro un piano «al quale devono collaborare i Paesi africani» c’è di certo il grande progetto di Palazzo Chigi per garantire il superamento della dipendenza energetica dalla Russia e fare dell’Italia un hub fra Africa e resto d’Europa: non a caso Meloni nei mesi scorsi è stata in missione, fra l’altro, ad Algeri e Tripoli. Ma la cri si fra Israele e Palestina (con l’Algeria schierata con Hamas) e la situazione di instabilità che coinvolge l’intera area hanno messo seri ostacoli sul cammino. Nel frattempo, accordi specifici sui migranti (il memorandum con la Tunisia) si sono inceppati. E resta in sospeso anche il nodo della governance del piano Mattei. La premier, a Granada, aveva pure annunciato una norma per regolarla: ci dovrebbe essere il coinvolgimento dell’Ue ma la guida dovrebbe essere italiana. In quest’ottica, lo slittamento al 2024 del Piano – quando il nostro Paese assumerà la presidenza di turno dell’Unione – potrebbe essere utile a Palazzo Chigi. In ogni caso tutto salta, i ripetuti annunci si sciolgono nell’ultimo rinvio: «Il Piano? Vogliamo scriverlo pure con il Mozambico», precisa la premier. «Sta ammettendo semplicemente che non esiste», incalzano i 5Stelle.