il Fatto Quotidiano, 10 ottobre 2023
La muffa nella Domus Aurea
Non sono bastati i vandalismi, i biglietti introvabili rivenduti a prezzo doppio o triplo online e in piazza, lo scontro tra l’assessorato alla cultura di Roma e ministero omonimo (proprietario del sito) su topi e bagarinaggio, l’indagine dell’Antitrust in corso. Il Parco Archeologico del Colosseo sembra avere un problema anche in quel sottosuolo che ispirò Raffaello e dette il nome alle ormai celebri “grottesche”: la Domus Aurea, la dimora voluta da Nerone e nota fin dal XVI secolo, ma aperta al pubblico solo nel 2014 per gruppi molto contingentati, a causa dell’estrema fragilità di affreschi e decorazioni alle pareti. Fotografie che il Fatto ha potuto visionare, scattate tra giugno e settembre da una guida turistica che opera occasionalmente nel sito, mostrano un evidente avanzamento di una macchia verde su una decorazione nella Sala della Volta Dorata: già presente all’inizio dell’estate e che il 30 settembre, quando è stata scattata l’ultima foto, appare piuttosto ingombrante rispetto a pochi mesi prima. Una situazione che preoccupa soprattutto alla luce del precario stato di conservazione del luogo, con infiltrazioni dall’alto e temperature che non devono superare, di norma, i 10 gradi.
Giustificare un allargamento simile in così poco tempo non è semplice: ogni spiegazione dettagliata sarà lasciata ai tecnici del Parco Archeologico del Colosseo, che al Fatto spiegano di essere a conoscenza del fenomeno, con un monitoraggio in corso. Il contesto è noto, le infiltrazioni dall’alto non sono una novità per il sito e dal Parco ammettono che il biodeterioramento sia “un fenomeno caratteristico degli ambienti ipogei come la Domus Aurea” che qui trova “condizioni particolarmente favorevoli al suo sviluppo”. In questi anni sono stati spesi milioni per controllarlo. Tuttavia, le foto sono state scattate in concomitanza di due eventi che inducono anche altre riflessioni: i mesi estivi, con aumento delle temperature e delle presenze dovuti alla stagione, e l’avvio della mostra “L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto”, che proprio il 22 giugno ha aperto i battenti. Fortemente voluta dalla direzione del Parco, ha portato anche a un aumento dei visitatori massimi giornalieri consentiti, dai 15 ogni 15 minuti ai 23 massimi: numeri comunque piccoli, ma che hanno fatto balzare da meno di 3.400 a più di 5 mila il numero massimo di visitatori che hanno potuto attraversare le “grotte” neroniane ogni settimana. Introiti importanti per il Parco e per il concessionario delle biglietterie, un aumento della visibilità della Domus di fronte a una crescente richiesta del mercato (nei weekend il biglietto è venduto a 23 euro, contro i 18 degli infrasettimanali, e anche i minori sopra i 6 anni pagano), ma anche un piccolo “strappo” alle regole precedenti create per garantire la conservazione migliore agli affreschi. Per il Parco del Colosseo comunque non c’è dubbio: il numero dei visitatori, peraltro invariato nella sala dell’infiltrazione, non avrebbe relazione con la macchia e anzi si assicura che la tutela sarà maggiormente efficace con il completamento del “Sistema Integrato di Protezione” che stanno attuando sul Parco del Colle Oppio, sovrastante, considerato uno dei motivi delle infiltrazioni dall’alto che attanagliano la Domus Aurea da sempre. Ma non si nega, al contempo, che i cambiamenti climatici in corso, con l’innalzamento delle temperature, influiscano anche sul microclima interno alla Domus. La mostra comunque proseguirà fino a gennaio.
“Non è per nulla semplice trovare un equilibrio tra conservazione e fruizione”, dice Valentina Colagrossi, archeologa e attivista dell’associazione “Mi Riconosci”, che ha divulgato le foto: “Le alterazioni hanno sempre ripercussioni, ma al di là della situazione specifica, che ci auguriamo venga approfondita, la partita si gioca nel trovare un compromesso accettabile: se è vero che il patrimonio deve essere il più possibile aperto e accessibile a un pubblico vasto, questo non può accadere a discapito della tutela di parti dello stesso di cui rischiamo di non poter fruire mai più. I visitatori di tutto il mondo potranno capire”. Visitatori che vorrebbero trovare un biglietto per il Colosseo a prezzo regolare, 18 euro: ma la situazione, con un bando di riassegnazione del servizio di biglietteria ancora bloccato dai ricorsi, e 40 operatori che rischiano il lavoro e minacciano lo sciopero, è più in stallo che mai. A differenza delle infiltrazioni.