Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”, 8 ottobre 2023
LE BANCHE D'AFFARI HANNO MESSO NEL MIRINO LA SORA GIORGIA – L'ISTITUTO AMERICANO CITI CONSIGLIA AI SUOI CLIENTI DI RESTARE “CORTI” SUI BTP. TRADOTTO: NON DETENERE DEBITO ITALIANO IN PORTAFOGLIO. ALMENO PER ORA, DATA L'INCERTEZZA SULLA FINANZIARIA – E, NELLE SCORSE SETTIMANE, ANCHE GOLDMAN SACHS E MORGAN STANLEY HANNO RACCOMANDATO DI NON PUNTARE SUI TITOLI ITALIANI – A PESARE È IL RISCHIO DI DOWNGRADE DALLE AGENZIE DI RATING (SI INIZIA IL 20 OTTOBRE CON STANDARD AND POOR'S) – LO SPREAD FRA I BTP E I BUND IN DUE MESI È PASSATO DAI 166 A 203 PUNTI. E, SE DOVESSE SUPERARE QUOTA 250, PARTIRÀ UNA COLOSSALE VENDITA DI TITOLI ITALIANI… – IL DAGOREPORT
La legge di Bilancio italiana continua a impensierire gli investitori. La banca d'affari statunitense Citi ieri ha consigliato di restare "corti" sui Btp. Vale a dire, non detenere debito italiano in portafoglio. Almeno per ora, data l'incertezza sulla Finanziaria.
Nelle scorse settimane, riferiscono fonti finanziarie, anche Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno raccomandato di avere lo stesso approccio strategico. Ne deriva che lo spread fra i Btp decennali e i Bund di pari entità è passato dai 166 punti base di due mesi fa agli odierni 203. Valore che potrebbe toccare quota 235 punti base nel breve termine secondo Goldman Sachs. Il tutto con il rendimento stabilmente sopra il 5% per buona parte del prossimo anno.
La Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) domani inizierà il dibattito nelle commissioni Bilancio del Senato e della Camera. Un capitolo che potrebbe innervosire ancora di più investitori internazionali che già oggi guardano con una forte dose di scetticismo i conti italiani. L'ampia avversione al rischio degli investitori è stato «un elemento determinante, ma il continuo flusso di cattive notizie fiscali in Italia è stato un fattore chiave nella debolezza del Btp», sottolineano gli economisti di Citi.
I quali guardano alle prossime decisioni di S&P, Fitch e Moody's: «Il rating sovrano dell'Italia è già pericolosamente vicino a scendere al di sotto dell'investment grade. Queste dinamiche fiscali aumentano chiaramente i rischi di nuovi downgrade». […]
Oltre a Citi, riportano fonti finanziarie, anche Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno consigliato di utilizzare cautela. Tanto con il Btp quanto con il Bund. Il motivo lo spiega Barclays in una nota dello scorso mercoledì. «Più i rendimenti statunitensi salgono, maggiore sarà la pressione sui Btp, che potrebbero diminuire di valore, così come i Bund», si fa notare.
Con un quadro del genere, a cui si aggiungono le incognite sulla legge di Bilancio, è legittimo comprendere lo scetticismo di diversi attori di mercato. Non è detto che, diramate le nubi intorno alla Manovra, possano ripartire di slancio gli acquisti di Btp e Bot.
Sotto il profilo più operativo, cerca di risolvere il rebus Giovanni Cuniberti, fondatore e ceo dell'omonima boutique finanziaria, Cuniberti & Partners. «Il Btp decennale è il titolo di Stato che ha il maggior rendimento, più di Portogallo, Spagna e Grecia, storicamente accomunate da una situazione debitoria importante», premette.
«Molti investitori stranieri non aspettano altro che trovare una tematica da cavalcare e la situazione dei conti italiani lascia spazio alla speculazione – spiega –. Lo spread, che rappresenta il differenziale di rendimento fra il decennale tedesco e quello italiano, con una cedola fissa ipotetica del 6% sale a livelli che accendono allarmi inaspettati». […]