la Repubblica, 8 ottobre 2023
La piazza di Landini
ROMA – Alza la voce, Maurizio Landini: «È venuto il momento di introdurre un salario orario minimo, paghe da cinque o sei euro all’ora sono paghe da fame, inaccettabili». Sotto al palco di piazza San Giovanni, il popolo della manifestazione indetta dalla Cgil (200 mila secondo gli organizzatori) esplode in applausi e cori. Ci sono i lavoratori e i pensionati del sindacato, ma anche cento associazioni, da Emergency a Libera, le bandiere del Pd e quelle degli ambientalisti. Qualcuno grida «sciopero, sciopero», a sublimare la totale sintonia con le parole del leader del sindacato di corso d’Italia. La difesa della Costituzione come “Via Maestra”, elevata a slogan della manifestazione, è il filo conduttore di un’arringa che dura cinquanta minuti e che mette ripetutamente sotto accusa il governo di Giorgia Meloni. A iniziare proprio dal disegno sulle riforme. «Vogliono manomettere la Costituzione», denuncia Landini. E quindi no al presidenzialismo e all’autonomia differenziata. Ma il passaggio più sentito, che rispolvera il tono da sindacalista puro, è il passaggio sul lavoro povero. «Il governo – chiosa ha subappaltato il suo ruolo al Cnel», che proprio in quei minuti è riunito in videoconferenza per affossare il salario minimo e che, incalza ancora Landini, «ha messo dentro sindacati che non rappresentano nessuno e che firmano contratti pirata».
In piazza, intanto, cresce l’orgoglio per essere in tanti. «È la manifestazione più partecipata degli ultimi dieci anni», fanno sapere dall’organizzazione. E il leader della Cgil prova a farla diventare ancora più grande. Lo ripete due volte: «Questa non è solo la nostra o quella dell’opposizione, è la piazza di chi vuole unire ciò che è diviso, di chi paga le tasse». I riferimenti sono tanti, dalle politiche «discriminatorie» sull’immigrazione «alla occupazione della Rai». Qualche fischio quando invita a «condannare con forza l’attacco di Hamas». Una valanga di applausi, invece, quando l’attacco al governo richiama il crollo del potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, «del 20% e del 10% negli ultimi vent’anni», mentre i profitti delle aziende «sono arrivati ad aumentare anche dell’80 per cento». Bisognava agire sulle tasse dei lavoratori, riducendole, è la ricetta. E invece, è la denuncia, «hanno aumentato i condoni e non hanno combattuto l’evasione fiscale».
La preoccupazione sale in vista della Finanziaria. Soprattutto per i tagli alla sanità: «Abbiamo bisogno di assunzioni di medici e infermieri, così si tagliano le liste d’attesa». Le bandiere si alzano, la piazza urla di nuovo «sciopero, sciopero». «Non ci fermeremo e andremo avanti fino a quando non otterremo risultati», promette Landini. Atto primo dell’autunno caldo della manovra.