Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  ottobre 08 Domenica calendario

ITALIANI, UOMINI DI POCA FEDE – NEL NOSTRO CATTOLICISSIMO PAESE QUASI UNA PERSONA SU DUE NON È CREDENTE. LO DICE UNA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ STATALE DI MILANO – DAL 2009 A OGGI GLI ATEI SONO PASSATI DAL 26% AL 36%. MENTRE SI PROFESSA CREDENTE IL 57% DEGLI INTERVISTATI – SOLO IL 18% VA IN CHIESA OGNI DOMENICA (E IL COVID HA INFLUITO MOLTO SULLE ABITUDINI DEGLI ANZIANI) – LA FIDUCIA NELLA CHIESA È CALATA DAL 68 AL 58%... -

[…] Anche la cattolicissima Italia che un tempo era nota per essere patria di santi e missionari si sta avviando ad assomigliare sempre di più alla Francia o alla Germania, dove la religione è ormai un elemento quasi marginale nella vita delle persone. A fotografare impietosamente il fenomeno dell'abbandono è una ricerca nazionale che la rivista cattolica Il Regno - fondata dai Dehoniani - ha affidato al professor Paolo Segatti dell'Università di Milano con il compito di scandagliare a fondo gli italiani. Il risultato finale è stato presentato a Camaldoli, ad un convegno al quale partecipa anche il cardinale Pietro Parolin.

In poco più di dieci anni chi non crede in Dio è passato dal 26% al 36%. Mentre chi, al contrario, afferma di credere (non importa se graniticamente o con dubbi a seguito) è solo il 57% della popolazione, contro il 72% del 2009. Grosso modo un italiano su due. In quattordici anni la frequenza alle messe è ormai in picchiata ovunque. Chi va in parrocchia ogni domenica, per esempio, è solo il 18%. Tuttavia resta molto forte nella gente il riferimento culturale di base. Alla domanda a quale religione si appartiene, il 72,7% risponde senza esitazione: «A quella cattolica».

Nel frattempo però la scristianizzazione affiora in un altro dato. Gli atei dichiarati sono raddoppiati e dal 6,2% sono saliti al 15,9%. Resta però ancora una certa fiducia di fondo nell'istituzione ecclesiale che dal 68% passa al 58%. Anche su questo fronte si tratta di un dato in calo probabilmente per effetto degli scandali legati agli abusi sessuali che in questo decennio hanno squassato la Chiesa.

[…]  Il professor Segatti rileva poi che il Covid, in questo quadro incerto, ha finito per allontanare ancora di più gli anziani che si recavano regolarmente in chiesa prima della pandemia. I nonni ormai si sono abituati ad assistere alle liturgie in tv dopo che la pratica era stata sdoganata direttamente da Papa Francesco durante il periodo del lockdown.

Ma con la fine della pandemia la situazione non era tornata ai livelli precedenti, anzi, nella ricerca è ulteriormente peggiorata, sono contenute novità anche sul versante del comportamento politico visto che la propensione al voto dei cattolici si posiziona nell'area di centro, sia di coloro che guardano a centro-destra, sia di coloro che guardano a centro-sinistra. Inoltre i cattolici praticanti sono più propensi alla partecipazione politica e sono meno esposti alle sirene sovraniste.

Il tema della scristianizzazione da tempo è al centro delle riflessioni di Papa Francesco che, proprio per questo, ha convocato in Vaticano oltre 400 delegati da tutto il mondo per prendere parte al Sinodo sulla Sinodalità, vale a dire una maxi riflessione con l'obiettivo di individuare cammini condivisi per avvicinare la Chiesa alla gente e renderla maggiormente attrattiva. [...]