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 2023  ottobre 08 Domenica calendario

Assia e Baviera al voto la Cdu rischia l’alleanza con l’estrema destra


MONACO – Oggi si vota in Baviera e in Assia. E il governatore bavarese e leader della Csu Markus Soeder non si accontenterà solo di vincere. Dal voto di oggi dipende la sua ambizione più grande: diventare cancelliere della Germania. Un autorevole fonte della Cdu, la “sorella maggiore” del suo partito, riassume la questione in numeri: «Se vince con più del 40% sfiderà di sicuro Friedrich Merz. Ma anche se resta al di sopra del 35%, è probabile che ci provi». Insomma, non c’è da meravigliarsi che i “colleghi” della Cdu in Assia abbiano deciso un anno fa di fissare le loro elezioni nello stesso giorno della Baviera. «Così – rivela la fonte – Soeder non sarà il solo su un palco a godersi una vittoria elettorale». A festeggiare, dall’altra parte della Germania, ci sarà anche il leader regionale della Cdu, Boris Rhein, al 32% in tutti i sondaggi, in siderale vantaggio sui rivali.
La sfida per la leadership dei conservatori si gioca dunque, a partire da oggi, anzitutto tra la Cdu di Merz e la Csu di Soeder. Ma anche al suo interno la Cdu è drammaticamente spaccata. E la fazione dei “merkeliani” – i rivali di Merz – potrebbe anch’essa esprimere un suo candidato alle politiche del 2024: il governatore del Nordreno-Westfalia Hendrik Wuest. Dal risultato di questa sfida tedesca dipendono molte cose, in Europa. A cominciare dalla scelta dei conservatori tedeschi di aprire o meno, come azionisti di maggioranza dei popolari europei, a una convergenza con Giorgia Meloni. Ma anche, e sarebbe una tragica involuzione ma perfettamente speculare, con l’estrema destra Afd.
Per capire i tormenti della Cdu/Csu bisogna volgere lo sguardo di nuovo agli appuntamenti elettorali di oggi. La più grande insidia per i conservatori, l’ultradestra Afd, si misurerà per la prima volta alle urne dopo mesi di picchi del 22-23% nei sondaggi. Certo, a Ovest prende tradizionalmente meno che a Est, ma sia in Baviera sia in Assia rischia di diventare il secondo o terzo partito, oscilla tra il 14 e il 16%. E potrebbe rinfocolare la discussione nella Cdu/Csu sulla “linea rossa” imposta dall’ex cancelliera conservatrice Merkel: il suo “mai con l’Afd” vacilla da mesi. Tanto più che l’anno prossimo si vota in tre land dell’Est dove l’ultradestra è prima con distacco.
Merz non fa mistero di rincorrere quell’elettorato estremista. Negli ultimi giorni ha fatto infuriare metà della Germania – e della Cdu perché si è lamentato che i migranti «si rifanno i denti mentre i cittadini tedeschi in sala d’aspetto non riescono neanche a prendere un appuntamento». La sinistra del partito è insorta e l’ex governatore della Saar Tobias Hans ha detto di ritenerlo inadatto alla cancelleria. La crisi di fiducia in Merz è talmente grave che un vecchio leone della Cdu come Wolfgang Schaeuble è dovuto intervenire per difenderlo. Dalla sua intervista alla Zeit, peraltro, si è anche capito cosa l’ala destra della Cdu pensi di eventualialleanze con Meloni. Sia Schaeuble sia Merz hanno difeso a spada tratta la crociata della premier italiana contro le ong. Nel pieno della bufera tra Italia e Germania, il leader della Cdu ha definito “assolutamente comprensibili” le bordate di Roma contro il governo Scholz.
In parallelo, Merz si era già dovuto correggere clamorosamente quest’estate dopo aver aperto ad alleanze locali con l’Afd. Sembra chiaro che l’attuale leader della Cdu spinga per abbattere il tabù dell’Afd, ma che, in vista delle europee, non chiuda neanche la porta a Meloni. Anche se dall’ala sinistra della Cdu, a microfoni spenti, arrivano valutazioni diametralmente opposte: «Abbiamo fatto un grande passo in avanti con la cacciata di Orban dai popolari europei. Non possiamo fare lo stessoerrore con Meloni. Non possiamo allearci con forze populiste che sono eredi di un partito che aveva – e forse ha – nostalgia per Mussolini».
La sfida è appena agli inizi per la corona dei conservatori tedeschi. E dal risultato dipenderà il futuro dell’Europa.