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 2023  ottobre 13 Venerdì calendario

Periscopio

«È stato un grave errore far entrare così tante persone di cultura, religione, convinzioni completamente diverse», ha detto Harry Kissinger, già segretario di Stato americano, commentando le immagini degl’immigrati arabi che, nelle strade di Berlino, hanno festeggiato il pogrom di Hamas in Israele. tgcom24. mediaaset.it
Non abbiamo ucciso nessun civile. Un portavoce di Hamas (youtube).
In Israele, da sabato, si contano 1200 morti e più di 3000 feriti, soprattutto civili. i24news.tv

Nel corso dei secoli è probabile si siano commessi più peccati mortali nel nome benedetto di Yahveh, Cristo e Allah di quanti ne siano mai stati perpetrati per orgoglio, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia e accidia. Mordecai Richler, Quest’anno a Gerusalemme.

[C’è un’evidente] regia iraniana. L’interesse dell’Iran è impedire che l’Arabia Saudita faccia l’accordo con Israele. La somma tra le capacità tecnologiche d’Israele e le risorse saudite renderebbe impossibile all’Iran aspirare alla supremazia regionale. E siccome l’accordo era vicino, doveva saltare. Questo il motivo strategico dell’aggressione. Reso possibile da un clamoroso default della sicurezza e dei servizi. Maurizio Molinari (Alessandro De Angelis, HuffPost).
Hamas è (…) un esercito che, quando colpisce obiettivi militari, resiste legittimamente agli occupanti. Marco Travaglio, la Sura quotidiana.
Quando nel 1972 Oriana Fallaci andò a intervistare ad Amman George Habash, medico e leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, all’epoca caro ai movimenti marxisti di mezza Europa, Habash le disse: «Noi riteniamo che uccidere un ebreo lontano dal campo di battaglia abbia più effetto che uccidere cento ebrei in battaglia». [Persino] Abu Lotuf, dirigente di Al Fatah, il partito di Yasser Arafat, parlando degli attentati del Fronte popolare diceva disgustato: «Monkey business», roba da scimmie. Magari i ragazzi della Sapienza di Roma o gli altri del liceo Manzoni di Milano, quelli che godono «se brucia Tel Aviv», non sanno nemmeno chi è Habash. Ma certe cose si trasmettono anche senza nozioni. Sono eredità genetica. Stefano Cappellini, Repubblica.

Jamal Al-Huwail, dirigente di Fatah, ha affermato in un programma dell’8 ottobre 2023 su Al-Manar TV (Libano-Hizbullah) che i membri di Fatah e le forze di sicurezza dell’Autorità palestinese dovrebbero seguire l’esempio dell’invasione di Hamas nel sud di Israele. Ha detto testualmente: «Inshallah, è un’opportunità storica. Dobbiamo spazzar via i coloni dalla Cisgiordania». MEMRI TV Videos.
Questa è la seconda guerra per l’indipendenza d’Israele. Un tweet.
Golda Meir e Moshé Dayan non chiesero alle opposizioni di formare un governo d’unità nazionale il 6 ottobre del 1973, quando apparve chiaro l’enorme errore strategico che avevano commesso per non aver previsto l’attacco congiunto d’Egitto e Siria che aveva distrutto le difese israeliane sul Canale di Suez e premeva sul Golan. Meir e Dayan diressero la guerra alla testa del governo responsabile del disastro, e la vinsero. Poi, finiti i combattimenti, si dimisero e chiusero sommessamente la loro carriera politica. Invece, il 7 ottobre 2023 Bibi Netanyahu, appena apparso chiaro il disastro provocato dal suo governo che aveva tolto il presidio militare al confine di Gaza, ha chiesto alle opposizioni di formare un governo d’unità nazionale. [Non sembra aver ancora] compreso che col disastro del 7 ottobre si chiude, malamente, la sua carriera politica. Carlo Panella, Linkiesta.

[Il presidente Biden, scrive Chuck Freilich, ex viceconsigliere per la sicurezza nazionale,] deve dire a Netanyahu che «l’America farà tutto il possibile per aiutare Israele a difendersi dai fascisti teocratici di Hamas e Hezbollah. In cambio Netanyahu deve ricollegarsi all’Israele democratica e liberale, in modo che il mondo e la regione vedano questa non come una guerra di religione, ma come una guerra tra la prima linea della democrazia e la prima linea della teocrazia. Ciò significa che Netanyahu deve cambiare il suo gabinetto, espellere i fanatici religiosi e creare un governo d’unità nazionale con Yair Lapid e Benny Gantz». Proprio oggi, il premier ha seguito il suggerimento, ma solo in parte: dentro Gantz, ma non Lapid, che chiedeva la cacciata dell’ultradestra. Gianluca Mercurio, Il punto del Corriere della Sera.
Forse non hanno tutti i torti gli israeliani che, temendo il bis di Gaza, sono contrari a cedere il controllo dei Territori occupati in Cisgiordania. (…) Nel 2008 ci opponemmo con vigore all’idea statunitense d’accettare l’Ucraina nella Nato. Lo facemmo [pazza idea] per non indispettire Putin e mantenere un dialogo con Mosca. Antonio Polito, Corriere della Sera.

Mosca, 11 ottobre. Oleg Orlov, copresidente di Memorial, una delle più forti e influenti organizzazioni russe per i diritti umani, rischia una condanna a 5 anni di prigione per aver paragonato, in un articolo, la Russia di Putin all’Eurasia di 1984, il romanzo di Orwell. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
«Orwell era già molto richiesto, ma adesso l’interesse per i suoi libri è cresciuto di cinque o sei volte», dice Sergej Rubis, della casa editrice Ast. Basta fare un giro nelle librerie di Mosca, da Dom Knigi, su Nuova Arbat, alla labirintica Biblio-Globus, nei pressi della Lubjanka, sede dell’ex Kgb. Interi scaffali sono dedicati alle più disparate edizioni di 1984. Rosalba Castelletti, Repubblica.
E in Italia, dove i best seller li scrivono i generali distopici con i piedi a mollo sulla copertina di Chi? ItaliaOggi.
[In Italia] Iolanda libera tutti. Titolo del Tempo.
Già spariti i [primi due] migranti liberati dalla giudice [Iolanda Apostolico]. Titolo di Libero.
Tornano i mostri [da talk show]. Più la situazione è drammatica, più spuntano da ogni parte, e la tv invece d’aiutare a comprendere i fatti d’Israele eccita i picchiati d’ogni risma com’era già successo con la pandemia e con l’Ucraina. Mario Lavia, Linkiesta.
«Non nel mio tinello». Appello a spegnere la tv e a non andare più in quei cessi di talk show. Linkiesta.
Le guerre si combattono in nome d’ideali tanto più nobili quanto più mostruose sono le stragi che, in nome dei medesimi, si commettono. Roberto Gervaso.