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 2023  ottobre 07 Sabato calendario

“FORSE HO UN PATRIMONIO DA MEZZO MILIARDO DI DOLLARI, MA NON LO SO CON PRECISIONE” – IBRAHIMOVIC SI RACCONTA DAL PALCO DI UN TEATRO: “MIO PADRE NON HA MAI PARLATO DELLA GUERRA IN JUGOSLAVIA. BEVEVA… MIA MADRE MI PICCHIAVA CON I CUCCHIAI DA CUCINA” – IL RAPPORTO CON MINO RAIOLA: “PER ME ERA TUTTO. MA A VOLTE CI INSULTAVAMO, VOLAVANO SEDIE” – IL FUTURO: “NON MI VEDE NEI PANNI DELL'OPINIONISTA. NON SONO COSÌ EGOCENTRICO” – LO SVEDESE È PRONTO PER TORNARE IN ROSSONERO CON UN NUOVO RUOLO DA DIRIGENTE -

Estratto dell’articolo di Guendalina Galdi per www.corriere.it […] L'atmosfera di un teatro, l'intimità di una chiacchierata che vuole scavare nell'esistenza di un campione, dalla «A» di attore alla «Z» di Zlatan. Perché Ibrahimovic alla fine è stato sempre istrionico. Sul campo, con una giocata, o fuori con un'uscita non banale. A parole è riuscito a essere sempre efficace come sotto porta e l'ha fatto ancora, su un palco.

[…]A tu per tu con Piers Morgan al quale ha confessato che – tanto per restare in tema – anche davanti alle telecamere e sul grande schermo si troverebbe a suo agio: «Sono curioso, perché no. Ho voglia di provare cose differenti. Potrei fare il cattivo in un film di James Bond? Lo distruggerei e lo seppellirei da qualche parte un paio di metri sotto terra». Sipario.

[…]

«Mio padre non ha mai parlato della guerra in Jugoslavia. Vivevo con lui, cinque bambini. Mio fratello maggiore è venuto a mancare un paio di anni fa, poi ho due sorelle maggiori con cui non ho rapporti e un’altra sorella maggiore: con lei abbiamo gli stessi genitori e siamo in contatto. È un casino. Ho anche un fratello minore. Io vivevo da solo con mio padre.

All’inizio andava tutto bene, faceva di tutto per sopravvivere. Poi è iniziata la guerra e ha iniziato ad allontanarsi. Beveva, era lì seduto al telefono e cercava di entrare in contatto con la sua famiglia. Ero piccolo, ma lo vedevo e spesso quello che vedi ti rimane molto più impresso. Ricordo che di notte era al telefono per aiutare i suoi, ma io giovane, matto, selvaggio, ero sempre fuori a giocare a calcio. Però andavo a scuola, altrimenti mio padre mi avrebbe ammazzato. Ma lui non mi avrebbe picchiato, mia madre sì. Lo faceva con un cucchiaio da cucina e se si rompeva mi diceva di andarne a comprare uno nuovo. Ne ha rotti un sacco».

E via a comprarne di nuovo, anche se a quei tempi i soldi erano pochi. «Ti rendono la vita più facile ma non danno la felicità. Ho avuto offerte dall’Arabia Saudita e dalla Cina, ma quello che fa la differenza è ciò che vuoi. Ho avuto un’offerta da 100 milioni dalla Cina, ma sono andato in America. Mi sono sfidato con qualcosa di nuovo. Probabilmente ho un patrimonio da mezzo miliardo di dollari, ma non lo so con precisione».

In carriera ha cambiato 10 club — dal Malmoe al Milan — mentre nella vita privata la storia con la S maiuscola è quella con Helena Seger. Compagna da sempre. Moglie? Mai. «Ho chiesto a Helena di sposarmi ma mi ha detto di no un paio di anni fa. Le ho detto: "Dopo 20 anni meriti di diventare mia moglie". E lei: "Non ho bisogno di sposarti per stare con te". È forte. Molto forte».

Non soffre la mancanza del calcio giocato. Ibrahimovic sa che ha detto addio nel momento giusto. Anche se... «quando vedo altri attaccanti molto avanti con l’età che ancora giocano penso di poter giocare ancora, farei molto più di quello che fanno loro».

Quarantadue anni compiuti il 3 ottobre, tanti successi e pochi rimpianti. Soprattutto per uno che non è certo stato dimenticato dal mondo che frequentava ogni domenica: «Non sono così egocentrico da avere l’esigenza di queste attenzioni ora. Altrimenti avrei scelto di fare il commentatore, l’opinionista, tutte queste cose che fanno gli ex calciatori. Lo fanno perché hanno ancora bisogno di questo tipo di attenzioni, ma capisco».

E se lui per una carriera intera ha interpretato il ruolo del protagonista, la sua «spalla» perfetta è sempre stata una sola: Mino Raiola. «Per me era tutto. Quando è scomparso per me il calcio è cambiato, non è più stato la stessa cosa. Sono diventato chi sono anche grazie a lui. Ma ci davamo sempre battaglia, ci dicevamo anche cose pesanti. Del tipo: "Vaff***, non lavori più per me". E lui : "Per licenziarmi prima devi assumermi". Ogni volta che dovevo cambiare club facevamo il gioco del poliziotto cattivo e quello buono, io dicevo qualcosa e iniziava tutto. Lui stava al gioco. Ma se non otteneva quello che voleva diventava lui quello cattivo. Volavano sedie, tavoli».

2 – IBRAHIMOVIC AL MILAN, SI ACCELERA: PRESTO L’EX GIOCATORE SARÀ DIRIGENTE Estratto dell’articolo di Enrico Currò per www.repubblica.it

Accelerazione nella proposta del Milan a Ibrahimovic per un ruolo da dirigente nel club. È sempre più verosimile che l'ex campione svedese, pochi mesi dopo il ritiro dall'attività agonistica, si rimetta subito in gioco in una nuova veste, anche se il ruolo non è ancora definito: la sua competenza tecnica e il suo carisma nello spogliatoio rendono plausibile la presenza quotidiana a Milanello.

Ibra, che ha scelto di restare a Milano con la sua famiglia, sembrava intenzionato a una sorta di periodo sabbatico, prima di decidere. Ma il Milan lo sta tentando e la sua visita a Milanello dopo il tracollo nel derby ("avete visto come si è ripresa subito la squadra", ha scherzato lui) potrebbe non restare isolata.

Il primo colloquio è stato a metà settembre con Gerry Cardinale, l'azionista di controllo della società. Secondo le indiscrezioni, il manager americano gli avrebbe proposto di diventare il suo consulente personale calcistico, con ampia libertà di movimento sia a Milanello sia nella sede di Casa Milan […]

Poi, nelle scorse ore, Ibrahimovic ha incontrato anche l'ad Furlani in un albergo milanese e non è stato un mistero per nessuno che l'appuntamento, rivelato da Gazzetta.it, preluda appunto a un'accelerata nell'eventuale accordo, con la discussione della parte economica. […]