la Repubblica, 4 ottobre 2023
Intervista ad Annalisa
È finita nel vortice ma domina molto bene la situazione. Annalisa Scarrone da Savona, per il mondo Annalisa, è la ragazza dei record: Bellissima è quattro volte disco di Platino, la prima donna al numero uno della classifica con un singolo da tre anni; intanto è uscito l’album E poi siamo finiti nel vortice di cui firma – con Paolo Antonacci e Davide Simonetta – i dodici brani. Ragazza sola è già il singolo più trasmesso dalle radio. Il 4 novembre la aspetta il Forum di Assago, già sold out, e l’anno prossimo il tour nei palasport in giro per l’Italia. Copertine, foto di moda, le nozze con Francesco Muglia: la nuova Annalisa è una trentottenne luminosa che coltiva l’autoironia. Con Bellissima ha raccontato milioni di donne che, proprio nel momento in cui sentivano irresistibili, sicure, hanno preso buca.
Immaginava che sarebbe diventata una specie di inno?
«Ho letto tantissimi commenti che mi hanno emozionato, Bellissima è uscita un anno fa, e mi sono resa conto che è diventata di tante persone. Ho cercato di raccontare la verità, cose vissute. L’ho fatto con grande sincerità, senza nascondere la delusione e la sofferenza».
“Quella volta non dovevi andare via/ ero bellissima”, recita un verso della canzone. Abbiamo notizie dell’incauto giovanotto che sparì?
Ride. «È capitato a tutte noi, bisogna imparare a voltare pagina».
Il vortice spiega bene un anno straordinario: come lo vive?
«Ovviamente sono molto contenta e un po’ stupita di tutto quello che è successo. Anche se ci ho creduto tantissimo mantengo sempre una percentuale di insicurezza, è la mia filosofia di vita. Però, oltre all’intuizione artistica, è cambiato il mio atteggiamento: non ho avuto paura di essere ambiziosa».
Prima non osava?
«Facevo più fatica, perché sono stata educata al rispetto degli altri, e quel tipo di atteggiamento, stare un passo indietro o comunque non spingersi oltre, mi frenava un po’».
Oggi osa look più audaci. Ha preso consapevolezza della sua bellezza e della sensualità?
«Ho un po’ di consapevolezza in più, sicuramente. Non del fatto che mi senta bella – ho dei momenti in cui mi sento terribile e sono anche numerosi – ma è la presa di coscienza dell’imperfezione che ti fa mettere il cuore in pace. Conosci la versione migliore di te, sai che non sei perfetta ma che puoi fare il tuo».
L’ultima volta in cui è sentita bellissima?
«All’Arena di Verona. Merito delle persone che lavorano con me».
Fa la cantautrice ma è laureata in Fisica, non è una facoltà che si sceglie a cuor leggero.
«Nella vita devi avere un obiettivo, io ne avevo due: la musica e l’università. L’istinto mi ha guidato anche nella laurea in Fisica, mi sono sempre chiesta il perché di tutto: mio padre è professore di Matematica, mia madre di Inglese, mio fratello è un chimico come mio cugino. Indago anche le ragioni per cui scrivo canzoni, indago me stessa chiedendo il perché di quello che provo. Mi guida la curiosità e la scienza mi dà la chiave per rispondere ai miei interrogativi».
Con Nannini, Consoli, Elisa, Emma, Elodie, solo per citare sue colleghe, avete dato una nuova impronta alla musica. Crede nel girl power?
«Spero di aver fatto il mio, faccio fatica a mettermi fuori e a dare una risposta sul ruolo delle donne nella musica. Essendo anche fruitrice, ho cercato di usare le parole in modo sincero. Ci sono canzoni, Bellissima o La crisi a Saint Tropez, che sono un flusso di coscienza, ho scritto senza vergogna dei miei grossi limiti».
Si aspettava il successo di “Mon amour”?
«Non ci speravo. Avevo anche una certa ansia da prestazione, perché riuscire a fare una canzone che potesse bissare il successo di Bellissima non era facile. Mi ha stupito la partenza immediata del pezzo, ma era un brano magico».
Che rappresenta il tour?
«Il coronamento del mio lavoro, vivo la musica come un viaggio. La prima tappa è la scrittura, amo la fase creativa: sono felice quando arrivo a fine giornata senza energie, vuol dire che è nato qualcosa di bello. Poi le canzoni diventano di tutti: vanno in radio, inizi a capire cosa succede. L’ultima tappa è il concerto, la dimensione live: condividere le emozioni col pubblico».
Suo marito è un fan?
«Non lo era ma lo è diventato. Non mi conosceva così bene, sapeva della mia esistenza ma non era informato nel dettaglio. Il nostro è stato un incontro privo di filtri. Sono felice di questo, perché mi sembra di poter scrivere una storia senza pregiudizi».
Le piacerebbe fare tv come conduttrice-primadonna?
«A me interessa la musica e l’istinto mi porta lì. La televisione è un mondo affascinante e se penso a me in una dimensione televisiva mi viene in mente un’orchestra. Comunque mi vedo conduttrice e cantante».
Ma se le offrissero uno show tipo il glorioso “Milleluci”?
«Di corsa».
E il Festival di Sanremo?
«In questo momento Sanremo è trasversale, è più importante, non è più soltanto una gara. È sempre un’opportunità ma lo è diventato ancora di più con Amadeus. Per andarci, tutto dipende dalla canzone: deve essere perfetta».
Fa sempre shopping per rilassarsi?
«Sempre. Vestiti, non spendo fortune, o banalmente la spesa. Ma clicco e compro. Amo fare la spesa, la scorta di roba da mangiare e da bere mi pacifica se sono po’ stressata».