La Stampa, 13 ottobre 2023
I nuovo Egizio di Greco
Dietro l’angolo ci sono i festeggiamenti per il bicentenario del Museo Egizio di Torino – nato addirittura prima di quello del Cairo -, che sarà celebrato con un programma di eventi nel 2024. Ampliando l’orizzonte ai prossimi cinque anni, il progetto più ambizioso è quello di rendere gratuita e accessibile a tutti la collezione permanente delle sale espositive. Una visione a cui dà voce e anima il direttore Christian Greco, che dice alla Stampa: «Ci siamo chiesti come un museo possa rispondere al dettato costituzionale e restituire alla Repubblica le proprie collezioni. Significa passare dall’essere un semplice custode pro tempore a diventare un vero ente di ricerca che offre prodotti culturali di alto livello».
L’esempio a cui si guarda è quello dei musei anglosassoni, dove spesso per visitare gli allestimenti permanenti non serve acquistare un biglietto, ma si pagano invece tutte le attività accessorie: eventi, formazione, didattica, attività di ricerca. La strada è tracciata e parte proprio da uno dei poli museali mondiali più importanti, a due passi dalla Mole, che ogni anno richiama quasi un milione di visitatori. Per centrare l’obiettivo serviranno tempo, lavoro, tentativi, con la volontà di riuscire a rendere l’Egizio gratuito entro il 2028. «Il punto è far sì che il museo metta la ricerca al centro per reperire i finanziamenti principali, diventando un centro di formazione a vari livelli – spiega Greco -, organizzando corsi per audience diverse, richiedendo un compenso per condividere il nostro know-how, penso ad esempio a corsi di management e di soft skills, implementando anche l’attività editoriale, un po’ come fa la Royal Academy che organizza corsi ogni sera a vari livelli».
Oggi il bilancio annuale dell’Egizio è di 15 milioni di euro, il sostentamento delle attività arriva per l’86% dai biglietti venduti. Di fatto sono questi l’unica fonte di introiti, motivo per cui durante lo stop del Covid il Museo ha sofferto parecchio. L’obiettivo di Greco è invece quello di spostare i piatti della bilancia, facendo alzare le altre fonti di reddito: dal potenziamento del fundraising e dei fondi per finanziare tutta la ricerca, al rafforzamento delle attività didattiche sviluppando laboratori immersivi, corsi di disegno, di fruizione digitale e formazione per professionisti. «Il nostro museo già adesso ha due borse Marie Curie, in passato ha vinto il progetto per la rifunzionalizzazione del Cairo – spiega Greco – e l’obiettivo è aumentare i fondi europei per la ricerca». Rendendo sostenibile, in questo modo, la gratuità di tutta la collezione permanente. In questo percorso l’Egizio non sarà da solo ma verrà affiancato da Università di Torino, Politecnico e Bocconi di Milano.
Fissato l’obiettivo più ambizioso, il Museo si prepara a festeggiare i duecento anni dalla nascita con alcune novità, che vanno nella direzione di rendere sempre più accessibili i suoi spazi. Perché come dice Greco dovrà essere «un museo riflessivo, autocritico, trasparente e permeabile». Un primissimo passo riguarderà la corte centrale, che diventerà a tutti gli effetti una nuova piazza aperta ai torinesi e ai visitatori. «Adesso è soltanto un luogo di passaggio, la trasformazione consentirà di metterlo a disposizione di tutti con una caffetteria, un bookshop e un giardino – racconta Evelina Christillin, presidente della Fondazione -. Anche il tempio di Ellesija sarà reso visitabile a tutti liberamente, al di fuori del percorso museale per cui serve un biglietto». Stessa cosa per la parte ipogea, aperta a tutti, che diventerà una sala immersiva «per costruire quello che ancora manca all’Egizio, vale a dire il paesaggio». Quasi 1.200 metri quadrati offerti alla cittadinanza gratuitamente, aumentando gli ingressi dall’esterno.
La piazza sarà un luogo dove potersi incontrare, prendere un caffè, leggere un libro. Un primo passo per rendere effettivamente il museo un bene comune, a disposizione di tutti. Una sfida in cui l’Egizio si differenzia dai musei statali (che in Italia sono i principali) per la sua personalità giuridica, essendo una fondazione di diritto privato. Con queste prime novità, l’obiettivo è quello di passare da 900 mila a 1,2 milioni di visitatori annui. Altre novità riguarderanno la Galleria dei Re, dove cambieranno l’illuminazione e il posizionamento delle statue. L’ultimo piano, invece, diventerà la sala permanente della scrittura, «un museo nel museo», dice Greco. Per gli eventi legati al bicentenario è annunciata la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella