La Stampa, 11 ottobre 2023
Cento anni di Juve
Più che una festa, è stato un inno d’amore. Per la Juventus, per una storia che non ha eguali nel mondo e per quei campioni che hanno reso leggendario un club che da cento anni è guidato dalla Famiglia Agnelli. Le celebrazioni di questo speciale compleanno non potevano che chiudersi con una partita tra i campioni più forti che hanno vestito il bianconero, da Zidane a Conte passando per Ravanelli e Marchisio, ma soprattutto con il trionfo dell’orgoglio juventino in campo e sugli spalti. Gli ottomila tifosi al PalaAlpitour impazziscono di gioia quando rivedono Alessandro Del Piero con la maglia di una vita, si emozionano nel riassaporare i vecchi trionfi e applaudono commossi quando scorrono i nomi di chi non c’è più, da Gianluca Vialli (al 9’ la partita si ferma e tutti applaudono per un minuto lunghissimo) agli indimenticati Ale&Ricky. Il passato va a braccetto con il presente, sugli spalti c’è tutta la dirigenza con Massimiliano Allegri a guidare i giocatori rimasti a Torino in questa sosta di campionato, ma c’è spazio anche per il futuro. Questa notte di festa diventa un trampolino per scrivere nuove pagine di successi nell’infinito romanzo bianconero. «Questa è una serata bellissima – sorride John Elkann, amministratore delegato di Exor – e qui si capisce che cosa vuol dire essere della Juventus. Juventus vuol dire gioventù e qui ci sono tantissimi bambini e ragazzini. È un momento forte: il legame della nostra famiglia dura da 100 anni e la cosa più importante è la passione che ci lega, come lega tutte le famiglie juventine. L’amore si tramanda di generazione in generazione». In campo si sfidano prima i ragazzi delle Academy e i tifosi di ogni tipo, dagli influencer ai rapper, ma poi ci pensa un video a scaldare l’ambiente, ripercorrendo i trionfi di questi ultimi cento anni, da quando Edoardo Agnelli nel 1923 divenne presidente della Juventus. Non scorrono solo immagini storiche, ma anche frasi che hanno scolpito il dna bianconero. Da “La squadra del mio cuore, è il mio cuore” di Giampiero Boniperti a “La Juventus non potrà perdere mai più nulla perché ha già vinto tutto” di Omar Sivori, passando per Trapattoni, Chiellini e Buffon fino a “La Juventus è come un profumo: facile innamorarsene, difficile da togliere, impossibile da dimenticare” di Alessandro Del Piero. Proprio lo storico capitano è l’uomo più atteso e applaudito: una standing ovation lo accoglie quando entra in campo per la partita, superando così a livello di decibel le clamorose accoglienze per Platini e Lippi, tecnici speciali delle formazioni in campo, ma anche per Antonio Conte che sembra il più emozionato a ritrovare un pubblico che ha sfidato (e battuto) alla guida dell’Inter dopo il famoso addio dell’estate 2014. Ma questa è la serata giusta per chiudere i conti con il passato e soprattutto ritrovare quel senso di appartenenza duramente colpito nell’ultimo anno tra inchieste e penalizzazioni di ogni tipo. «Questo è l’anno zero», aveva detto Elkann dopo l’aumento di capitale da 200 milioni di euro approvato nei giorni scorsi. Ieri, invece, è stata la “festa cento” e lo stimolo è lo stesso. «È una serata meravigliosa ed emozionante – commenta Massimiliano Allegri -: ho abbracciato Marcello Lippi, che è sempre stato un punto di riferimento, e ho rivisto anche i miei ex giocatori, che mi hanno regalato tante vittorie». Sul campo si sfidano le squadre “Black” e “Black and White”, mentre la gente rispolvera i vecchi cori, impazzisce per i numeri di Davids e invoca Mandzukic. Le generazioni si mischiano anche quando nell’intervallo si balla con il dj set di Gabry Ponte: ognuno con la maglia del proprio campione preferito, ognuno con qualcosa di bianconero da mostrare al mondo intero. —