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 2023  ottobre 06 Venerdì calendario

Giornalisti, riforma alla Camera: la laurea per iscriversi all’Ordine


ROMA Una laurea magistrale in Giornalismo richiesta ai professionisti e una laurea triennale per i pubblicisti che intendono iscriversi all’Albo professionale. E ancora: un biennio di attività propedeutica dove sarà necessario seguire un percorso di formazione. È questa in sintesi la proposta di riforma dell’accesso alla professione approvata all’unanimità dall’Ordine dei Giornalisti e presentata, ieri, in una conferenza stampa a Montecitorio. Per il momento si tratta solo di una bozza di riforma della legge 69 del 1963 ma l’Odg spera in una rapida approvazione anche da parte del Parlamento. Oggi per diventare professionista o pubblicista basta anche solo la licenza di scuola media. Troppo poco. La bozza voluta dall’Ordine punta proprio a qualificare il lavoro del giornalista. Secondo il presidente dell’Odg, Carlo Bartoli, «servono esperienze e conoscenza ma anche un corredo culturale». Bisogna dunque mettere mano alla legge del 1963 «che ha principi importantissimi e molto validi, ma che vanno aggiornati». Il giornalismo, ripetono dall’Ordine, può avere un futuro a condizione che sia un lavoro di qualità.
LA BOZZA
La bozza è ritenuta un elemento di rispetto nei confronti del Parlamento. L’Odg non ha presentato una proposta chiusa perché attende successive indicazioni del Parlamento. In questo senso il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (FdI), ha già annunciato di voler audire l’Odg sul tema in occasione di un’indagine conoscitiva sulla digitalizzazione. La speranza di Bartoli è che i parlamentari di tutti i gruppi firmino unitariamente una proposta di legge per consentire alla riforma un percorso spedito. Secondo l’Odg, la riforma dispiegherà i suoi effetti tra dieci anni. Va quindi immaginato già oggi uno scenario che risponda alle esigenze attuali e future. Per questo Bartoli dice di essere a disposizione per un patto con editori, istituzioni, enti regolatori: «Bisogna guardare all’estero, dove chi fa informazione produce ricchezza e non debiti e contratti sempre più poveri». Positive le prime reazioni del mondo politico. Secondo Mollicone, la bozza «è una proposta di legge innovativa e coraggiosa, un buon punto di partenza per un dialogo tra le categorie e il legislatore». Anche la deputata M5s Stefania Ascari conferma la necessità di aggiornare la legge dopo l’avvento di internet: «L’attività giornalistica sia al passo coi tempi».