Corriere della Sera, 6 ottobre 2023
Giustizia Show: da O.J a Apostolico
I recenti scontri tra la presidente del Consiglio e una giudice di Catania, che ha rimesso in libertà un immigrato, mi hanno ricordato come l’interpretazione della giustizia sia un fatto molto complesso, in cui entrano in gioco non solo motivi prettamente politici ma anche mediatici. Come sono lontane le considerazioni sul processo O.J. Simpson!
Con l’assoluzione dell’imputato, il processo diventò una linea di non ritorno perché, per la prima volta nella storia del diritto, la tv svolse un ruolo fondamentale. Adesso siamo oltre, come conferma la docuserie di Emma Cooper Depp vs Heard (Netflix). La battaglia legale tra gli ex coniugi Johnny Depp e Amber Heard è una testimonianza, per tanti versi, drammatica, della giustizia all’epoca della mediatizzazione di massa. La prima considerazione, trattandosi anche di divi cinematografici, è che il processo viene trasmesso, per scelta della difesa di Depp, in live streaming, generando un effetto valanga nel mondo dei media: trasmissioni, siti, influencer, opinionisti, creator, algoritmi interagiscono con il dibattimento, nonostante gli inviti alla giuria popolare di tener conto solo dell’aula (condizione oggi impossibile, per come è strutturato il processo negli Usa).
La seconda è che nel corso del processo l’attività dei social ha generato milioni di dollari, in un reticolo di contenuti, meme e live su piattaforme come TikTok o YouTube, dove non si parlava d’altro secondo varie modalità: consulenti, fan club, avvocati in erba, mistificatori, comici, ecc. Non soltanto il processo diventa uno show ma il contorno stesso, i media che si occupano del processo, si comportano secondo le modalità dello show. La cornice diventa più importante del quadro.
La terza riguarda i cambiamenti in atto della nozione di opinione pubblica sotto la spinta delle nuove tecnologie: in un mondo dominato dal web, dalla bulimia comunicativa e dalle cosiddette fake news, le manipolazioni che presiedono alla formazione di un’opinione collettiva sono sempre meno controllabili. Nelle società democratiche, i processi sono pubblici, ma nessuno avrebbe mai pensato che il pubblico diventasse più importante del processo stesso. Succederà anche in Italia?