la Repubblica, 8 ottobre 2023
Nessuno dona più il sangue
C’è stato un periodo d’oro per la donazione del sangue nel nostro Paese, dopo la metà degli anni Novanta. Il sistema sanitario si regge ancora su molti di coloro che a partire da allora scelsero di recarsi periodicamente nei centri trasfusionali, persone che oggi hanno dai46 anni in su. Tra chi è più giovane, infatti, i dati di partecipazione sono drammaticamente in calo, con circa 240 mila donatori persi dal 2011. È per questo che le parole di Fedez, che l’altro ieri all’uscita dall’ospedale ha prima ringraziato i medici e poi aggiunto «senza i donatori non sarei qui», sono accolte con grande soddisfazione dal Centro nazionale sangue(Cns), che coordina il sistema trasfusionale italiano e fa capo all’Istituto superiore di sanità. «È importante che personaggi tanto ascoltati dai giovani come Fedez facciano presente che per la sanità quello di sangue non è un bisogno astratto ma concretissimo», commenta Vincenzo De Angelis, direttore del Cns. Il sangue serve, ad esempio, per gli interventi chirurgici ma anche, sotto forma di plasma, per produrre farmaci fondamentali per molti malati. Ieri il cantante milanese ha anche promesso che si impegnerà per l’Avis, una delle associazioni che raccolgono i donatori.Un colpo d’occhio ai dati fa capire cosa sta succedendo in questi anni. Se il numero dei donatori è stabile, e con piccole variazionipercentuali resta compreso tra 1,6 e 1,7 milioni di persone, si muove molto di più la partecipazione delle varie classi di età. I giovani e i giovani adulti, infatti, calano costantemente, mentre crescono gli over 46. Il Cnr registra cosa è accaduto tra il 2011 e il 2022. Tra coloro che hanno tra i 18 e i 25 anni c’è stato un calo di 30 mila donatori (—14%), tra chi ne ha da 26 a 35 nesono spariti 62 mila (—18%) e tra chi è nella fascia 36-45 ani i donatori a distanza di dieci anni sono 157 mila in meno (—30%). A far reggere il sistema sono appunto le persone nella fascia di età dai 46 ai 55 anni, la più numerosa nel 2022 con 488 mila donatori, il 15% in più rispetto al 2011. Cresce di più la fascia tra i 56 e i 65 anni, addirittura del 51%, mentre tra gli over 65, che sono pochi, addirittura si sale del 152%. Ma la donazione degli anziani è considerata un’eccezione.Vista la situazione, con il passare degli anni il sistema è destinato ad entrare in difficoltà. «Coloro che oggi si recano di più nei centri trasfusionali tra qualche tempo non saranno donatori e anzi con l’età potrebbero diventare dei riceventi. È triste dirlo ma il periodo d’oro sembra alle spalle», spiega De Angelis. Il Centro nazionale sangue da tempo lancia allarmi e invita i giovani a donare. Servono loro per dare futuro a una attività sanitaria fondamentale, perché alla base di tantissime altre.«La chiave sta nel riuscire a convincerli – dice De Angelis – Quest’estate abbiamo fatto un’indagine che ha dimostrato come i giovani non siano insensibili al tema. Però vengono bombardati da un sacco di informazioni e tendono a perdersi. Chi tra loro sceglie di diventare donatore, però, poi è fedele e si reca con continui tà al centro trasfusionale». Ragazzi e ragazze potrebbero essere una risorsa per la sanità pubblica e magari l’impegno di Fedez potrebbe davvero dare una mano a coinvolgerli