Corriere della Sera, 7 ottobre 2023
Valentina, la prima italiana che ha scalato l’Empire
«Lo spettacolo che ho visto all’arrivo ha ripagato tutto lo sforzo». Valentina Belotti, 43 anni, è salita di corsa, su per 86 piani, 1.576 gradini. Al traguardo, davanti a lei, lo skyline di Manhattan puntellato di luci e una certezza: quella di essere la prima italiana di sempre a vincere la Empire State Building Run Up, una gara di «towerrunning», che si svolge proprio nell’iconico grattacielo che fa da sfondo a tantissime scene di film. «Ci speravo davvero – racconta al Corriere —. Sapevo di essere in forma, conoscevo le mie avversarie, ma non sai mai quanto influirà il fuso orario. Per fortuna non mi sono addormentata», ride. Non è solo rimasta sveglia. Belotti ha dominato la competizione fin dall’inizio, ed è arrivata prima nella femminile in 12 minuti e 37 secondi, davanti alla tedesca Verena Schmitz e all’americana Shari Klarfeld.
La competizione, alla sua 45esima edizione, consiste nella risalita del grattacielo. Vi possono partecipare corridori professionisti definiti «élite», alcune celebrità americane e 300 atleti estratti tra migliaia di aspiranti. L’Italia quest’anno nella competizione vanta non solo la vittoria di Belotti, ma anche il podio nel maschile, con Fabio Ruga al terzo posto, preceduto dal malese Wai Ching Soh, che ha vinto in 10 minuti e 36 secondi, e dal Giapponese Ryoji Watanabe. Nella top five c’è poi il marito di Belotti, Emanuele Manzi, classificato al quarto posto. «Emanuele aveva partecipato altre volte, ma correre “insieme” e vedermi sul podio è stata una grande emozione per lui. La cosa più bella è stata poter condividere questo momento anche con la nostra bambina. Era più agitata di noi», racconta mentre continua a camminare verso la 78esima strada: «Stiamo andando al Museo di Storia Naturale. Dalla gara non ci siamo ancora fermati».
La determinazione
«Atleta per tutta la vita, sono anche mamma e casalinga. Ora punto a nuovi traguardi»
L’atleta dell’Unione sportiva Malonno preferisce scalare che parlare. Bresciana di Temù e capitana della Nazionale di corsa in montagna, la campionessa ha già vinto competizioni di «towerrunning» sui grattacieli di Shanghai, Taipei, San Paolo del Brasile, oltre che a Milano sul grattacielo Pirelli e sulla Torre Allianz. Dopo l’ennesimo problema fisico, Belotti aveva pensato di ritirarsi, ma la passione per la montagna e la corsa è stata più forte: «Sono sempre stata testarda. E poi ho anche mio marito che mi sostiene. Spesso ci alleniamo insieme». Nel 2022 ha vinto la sfida con sé stessa, trionfando alla Vertical Nasego: 4,2 chilometri di percorso in montagna. «È grazie agli Amici del Trofeo Nasego, che hanno finanziato il viaggio, se sono qui oggi. Le gare sono un impegno economico, oltre che fisico», fa notare.
Quattro volte argento ai Mondiali di corsa in montagna, dalle campestri dei Giochi della Gioventù, nei primi Anni 90, alla vittoria di New York, Belotti ha accumulato tanti successi e titoli italiani ed europei, ma anche tanti infortuni. Si è sempre rialzata e a più di 40 anni non smette di stupire. Quest’ultimo trionfo non fa che confermare la stoffa di una vera campionessa. «Ho fatto l’atleta a tempo pieno per tutta la vita. Ora sono anche mamma e casalinga. Mi alleno costantemente e punto sempre a nuovi traguardi». Il prossimo? «Confermarmi campionessa italiana alla chilometro verticale che si terrà il 15 ottobre». Si preparerà con tanta cyclette e andando su e giù per le scalinate di montagna, con la consapevolezza che «vincere è sempre questione di allenamento».