Corriere della Sera, 14 ottobre 2023
I serpenti di Bulgari
Il viaggio comincia con un orologio da polso Serpenti del 1949, uno dei primissimi, riacquistato da Bulgari da un collezionista. Le inconfondibili spirali del Tubogas, maglie d’oro connesse tra di loro senza alcuna saldatura, riportano al lusso austero del dopoguerra, dove le gemme scarseggiavano. Ma il Boom si riflette anche sui Serpenti, che negli anni Cinquanta vengono ricoperti di rubini, diamanti o rivestiti di smalti policromi, che richiedevano circa 200 ore di lavoro per ogni pezzo. Molti bracciali, qualche orologio da polso con il quadrante incastonato nelle fauci del serpente, perché all’epoca per le donne era sconveniente guardare l’ora. Intanto però avanzano donne come Elizabeth Taylor, a Roma per il film Cleopatra, prima attrice a ricevere un compenso di un milione di euro per la parte da interpretare: lei indossa senza censure il suo orologio-bracciale Serpenti durante le pause di lavorazione sul set, come un talismano che la mantiene in connessione con il personaggio della Regina del Nilo. La passione per la maison romana è così forte che Richard Burton confessa: «La sola parola che Liz conosce in italiano è Bulgari».
Negli anni Settanta Diane Wreeland, redattrice di Vogue US, scrive addirittura un promemoria personale ai colleghi del magazine: «Non dimenticate il serpente...Il serpente dovrebbe essere ad ogni dito, e attorno ad ogni polso e ovunque». Indossa la cintura Serpenti intorno al collo, come un moderno necklace, inaugurando una certa eccentricità nell’indosso. «Sono donne alle quali mi sono ispirata nella rivisitazione della collezione Serpenti», dice Lucia Silvestri, dal 2013 direttore creativo di Bulgari gioielli, padrona di casa al Dazio Levante di piazza Sempione a Milano. Qui, fino al 19 novembre, sarà allestita la mostra «75 Years of Infinite Tales», percorso narrativo tra gioielli, orologi, video e materiali di archivio, in una sequenza temporale che parte dai primi secret watches Serpenti, passando per la collezione Serpenti Viper, fino alle interpretazioni di Alta Gioielleria. Prosegue così la liason tra Bulgari e Milano, che se fosse una pietra, secondo Lucia Silvestri, sarebbe uno zaffiro. «Elegante e solo all’apparenza blu: in realtà ha molte sfumature». Le pietre colorate sono una passione: al dito indossa uno spinello lavanda e i «suoi» Serpenti sono spolverati di tormaline Paraiba. «Ho cercato di mantenere intatto il dna di Serpenti, ma lavorando sulla versatilità e sul modo di indossarli, magari mischiati a collezioni come Monete».
Il mondo giovane è stato raggiunto attraverso Viper, una collezione più abbordabile e genderless, un successo commerciale in piena regola. Il mondo delle star è stato invece celebrato attraverso pezzi one of a kind, come la collana Serpenti Hypnotic Emerald, uno smeraldo colombiano taglio cabochon da 93,83 carati indossato per la prima volta da Zendaya in occasione della 78ª Mostra del Cinema di Venezia. «Il punto di partenza è sempre una pietra: quando ne trovo una tra le mani mi emoziono, la osservo, mi lascio conquistare anche dalle sue inclusioni, che per me non sono imperfezioni, ma segni della storia di quella gemma». Nel docu-film Inside Dream visibile all’interno della mostra si racconta proprio il momento dell’«incontro» lo smeraldo grezzo di 4 chili, «che ho tenuto in braccio come fosse un bambino, prima di riuscire a convincere i proprietari, una famiglia indiana, a ritagliarlo». Il sogno era realizzarne uno smeraldo di 100 carati. «Dalla lavorazione è uscito un taglio cabochon da 93.83 carati delle dimensioni di un piccolo uovo, che ho chiesto alla disegnatrice di poggiare con delicatezza nella bocca del serpente, come se dovesse custodire le sue uova». Un pezzo unico, con un finale ancora più speciale: «Dopo Zendaya, la collana è stata venduta ad un cliente che l’ha voluta regalare a sua madre».