Corriere della Sera, 7 ottobre 2023
Il Tg1 di Chiocci non ha bisogno di giochi di alterazione
Spero di riuscire a scrivere una recensione tecnica, non inficiata da pregiudizi. Non è facile, ma ci provo. Il Tg1 è sempre stato filogovernativo, dalla sua nascita: per statuto, per identità di sostanza (consustanziale, dicono i colti), per informazione genetica o, se volete, per genetica dell’informazione.
Il Tg1, salvo la breve parentesi di Augusto Minzolini, si è sempre presentato in una veste istituzionale, per meglio velare la sua dipendenza diretta della maggioranza di governo.
Nel corso degli anni, ha trovato molti espedienti retorici per costruire e distribuire le notizie in modo che non sembrassero sottostare a quelle che Umberto Eco chiamava «Regole di manipolazione» (cfr. Il televisionario, 1972). Esempio: esponiti solo se il governo si è già esposto, oppure le notizie importanti debbono essere dette a voce, quelle irrilevanti possono e debbono essere filmate. Poi, per un certo periodo, il Tg1 ha usato la tecnica del «panino» (una notizia viene commentata da un esponente del governo, poi dell’opposizione, infine della maggioranza), che ha sempre dato ottimi risultati.
Il Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci (non è che lo segua sempre, non è il mio tg preferito, mi sono limitato a un’ispezione accelerata, contando sulla monotona ripetitività dello schema) ha questo di interessante: è diretto, esplicito, non ha bisogno di stratagemmi, di accorti giochi di alterazione.
Credo che persino Eco si troverebbe in difficoltà a trovare sofisticati artifici retorici. L’altra sera, per esempio, per deplorare la partecipazione della giudice Apostolico a una manifestazione, ha fatto intervenire ben sette parlamentari (Lega, FdI, Lupi, Forza Italia, persino Renzi, Enrico Costa e Conte) che hanno duramente stigmatizzato il comportamento del magistrato.
Dopo aver informato delle attività dell’esecutivo, il nuovo Tg1 si abbandona volentieri alla cronaca rosa, a curiosità e stranezze per dare l’impressione di non essere troppo politicizzato (dare l’impressione è manipolazione?): lunga intervista a un giudice milanese che vuole riaprire il caso di Rosa e Olindo. Con quei due è facile serializzare una notizia che forse non avrà mai seguito.