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 2023  ottobre 12 Giovedì calendario

Biografia di Eleonora de Fonseca Pimentel

«Signora Marchesa, voi siete di famiglia nobilissima. Non comprendo come siate stata coinvolta in movimenti plebei. A Corte v’avrebbero incaricata di ogni incombenza culturale. In nome di che avete deciso di gettar via queste cose? La venuta dei Francesi non risolverà i problemi del nostro popolo. Perciò, chiunque abbia a cuore le sorti di questa cara patria napoletana, ha il dovere di collaborare». «I veri nemici della patria sono l’ingiustizia e i tiranni. Non potete chiedere a me certe cose». Così, nel romanzo Il resto di niente di Enzo Striano, la patriota Eleonora de Fonseca Pimentel immagina l’interrogatorio con l’inquisitore borbonico Guidobaldi. In realtà, all’uomo interessano solo delazioni. «Due parole e ve ne uscite. Subito». Eleonora tace. «Allora ve ne rimanete qua. Stateve bbuono».
LA RIVOLTA
Si tratta, appunto, di un romanzo, però il senso potrebbe essere quello. Benché non sia una rivoluzionaria nel senso del termine, ma uno «spirito liberale ed europeo», per i Borbone Eleonora è una traditrice giacobina. Viene iscritta fra i «rei di Stato», che hanno agevolato la «rivolta giacobina». Le viene tolto l’incarico di bibliotecaria e il sussidio. Nel 1798 la arrestano. I “lazzari”, però, approfittano dell’arrivo dei francesi per far evadere i prigionieri. Eleonora si veste da uomo e partecipa alla presa di Castel Sant’Elmo. Il 22 gennaio 1799 è fra quelli che proclamano la Repubblica Napoletana (nel solco delle “Repubbliche sorelle” filofrancesi). Dirige Il Monitore Napoletano, è convinta che gli intellettuali debbano formare gli altri ceti. Con gli altri liberali, vuole modificare l’arretrata legislazione civile e penale, migliorare la situazione economica e sociale, promuovere le riforme.
I MASSACRI
Ma la Repubblica Napoletana cade in giugno, a causa del crudele esercito sanfedista di Fabrizio Ruffo di Calabria, della pressione inglese, dell’opposizione del popolo. I francesi fuggono, Ferdinando e Maria Carolina – che erano scappati con il tesoro – rientrano in città, accolti trionfalmente dai lazzari, che compiono massacri inenarrabili. I reali non accettano di accordare «l’onorevole capitolazione» (che pure avevano indirettamente sottoscritto) a coloro che hanno partecipato alla Repubblica. Vengono condannati a morte o all’ergastolo moltissimi personaggi, fra cui l’ammiraglio Caracciolo. Ed Eleonora stessa, a cui era stata promessa la grazia, viene impiccata.
Dopo una fase di oblio, però, questa donna straordinaria è tornata alla ribalta grazie a libri e film. Nata a Roma il 13 gennaio 1752, proviene da una famiglia portoghese, nobile e impoverita. Nel 1760 la famiglia si trasferisce a Napoli, dove c’è gran fermento intellettuale. Enfant prodige, Eleonora apprende il latino e il greco, le lingue moderne, la letteratura. Studia il diritto, le discipline scientifiche. Sedicenne, scrive versi, frequenta i salotti, è ammirata dal giurista Gaetano Filangieri, ha uno scambio letterario con Pietro Metastasio, con Voltaire. Compone Il Tempio della gloria, in onore delle nozze fra Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina, figlia di Maria Teresa d’Asburgo. Viene invitata a corte, riceve premi. In quella fase, Maria Carolina guarda con interesse all’Illuminismo e alla modernizzazione dei suoi stati. Insieme al marito, vuole favorire la Comunità di San Leucio, inizialmente un ospizio per i poveri poi diventato un importante opificio. A San Leucio viene creata una “comunità modello”, basata su una legislazione egualitaria e libertaria, che prevede l’istruzione gratuita dei bambini. La regina assume Eleonora come bibliotecaria; lei scriverà un sonetto nel quale esalta San Leucio, di cui si occupa.
Ammessa all’Accademia dei Filateti, la de Fonseca viene poi accettata nell’Accademia dell’Arcadia. Ma la sua vita privata non è felice. Ha una storia d’amore con Luigi Primicerio; quindi sposa Pasquale Tria de Solis, che si rivela un giocatore volgare e manesco, tanto che lei avrà diversi aborti. Alla fine chiede l’annullamento. Entra nell’Accademia Reale di Scienza e Belle Lettere, lavora con importanti compositori, è vicina alla massoneria. Il padre muore nel 1785, per cui Eleonora ottiene un sussidio. Intanto in Francia soffiano quei venti rivoluzionari che portano al 14 luglio 1789 e alla drammatica fase successiva. Con la condanna a morte della sorella Maria Antonietta, Maria Carolina cambia atteggiamento e rigetta con odio ogni adesione ai principi nuovi.
FEROCIA
Influenzata dall’opaco rapporto che la lega a Emma Hamilton e dal di lei amante Nelson, perseguita con ferocia i liberali. Viene introdotto «il reato d’opinione», proibiti diversi libri, giustiziati alcuni personaggi. Le relazioni dei reali con Eleonora, che pure sulle prime aveva creduto a un sovrano riformista e modernizzatore, finiscono per rompersi. E così il 20 giugno 1799 la de Fonseca si avvia al patibolo, fra i lazzi feroci e volgari del popolino. Prima di essere impiccata, però, cita un verso di Virgilio: Forsan et haec olim meminisse iuvabit. «Forse un giorno gioverà ricordare tutto questo». Forse.