il Fatto Quotidiano, 5 ottobre 2023
Gli aforismi di Cechov
Anticipiamo alcuni aforismi di Anton Cechov, editi nella raccolta “Con penna lieve”, a cura di Lucio Coco e in libreria da martedì con Aragno.
Amare. Prendere tangenti e fare spiate è male; amare invece non nuoce a nessuno.
Arte. I ricchi hanno sempre attorno a sé degli scrocconi; la scienza e l’arte anche.
Attrice. A impersonare le virtuose sono solo attrici cattive e prive di talento.
Autorità. Da nessuna parte l’autorità è pressante come da noi russi che, avviliti da una secolare schiavitù, abbiamo paura della libertà…
Autunno. Sa di autunno. Io però amo l’autunno russo. Qualcosa di insolitamente triste, amabile, bello. Io prenderei e volerei non so dove insieme con le rondini.
Baffi. Un uomo senza baffi è lo stesso che una donna con i baffi.
Bontà. Un uomo buono prova vergogna anche davanti a un cane.
Borghesia. La borghesia è un grande male…
Campagna. Dalla campagna la gente migliore si sposta in città, perciò va e sempre andrà in rovina.
Canarino. Meglio un canarino depravato che un lupo pio.
Cassette delle lettere. Se le cassette delle lettere sapessero quanto spesso gli uomini si rivolgono a esse per decidere il loro destino non avrebbero un aspetto così dimesso.
Celebrità. Le persone più insopportabili sono le celebrità di provincia.
Cibo. Noi viviamo non per mangiare, ma per non sapere cosa mangiare.
Cinismo. Nessuna letteratura può superare con il suo cinismo la vita reale…
Comandamento. Undicesimo comandamento: “Occhio!”.
Contadino. Quanto più un contadino è stupido, tanto meglio lo capisce il cavallo.
Critici. I critici di solito sono quelle persone che sarebbero potute essere poeti, storici, biografi, se avessero potuto, ma avendo sperimentato il loro talento in questi altri campi con insuccesso, hanno deciso di occuparsi di critica.
Destino. Il destino a volte si permette scherzi caustici, velenosi!
Diavolo. Guardate il diavolo direttamente negli occhi, e se è il diavolo, dite che è il diavolo senza disturbare Kant e Hegel per delle spiegazioni.
Dissolutezza. Una leggera dissolutezza è il sugo della vita…
Educazione. “Masticate bene”, dice il padre. Ed essi masticavano bene, passeggiavano per due al giorno e si lavavano con acqua fredda, tuttavia ne sono venuti fuori uomini mediocri.
Eurasia. Amor proprio e presunzione da noi sono europei, sviluppo e fatti sono asiatici.
Felicità. Non si muore di felicità, non si muore neanche di infelicità.
Filosofo. Lanci una pietra e becchi un filosofo…
Funzionario. A uno che è lontano dalla vita, che non è buono per essa, altro non resta che diventare funzionario.
Giornalisti. Pennivendoli.
Gloria. Voi scrivete che desiderate la gloria assai più che l’amore, io al contrario desidero l’amore assai più della gloria. Del resto è questione di gusti. C’è chi ama il prete e chi la perpetua.
Guerra. Le cosiddette classi dirigenti non possono stare a lungo senza guerra. Senza guerra esse si annoiano, l’ozio le stanca, le irrita, esse non sanno perché vivono, si mangiano tra di loro, provano a dirsi reciprocamente quante più spiacevolezze, possibilmente impunemente, e le migliori tra loro lottano con tutte le forze per riuscire moleste reciprocamente e a se stesse. Ma arriva la guerra, che si prende e cattura tutti e tutti lega a una comune sventura.
Idea. Perché le buone idee arrivano così in ritardo?
Infanzia. Da bambino non ho avuto infanzia.
Invidia. Dall’invidia diventerà guercio.
Istruzione. Anche per rubare devi avere un’istruzione.
Lingua. La lingua migliore: quella bollita.
Medicina. La medicina è la mia legittima moglie, la letteratura la mia amante.
Poeta. Il fattorino che scrive versi vive meglio del poeta che non fa il fattorino.